Foto di Victor Vasenin, RG
Dal sette agosto i cittadini russi possono accedere al sito "zakonoproekt2010.ru" (progetto di legge 2010 - ndr) per commentare e analizzare il progetto di legge sulla riforma della “milizia”, le forze dell’ordine russe, che si vorrebbe ribattezzare “polizia”. Pur giocando la carta della trasparenza, l’inedita iniziativa preoccupa la popolazione e i difensori dei diritti umani.
La “milizia” russa è al momento suddivisa in due divisioni: la prima, la “milizia della sicurezza civile”, è incaricata di proteggere la popolazione e la proprietà; la seconda, la “milizia criminale”, dovrebbe dare la caccia ai delinquenti e lottare contro la criminalità. Obiettivo del progetto di legge, che sarà consultabile e commentabile fino a metà settembre, è costituire una forza di polizia professionale ed efficace al posto della “milizia per la sicurezza civile”.
È in questi termini che intende il progetto il ministro russo degli Interni Rachid Nurgaliev, che auspica di “radicare nella società la funzione protettrice della polizia” che secondo lui dovrebbe “proteggere i diritti e le libertà dei cittadini, lottare contro la criminalità e difendere l’ordine e la proprietà”.
Anche il cambiamento di nome riveste un importante significato simbolico perché cerca di rompere con l’eredità sovietica: la polizia creata sotto Pietro il Grande nel XVIII secolo era stata infatti denominata “milizia” durante la Rivoluzione del 1917.
Seri problemi d’immagine
Mosca, 27 aprile 2009. Il maggiore Denis Evsiukov della polizia municipale uccide un automobilista con la sua arma di servizio prima di fare irruzione in un supermercato e di aprire il fuoco assassinando un’altra persona e ferendone sette: un massacro che scandalizza la popolazione. Lo scorso febbraio l’ex comandante di polizia del quartiere moscovita di Tsaritsyno è stato condannato all’ergastolo.
Questo episodio di cronaca nera non ha fatto che esacerbare la percezione di una polizia violenta, più interessata a intascare vziatki (bustarelle) che a proteggere la cittadinanza: secondo un sondaggio diffuso a febbraio, il 67 per cento dei cittadini “avrebbe paura” delle forze dell’ordine e il 77 per cento non si sentirebbe tutelato dal despotismo degli agenti di polizia.
Campione nella lotta contro la corruzione, il presidente russo Dmitri Medvedev è passato al contrattacco all’inizio del 2010, predisponendo una riforma radicale del ministero degli Interni per punire severamente i poliziotti che commettono reati e delitti. È stato proprio egli a volere che nel progetto di legge l’essere un funzionario del ministero degli Interni fosse considerato “un elemento aggravante” in caso di reato.
Preoccupazioni
Il progetto “zakonoproekt2010.ru” ha destato più di una preoccupazione tra i difensori dei diritti umani e in particolare riguardo alla “presunzione di legalità” di cui dovrebbero beneficiare le forze dell’ordine. Secondo Lev Ponomarev dell’ong Per i diritti dell’uomo, “un concetto quale la presunzione di legalità non esiste né nel diritto russo né nel diritto internazionale. Quest’unica frase può compromettere tutto ciò che di positivo esiste in questa legge”.
I commentatori del sito “zakonoproekt2010.ru” non hanno certo perso tempo a farsi largo nella breccia di questa apertura democratica: “Perché non indire elezioni per la polizia locale?”, chiede l’internauta Konstantin Trounine sulla pagina web del disegno di legge. E sledak91 rincara: “Così facendo si potrebbero eleggere i vertici della polizia locale, proprio come avviene negli Stati Uniti. E a quel punto sarebbero maggiormente motivati a restare al loro posto e a lavorare per il bene della popolazione”.
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