I nuovi collezionisti tra record e reticenze

 Foto di RIA Novosti

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Vyacheslav Kantor, uno dei più ricchi uomini d’affari russi con interessi nel campo dei fertilizzanti e nell’immobiliare, ha trascorso gli ultimi dieci anni a mettere su la sua collezione privata di artisti del XX secolo, compresi modernisti quali Marc Chagall, Chaim Soutine e Amedeo Modigliani, o leggende del dopoguerra come Mark Rothko e Ilya Kabakov. Fa parte della nuova elite russa tornata con entusiasmo alla vecchia tradizione del collezionismo.

L’assalto russo ai mercati d’arte mondiali è iniziato nel 2004 quando per oltre 100 milioni di dollari il miliardario Viktor Vekselberg rilevò dalla famiglia Forbes l’intera collezione di uova Fabergé appena qualche mese prima che venisse messa all’asta da Sotheby’s. «C’è un grande interesse verso i capolavori impressionisti e moderni tra i ricchi russi», sostiene Marina Goncharenko, collezionista d’arte moscovita e direttrice della Galleria Gmg. «Sono più inclini a comprare opere resistite al vaglio del tempo e che rappresentano un vero investimento finanziario. È più probabile che spendano milioni per un noto impressionista piuttosto che 100mila per un contemporaneo poco noto».

La collezione Kantor comprende Ragazza seduta con vestito nero di Modigliani (1918) acquistato da Sotheby’s nel 2000 per 15,6 milioni di dollari su una stima di 12, e Le boeuf écorché di Soutine (1924), battuto all’asta da Christie’s nel febbraio 2006 per 13,8 milioni di dollari. È stato Kantor a fondare il Museum of Avant-Garde Mastery (Magma) che l’anno scorso ha presentato per la prima volta le sue opere a Ginevra, dove risiede. Tuttavia Kantor è uno tra i pochissimi grossi collezionisti russi ad avere una dimensione pubblica. Molti non parlano dei loro beni artistici adducendo motivi di sicurezza.

Roman Abramovich, il magnate del Chelsea, è considerato un altro maggiore collezionista russo. Si dice che nel maggio 2008 abbia speso 120 milioni di dollari tra Sotheby’s e Christie’s per assicurarsi un dipinto di Lucian Freud e un altro di Francis Bacon, ma egli non lo ha mai confermato.

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