“Per competere dobbiamo prepararci alle sfide del futuro”

Ruben Vardanian, presidentee amministratore delegatdi Troika Dialog.Foto di Iury Martianov,Kommersant

Ruben Vardanian, presidentee amministratore delegatdi Troika Dialog.Foto di Iury Martianov,Kommersant

“Ottimista esigente”, come ama definirsi, Ruben Vardanian è conosciuto in Russia non solo come proprietario e presidente di una delle più antiche e influenti banche di investimento del Paese, ma gode anche della reputazione di uno dei più rispettati esperti dei mercati finanziari e di uno degli uomini d'affari più attivi nel sociale. Nel suo intervento alla conferenza annuale “Russian Business Week” a Londra, trasformatasi principalmente in una dolorosa discussione sul tema della corruzione, Vardanian si è concentrato sulla “vita reale” dell'economia russa, riconoscendo nel contempo un grande potenziale e i problemi fondamentali che la Russia deve risolvere immediatamente: la modernizzazione e come attrarre e trattenere le personalità migliori.

Sig. Vardanian, Lei è da sempre molto ottimista sull'economia russa. E' ancora così?

Sono molto ottimista nel breve termine. Ad un anno da oggi, possiamo aspettarci un calo dell'inflazione e della disoccupazione, una moneta stabile e una crescita prevista del PIL del 5%.

Entro cinque anni, comunque, la Russia dovrà affrontare sfide di importanza crescente. Si verificherà una penuria di forza lavoro. Con sempre più individui vicini alla fine della loro carriera lavorativa, il sistema pensionistico sarà messo a dura prova, i prezzi della benzina saranno destinati a scendere se la Shell continua a sviluppare i suoi impianti di estrazione correnti e le risorse naturali diventeranno meno importanti.

Qual'è la sua opinione sulla modernizzazione dell'economia russa annunciata dal Presidente Medvedev?

Si tratta di una delle attività più importanti per il Paese. Dobbiamo capire che essa non dipende solo dal governo, ma anche dalla comunità imprenditoriale. Dobbiamo inevitabilmente diventare una nazione più moderna, tecnologica, innovativa ed efficiente dato che l'eterna dipendenza dalle risorse naturali non può funzionare. Per competere su scala globale dobbiamo essere pronti per le nuove sfide.

La mia preoccupazione più grande a proposito della Russia è che stiamo perdendo tempo utile per cambiare, per diventare più ambiziosi, più aperti, più creativi e desiderosi di assumersi rischi ed essere competitivi su scala mondiale. Negli anni a venire il maggiore vantaggio concorrenziale non sarà costituito dalle risorse naturali, ma dalle persone. Il Paese che sarà in grado di fornire le migliori condizioni di vita, il miglior sistema scolastico e i maggiori benefici vincerà. Nel 21° secolo, la medicina, l'istruzione, i settori creativi e tecnologici saranno i più importanti. Se vogliamo trattenere i nostri connazionali e attrarre i talenti migliori per competere a livello globale tutti devono fare la loro parte, ed è insensato attribuire l'intera responsabilità al governo. Il programma di modernizzazione è stato iniziato dal governo, ma il suo successo dipenderà dalla capacità di gestirlo efficacemente.

Crede che la tendenza alla nazionalizzazione di un numero crescente di aziende in Russia stia danneggiando l'economia?

Credo che si tratti di un processo di evoluzione naturale già verificatosi in altri Paesi nel passato. Come riportato da Troika Dialog nella sua relazione mensile, a partire dal 2004 la diversificazione dell'economia è stata principalmente guidata dallo Stato, che ha sostenuto un numero di “campioni nazionali” che non portavano ai risultati sperati. Non ho dubbi sul fatto che nei prossimi tre anni assisteremo alla privatizzazione di parte delle aziende pubbliche.

Lei è uno dei fondatori di un’ambiziosa scuola internazionale di management, Skolkovo. In passato si è assistito ad un grande scetticismo sulla capacità della Russia di creare un programma di formazione manageriale di alta qualità. Quali progressi ci sono stati fin'ora?

Effettivamente cinque anni fa nessuno credeva che la Russia fosse in grado di creare una scuola manageriale di massimo livello, in grado di ricevere il riconoscimento internazionale. Oggi siamo partner dei più importanti istituti mondiali, incluso l'MIT, e quest'estate inaugureremo il nuovo campus.

Circa il 40% del primo gruppo di studenti che hanno già iniziato a frequentare i corsi del Master nel Dicembre 2009 sono stranieri, provenienti da Germania, Finlandia, USA, India. Sono venuti a Mosca per studiare i mercati emergenti. Trascorreranno nove mesi in Russia, e altri tre mesi rispettivamente in Cina e India.

Dovranno anche portare a termine un importante progetto imprenditoriale, dato che il fine ultimo della scuola è quello di creare imprenditori, non manager. Abbiamo persino istituito un fondo capitale di rischio che finanzierà i loro progetti.

Non sono ancora convinta, perché qualcuno dovrebbe venire in Russia per conseguire un Master?

Crediamo che sia più vantaggioso che leggere case study sui mercati emergenti o studiare tali mercati nelle scuole di Londra o degli USA. E' necessario vivere questi mercati, toccare con mano quello che sta accadendo.

Insegnate ai vostri studenti come convivere con il sistema corrotto?

No, sicuramente non incoraggiamo loro ad essere corrotti, ma evidenziamo come la corruzione rappresenti un problema importante. Tutti i membri fondatori, che comprendono alcuni tra i maggiori imprenditori del Paese, conducono personalmente i colloqui di ammissione dei candidati. La mia domanda preferita è: immaginiamo di giocare a carte. Ad un certo punto lei si accorge che uno dei suoi partner sta barando. Qual'è la sua reazione? Continua a giocare, si ferma, bara a sua volta o inizia una discussione? La scelta è sua. Io sono interessato alla sua reazione.

La Russia ha ricevuto molta pubblicità negativa dopo il decesso dell'avvocato Sergei Magnitsky, avvenuto in prigione.

E' stato un avvenimento veramente triste e credo che l'immagine del Paese sia stata notevolmente danneggiata. La nostra è una nazione molto complicata e varia, ora stiamo vivendo un periodo di transizione e ancora molto rimane da fare prima della creazione di un solido sistema giuridico.

Ciò nonostante, l'impressione che hanno molti imprenditori stranieri è che le regole del gioco siano più chiare in Cina che in Russia, e per questo preferiscono fare affari in Cina.

Questa è la differenza. Il vero problema in Russia è la presenza di così tanti gruppi di interesse, e le regole del gioco sono meno chiare. Non è quindi un problema di Stato corrotto contro Stato non corrotto, quanto di rendere chiare le regole.

Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie