Visti Russia-UE: siamo in alto mare

Silvio Berlusconi e Dmitri Medvedev.Foto di Reuters/Vo stock-photo

Silvio Berlusconi e Dmitri Medvedev.Foto di Reuters/Vo stock-photo

Quando l’Unione Europea eliminerà i visti per consentire a uomini e merci di circolare liberamente? La domanda è stata di nuova posta da Dmitri Medvedev a Silvio Berlusconi nel corso dell’incontro svoltosi a Milano venerdì 23 luglio, argomento che Russia Oggi ha recentemente trattato e che, purtroppo, ha trovato conferme nel corso del summit: siamo in alto mare e non si scorge l’approdo.

Berlusconi ha fatto ricadere la responsabilità sui Paesi dell’Est che recentemente hanno aderito all’Unione Europea, anche se il problema è stato posto ufficialmente dal 1998. “Sono 27 i Paesi che devono dare il proprio assenso. Queste Nazioni possono avere ragioni storiche obiettive, oggi incomprensibili – ha spiegato il Presidente del Consiglio – Le obsolete normative UE prevedono un voto unanime. Alla prossima riunione del G8 a Bruxelles tornerò alla carica”. Un obiettivo non facile: al vertice dell’UE il peso politico del Governo italiano è modesto.

Il 2011 è “L’anno della cultura”: cinema, teatro, arte e letteratura italiana potranno incontrarsi con la cultura russa. Un interscambio di conoscenza che rischia di essere pesantemente danneggiato dal muro dei visti che l’Unione Europea non si decide a smantellare. Il niet dei Paesi satelliti dell’ex Unione Sovietica è dettato dal timore che si innestino processi immigratori incontrollabili. Timore che appare infondato.

Business: gli accordi

Negli ultimi otto mesi i due leader si sono incontrati già tre volte. In una sala stampa affollatissima, Medvedev non ha lesinato elogi a Berlusconi. “Lo seguo con attenzione. Del G8 è il membro con maggiore esperienza. Nel corso del 2009 l’economia russa ha retto bene alla micidiale crisi mondiale: e’ cresciuta del 5%, anche se le nostre attese erano superiori. Abbiamo l’esigenza di sviluppare e diversificare l’attività produttiva e manifatturiera, oggi limitata a pochi settori: energia, spazio, telecomunicazioni, farmaceutica e produzioni legati al nucleare. Alla porte di Mosca abbiamo progettato la costruzione di una cittadella della tecnologia. Sarà la nostra Silicon Valley. Inoltre vogliamo far crescere l’industria automobilistica. L’Italia è un partner importante in questo processo che abbiamo da tempo programmato. Nei primi mesi del 2010, l’interscambio è aumentato del 60%, recuperando ampiamente il flop del 2009.”
Silvio Berlusconi ha ricordato i progetti comuni “in essere e in divenire”: costruzione di una nuova rete di gasdotti dalla Russia all’Europa meridionale attraverso il Mar Nero (South Stream), cooperazione delle imprese russe con Finmeccanica per la realizzazione del Superjet 100” (un aereo civile per i viaggi interni regionali), ammodernamento della rete ferroviaria, collaborazione di “Sollers” con il gruppo Fiat e progetti dell’energia nucleare ed elettrica che coinvolge Inter Rao Ues ed Enel.

“Siamo il secondo partner commerciale della Russia. Puntiamo ad essere il primo”. In Prefettura, alla presenza del sindaco Moratti, dei presidenti della Regione e della Provincia, Formigoni e Podestà, il premier italiano aveva consegnato le insegne di Grande Ufficiale al consigliere diplomatico del Presidente russo Sergei Prihodko.

Dopo l’incontro con Berlusconi e una visita alla città di Milano, Medvedev ha raggiunto Aosta. Alle falde del Cervino ha avuto modo di osservare gli impianti sciistici e le strutture alberghiere di una valle tra le migliori d’Europa. Le Olimpiadi Invernali di Soci del 2014 non sono molto lontane.

I problemi internazionali e la presenza in Italia della Severstal (proprietaria delle acciaierie Lucchini) sono stati oggetto di conservazioni rimaste riservate.

Alla conferenza stampa erano presenti a Milano 21 corrispondenti dei media russi. Alcuni cronisti che abitualmente scrutano nelle pieghe dei rapporti Medvedev-Putin, hanno osservato che il presidente russo ha citato due volte il primo ministro senza mai pronunciare né il nome e né il cognome.


Foto di RIA Novosti





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