Il
Forum politico mondiale che si è tenuto questo mese a Yaroslavl ha
messo in evidenza in quale misura ed entro quali limiti l’élite mondiale
dei governanti sia capace di prendere coscienza dei processi in atto
nell’arena mondiale, di mantenerli nell’ambito della governabilità e di
indirizzarli in una direzione positiva.
Vanno sottolineate alcune circostanze. Innanzitutto, gran parte delle
conferenze e delle “tavole rotonde” hanno visto la partecipazione di
persone accomunate dagli stessi interessi e vedute che di norma
discutono dei dettagli, ma sono d’accordo sui punti principali,
criticano gli avversari assenti, e se ne tornano a casa soddisfatti.
L’efficacia e i risultati di questo genere di incontri solitamente sono
prossimi allo zero. Il Forum politico mondiale di Yaroslavl si è
dimostrato del tutto diverso. Bisogna renderne merito agli
organizzatori: sono riusciti ad attirare partecipanti con vedute e
posizioni diverse. In tal modo a Yaroslavl si è dato vita a un vero
dibattito.
In secondo luogo, al Forum hanno partecipato i veri rappresentanti
dell’élite intellettuale mondiale, i maggiori esperti e osservatori
politici, capi di Stato in carica e in congedo, pensatori del massimo
livello e di grande autorevolezza. Tutto ciò ha garantito l’altissimo
livello intellettuale degli interventi e delle discussioni e ha permesso
di allontanarsi dalle banalità e dal populismo, dal vizio di
rimasticare verità scontate e idee superate. È stato l’ordine del giorno
del Forum a stimolare le discussioni, a dare la possibilità di
considerare da una nuova angolazione le questioni fondamentali della
vita politica contemporanea.
Terzo, mi sembra che quanti hanno criticato il forum, in particolare
dicendo che sono state trascurate le tematiche economiche, non abbiano
pienamente ragione. Da un lato, affrontare i problemi legati alla
modernizzazione di un Paese senza parlare di economia è del tutto
impossibile. Dall’altro lato, però, nel mondo esistono già diversi
potenti forum economici – da quello di Davos a quello di Krasnojarsk –
in cui le élites economiche e affaristiche mondiali discutono dei
problemi dello sviluppo dell’economia globale. Credo che abbia un
significato particolare il fatto che la Russia sia stata promotrice di
un Forum politico mondiale di cui attualmente non esiste un analogo in
nessun paese.
In quarto luogo, grazie alla rappresentatività del forum,
all’autorevolezza e all’elevata qualificazione dei suoi partecipanti, si
è venuta a creare un’atmosfera propositiva e di confronto. Nessuna
opinione è stata considerata definitiva. Al contrario, il Forum di
Yaroslavl è diventato una sorta di simbolo della democrazia, della
libertà di parola e di pensiero.
La ricerca di standard universali di democrazia non deve condurre al
tentativo di far rientrare la democrazia stessa nel letto di Procuste di
questa o quella teoria politica. In Russia, per esempio, a mio parere
la modernizzazione è assolutamente impossibile senza una profonda
trasformazione dello Stato e senza un cambiamento del suo ruolo
economico e politico. La modernizzazione non può ridursi semplicemente
al tentativo di fare un balzo in avanti in campo tecnologico, ma
richiede dei cambiamenti nello stile e nel metodo di governo dello
stato. In ogni caso, la discussione aperta a Yaroslavl deve essere
continuata e sviluppata.
Nikolaj Zlobin analista politico è il direttore dei programmi russi e asiatici dell’Istituto di sicurezza mondiale
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