Il Papa Benedetto XVI e il Patriarca Kirill.Foto di: Vostock Photo
I problemi dottrinali sono sempre sul tavolo e non possono essere
ignorati, ma da soli non bastano a giustificare il niet. Il Papa Polacco
sembrava invincibile e forse si era anche convinto di esserlo come è
spesso capitato ai grandi imperatori. L’”esercito” cattolico è composto
da 1 miliardo 200 milioni di soldati ed è guidato da un solo comandante,
i soldati ortodossi sono 250 milioni, poco coesi, con tanti capi,
Chiese diverse ed autonome. Per esempio non è detto che il Patriarca di
Mosca e di Tutte le Russie possa comandare sulle Chiese Ortodosse russe
all'estero.
Paolo VI fu il più convinto fautore dell’incontro tra le due Chiese e
incaricò il Cardinale Martini di tenere vivi i rapporti con gli
ortodossi. L’Arcivescovado di Milano non di rado è stato al centro di
incontri segreti tra esponenti politici internazionali. Il predecessore
di Martini, l’Arcivescovo Giovanni Colombo, su sollecitazione del Pci e
più precisamente dell’on. Gianni Cervetti,
si adoperò per salvare la vita al segretario del Pci cileno Luis
Corvalan condannato a morte da Pinochet. Il Vaticano attivò il cardinale
di Santiago Silva Enriques. Una volta libero, Corvalan si recò a Milano
per ringraziare l’Arcivescovo Colombo.
L’arte della diplomazia e del compromesso sono spesso a fin di bene. Gli
uomini di Chiesa sono versati nell’esercizio di questa nobile arte che
non fu sempre fu onorata specialmente nei primi anni di pontificato da
Karol Wojtyla. Anzi pose più che un intralcio sulla via dei negoziati da
tempo aperti.
Sorretto dalla politica economica e militare aggressiva di Ronald
Reagan, Wojtyla nominò alcuni vescovi clandestini (per giunta polacchi
che da quelle parti non sono troppo amati), violando tacite intese sia
con il Governo russo che con la Chiesa Ortodossa e sostenne apertamente i
cattolici uniati, poco meno di tre milioni di cittadini russi. A Mosca
furono trasformati in luoghi di culto alcuni uffici e incrementata
l’attività di proselitismo, sino allora limitata alla distribuzione
clandestina di pubblicazioni della Jaka Book, fomentando un pericoloso
estremismo religioso al quale certamente anche oggi non si sottraggono
tanti ieratici pòpe (prete russo della Chiesa Ortodossa orientale - ndr).
L’attentato del 1981 fu attribuito ai poveri servizi segreti bulgari
mentre il Segretario dello Stato del Vaticano, il prudentissimo Agostino
Casaroli puntò subito il dito in direzione del Cremlino. C’è chi
suggerì la tesi che l’attentato fosse opera di una scheggia impazzita
del Kgb. Si era alle soglie del crollo dell’Unione Sovietica.
Certamente il drammatico evento non mise di buon umore il Vaticano, né
il titolare del soglio di San Pietro. I rapporti Russia-Vaticano
tornarono buoni dal 1989 in occasione delle visita in Vaticano di Gorbaciov.
Correva il mese di maggio dell’anno duemila, quando un’autorevole fonte
politico-ortodossa mi diede per imminente la visita del Papa a Mosca.
Uno scoop giornalistico mondiale. Ebbi l’umiltà di ascoltare la voce
della prudenza di un amico con quarant’anni di Russia sulle spalle, ivi
compresi gli accordi Fiat – Russia siglati da Andrei Gromiko e Gianni
Agnelli. Evitai una figuraccia planetaria e un sicuro licenziamento.
Segnali di apertura
Ora è in scena il Papa Tedesco, teologo finissimo, una cultura
sterminata, doti eccelse ma non sufficienti per farne un leader e un
protagonista della scena mondiale com’era stato il suo illustre
predecessore. Al “sacro soglio” Ratzinger è stato sospinto da uomini
sapienti che sono numerosi nel Conclave ma anche fuori nella vita
civile, tant’è che il neonato quotidiano “Il riformista”, lo pronosticò Papa il giorno stesso dei funerali di Wojtyla.
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La Chiesa Russa di Bari, inaugurata dopo la prima guerra mondiale e ristrutturata di recente, continua ad essere un ponte con le civiltà dell’est Europa e del bacino orientale del Mediterraneo |
I
mussulmani avanzano in Europa: cattolici e ortodossi sono naturali
alleati. Sul piano politico l’intesa sta nelle cose. Putin e Berlusconi
non si sono risparmiati. Nel 2007 avevano dato il placet a un primo
accordo tra il Comune di Bari e il Patriarcato di Mosca. Nel 2009 il
Governo italiano ha restituito ai russi la Chiesa ortodossa di Bari
dedicata a San Nicola (nella foto): il Presidente Giorgio
Napolitano ha riconsegnato a Dmitri Medvedev le chiavi d’argento alla
presenza del vescovo russo Mark e del Cardinale De Giorgi. “E’ il
simbolo dell’amicizia fra i nostri paesi, e i nostri popoli, il simbolo
dello storico dialogo tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa
russa. E’ il simbolo del più generale impegno comune teso a rafforzare
la cultura della pace, della comprensione reciproca e dell’avvicinamento
delle tradizioni culturali e spirituali”, commentò Giorgio Napolitano
al termine della cerimonia. Nel giugno di quest’anno Putin ha incontrato
Berlusconi in Italia assicurando un finanziamento
di 7,2 milioni di euro destinati alla ristrutturazione della Chiesa di
San Gregorio Magno dell’Aquila, semidistrutta dal terremoto.
La strada è aperta, o meglio, Ratzinger ha qualche chance in più dei
suoi predecessori per rimuovere l’antico niet, anche se il Papa tedesco a
volte riserva sorprese. Facciamo un esempio, ma si potrebbero
aggiungere altri. Con il controverso discorso di Ratisbona, inaugurò
polemicamente il suo pontificato, un intervento era assai poco
amichevole verso i fedeli di Allah e non solo dei fondamentalisti. Fu
attribuito a un errore, a cattivi consiglieri, quando è noto che
Benedetto XVI è un erudito e conosce assai bene il Corano nelle sue
molteplici interpretazioni. Pochi mesi dopo proclamò la superiorità
della Chiesa di Roma su tutte le altre Chiese cristiane, con le reazioni
che si possono immaginare da parte soprattutto degli ortodossi. L’uomo è
un po’ fatto così.
Come osservava Confucio “La strada è a zig zag ma la prospettiva è luminosa”.
Armando Sala è giornalista, ha pubblicato il volume “Mosca: le chiese riemerse”
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