La Beretta guarda a Izhevsk

Foto di Mikhail Medvedev, ITAR-Tass

Foto di Mikhail Medvedev, ITAR-Tass

La Russia e l’Italia potrebbero formare una joint venture per la progettazione e la produzione di armi da fuoco. L’idea è stata presentata durante la visita del premier russo Vladimir Putin alla più grande fabbrica di armi della Russia, che ha sede nella città di Izhevsk. Se il progetto diventasse realtà, delle armi da fuoco altamente innovative potrebbero fare la loro comparsa sul mercato mondiale.

Ai tempi dell’Unione Sovietica, una cooperazione internazionale tra l’URSS e i paesi dell’Europa occidentale per ideare e produrre armi sarebbe stata impensabile. L’enorme sistema di difesa sovietico e gli impianti di produzione del paese erano stati creati per soddisfare completamente il fabbisogno interno di armamenti; in molti casi persino i calibri erano volutamente diversi da quelli delle analoghe armi straniere.

Oggi invece la collaborazione nel settore delle armi non appare più impossibile in linea di principio. E dei marchi di fama mondiale come Beretta e Kalashnikov (quest’ultimo è appunto il marchio principale prodotto nella fabbrica «Izhmash») ora possono imparentarsi creando una joint venture per la progettazione e la produzione di armi da fuoco. «C’è l’intenzione di realizzare questo progetto proposto dalla Beretta. Aggiusteremo il tiro in base alle decisioni che prenderà la Beretta, secondo le loro esigenze», – sono parole di Vladimir Grodetskij, direttore generale della più grande azienda russa produttrice di armi da fuoco, trasmesse dal sito dell’emittente radio «Golos Rossii».

«Il progetto di collaborazione con la Beretta costituirà un passo in avanti nello sviluppo della produzione di armi per entrambe le imprese», – ha dichiarato Grodetskij. Secondo il direttore, la prospettiva è quella di un vantaggioso completamento e ampliamento della gamma di modelli destinati agli usi più diversi. Per ora il discorso sulla collaborazione è nella fase di conoscenza reciproca tra i tecnici russi e italiani.

La Beretta è interessata in particolare all’ampliamento della gamma produttiva: «c’è la volontà di collaborare sulle carabine di piccolo calibro». Gli armaioli russi sono invece interessati alle pistole di grosso calibro. Non è escluso che le armi da guerra prodotte dalla Beretta possano entrare a far parte anche dell’arsenale dell’esercito russo. Ad ogni modo, il direttore generale della «Izhmash» Vladimir Grodetskij ha lasciato intendere che si sta valutando l’opportunità di ottenere la licenza per produrre pistole a marchio Beretta. Grodetskij ha ricordato che l’esercito russo non ha ancora trovato un sostituto per le pistole di grosso calibro Stechkin, e ha aggiunto che se si concluderà l’accordo per la produzione in joint venture di questo tipo di arma, le pistole verranno fabbricate nello stabilimento «Molot», che attualmente produce le Stechkin, «perché è Dio stesso che vuole così».

La «Molot» è un’azienda intorno alla quale è cresciuta una città di oltre 30 mila abitanti, il cui destino dipende da essa. «Questa fabbrica fa parte di una holding (Rostechnologii – RO) che comprende anche le aziende «Izhmet» e «Izhmash», – ha dichiarato il direttore generale di «Rostechnologii» Sergej Chemezov ai primi di maggio. – Pertanto abbiamo deciso di trasferire la produzione delle armi militari nella sede di Izhevsk, mentre la «Molot» sarà riconvertita e avrà un nuovo profilo». Secondo Chemezov, oltre alle trattative con la Beretta sarebbero in corso anche dei colloqui per una joint venture con una compagnia tedesca e una finlandese, per la produzione di sistemi di cogenerazione, ossia di mini centrali termoelettriche. Questo tipo di impianti è molto richiesto in tutta la Russia. «L’idea è quella di creare nell’area della fabbrica che verrà liberata, e si tratta di decine di migliaia di metri quadri, un vero e proprio parco industriale», – ha reso noto negli stessi giorni il governatore della regione di Kirov Nikita Belykh.

Secondo quanto dichiarato dal direttore della «Izhmash» Vladimir Grodetskij, nel caso in cui si realizzi la joint venture non verrà chiusa alcuna linea di produzione. «L’idea è quella di ampliare la nostra produzione e di servirci della loro (della Beretta – RO) rete di distribuzione», – ha sottolineato Grodetskij.

La «Izhmash» è pronta a rifornire il mercato russo di nicchia con i modelli Beretta, mentre i partner italiani, come è stato dichiarato, potranno promuovere attivamente la vendita delle armi da fuoco russe in Europa e nei paesi in cui la Beretta è già saldamente affermata. Se la collaborazione tra le due aziende si concretizzerà, in futuro in molti paesi di tutto il mondo potrebbero arrivare fucili automatici, mitragliatrici e pistole progettate in collaborazione dagli ingegneri armaioli della Beretta e della «Izhmash».



LA «IZHMASH»

Attualmente la «Izhmash» è una grande holding multisettoriale che fa parte della corporazione statale «Rostechnologii». La «Izhmash» vede concentrata la produzione del 95% dei mitra russi (il termine usato in Occidente è «assault rifle»), e di circa il 90% dei fucili di precisione. Fondata nel 1807 per volere dell’imperatore Alessandro I, oggi è tra i leader mondiali del settore per le sue tecnologie produttive. Tra i direttori della fabbrica vi fu anche Ludvig Nobel, fratello maggiore del fondatore del premio più prestigioso al mondo. Il business principale della famiglia Nobel – l’estrazione del petrolio – ebbe inizio proprio grazie al lavoro dei fratelli Nobel nella fabbrica di Izhevsk. Uno dei fratelli, Robert, si interessò alla possibilità di estrarre il petrolio dal Mar Caspio quando fu mandato in trasferta nel Caucaso in cerca del legno di noce per fabbricare il calcio dei fucili da caccia.

Durante la seconda guerra mondiale, nella sola fabbrica di Izhevsk vennero prodotti 11,3 milioni di fucili e carabine – superando la produzione di tutte le fabbriche della Germania (10,3 milioni). A metà del ХХ secolo la «Izhmash» ottenne un riconoscimento mondiale come principale produttrice del mitra АК-47. Michail Kalashnikov, forse il più famoso progettista di armi da fuoco del ХХ secolo, lavorò nello stabilimento di Izhevsk per più di sessant’anni.

L’azienda ha messo a punto la produzione della quarta generazione dei mitra Kalashnikov, la serie «AK-100». Gli ingegneri della «Izhmash» hanno già progettato anche la quinta generazione, la serie «АК-200».

Oltre alle armi militari, la «Izhmash» produce un vasto assortimento di fucili da caccia e sportivi. Alcuni modelli sono stati realizzati sulla base di mitra e fucili militari già esistenti. Per esempio, le carabine da caccia «Saiga», elaborate sulla base del mitra Kalashnikov; oppure il «Tigr», basato sul fucile di precisione Dragunòv.

Tra le armi sportive, i più famosi sono i fucili del tipo «Biathlon», utilizzati oggi da molte stelle dello sport mondiale, come ad esempio la famosa atleta tedesca Kati Wilhelm. In Norvegia i fucili prodotti dalla «Izhmash» sono preferiti quasi dalla metà degli atleti che si avvicinano al biathlon.





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