Porte aperte ai cervelli e agli esperti della formazione

Per migliorare il clima degli investimenti e modernizzare il Paese, servono specialisti stranieri qualificati e investitori. Per favorire la loro mobilità nel paese, il governo ha deciso di semplificare in maniera radicale le procedure burocratiche.

Tra le proposte varate dal ministero dello Sviluppo Economico russo per migliorare il clima degli investimenti, colpisce che al primo punto appaia la semplificazione delle procedure d’immigrazione. «L’obiettivo principale è quello di attirare nel paese i migliori cervelli», ha spiegato un funzionario del ministero. Si tratta non solo di quadri destinati a costituire la futura “Città delle innovazioni”, ma anche di personale destinato al settore della formazione, perché «non è possibile attuare alcuna modernizzazione senza poter contare su menti brillanti».

Le proposte sono state elaborate dal Servizio federale dell’immigrazione (Fms), afferma il consigliere del direttore dell’Fms Oleg Artamonov. «Abbiamo già collaudato questo meccanismo con la Francia, con la quale la Russia ha firmato l’accordo sulle preferenze nei confronti di specialisti altamente qualificati, dirigenti, relativi familiari e collaboratori», aggiunge. L’abolizione delle limitazioni sul mercato del lavoro e il miglioramento del regime dei visti sono necessari - sostiene Artamov - per far confluire in Russia innovatori, investitori e persone in grado di importare tecnologie.

Per queste categorie, i funzionari propongono di eliminare del tutto le quote per il rilascio dei permessi di lavoro e degli inviti per entrare nel Paese, abolendo completamente la richiesta d’autorizzazione per l’impiego di lavoratori stranieri, nonché la necessità di ratificare la loro assunzione presso l’ente preposto all’occupazione. Se oggi la prassi per formalizzare i documenti di un dipendente straniero richiede dai 12 ai 23 mesi, dopo i cambiamenti basterà non più di un mese, dichiara il rapporto presentato dal ministero dello Sviluppo economico.

Adesso uno straniero può ottenere il permesso di lavoro per un anno, e per di più specificatamente in una regione (se lavora a San Pietroburgo, il permesso non gli consente di lavorare anche a Mosca). Il ministero propone di emettere un’autorizzazione unica e di prolungarne la validità fino a tre anni o fino alla scadenza del contratto, introducendo gli stessi limiti temporali anche per i visti di lavoro. «I permessi di lavoro rilasciati agli stranieri su base annuale fanno ridere», dichiara un funzionario del governo. «Come del resto i passaporti, che hanno una validità quinquennale e sembrano addirittura una barzelletta. Ai nostri studiosi, in possesso di passaporti che scadono ogni cinque anni, gli Stati stranieri concedono visti della durata di 10 anni».

«Che gli investimenti stranieri siano rallentati in una certa misura dalle barriere d’immigrazione e che questa situazione influenzi le decisioni sugli investimenti, è un dato di fatto e lo confermano i giudizi dei nostri clienti», afferma Evgenij Rejzman, partner di Baker & McKenzie.

I funzionari del ministero dello Sviluppo economico e del Servizio federale d’immigrazione sperano di promuovere le modifiche in modo abbastanza veloce, per farle entrare in vigore a partire dal 1º gennaio del 2011.

E, aggiunge Rejzman, «è necessario ampliare quanto più possibile la lista delle categorie di lavoratori non contingentate a favore dei manager e tecnici qualificati».

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