Le antiche foreste boreali, una delle miglioriarmi naturali contro il riscaldamento globale.
Da uno studio pubblicato di recente su “Global Biogeochemical Cycles” è emerso che la metà del gas metano terrestre è immagazzinato nel suolo delle regioni ricoperte dal permafrost, due terzi delle quali si trovano in Russia. «Lì sotto vi sono quantità enormi di gas metano molto a rischio», osserva Josep Canadell, coautore dello studio e direttore esecutivo del Global Carbon Project.
Qualora il permafrost si sciogliesse a causa del riscaldamento globale, il gas metano rilasciato andrebbe ad aggiungersi agli altri gas serra presenti nell’atmosfera accelerando esponenzialmente il surriscaldamento globale e innescando un pericoloso circolo vizioso.
Le foreste boreali russe possono aiutare a combattere il surriscaldamento globale. |
La regione russa, spiega Canadell, contiene 1.672 miliardi di tonnellate di gas metano, in buona parte molto in profondità, «equivalente a circa il 50 per cento di quello presente nel sottosuolo mondiale».
Da altri studi era emerso invece che le cosiddette foreste vetuste, che costituiscono il 50% delle foreste boreali, sono dei veri e propri “sink” (pozzi) di anidride carbonica: ne assorbono da 0,5 a 1,3 gigatonnellate l’anno. «Questa - dice Canadell - è una ragione in più per proteggere le foreste boreali russe» che assorbono circa 500 milioni di tonnellate di biossido di carbonio l’anno, ovvero un quinto di quello assorbito dalle vaste distese terrestri.
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