Il terremoto doping divide l'opinione pubblica

La finale dei 1.500 metri femminili ai Mondiali di atletica che si sono tenuti nello stadio Luzhniki di Mosca

La finale dei 1.500 metri femminili ai Mondiali di atletica che si sono tenuti nello stadio Luzhniki di Mosca

EPA
Lo scandalo che ha travolto gli atleti russi ha avuto grande eco sui blog. E fra chi intravede dietro questa vicenda una manovra politica, c’è anche chi reputa assolutamente giusti i provvedimenti chiesti dalla Commissione dell’Agenzia mondiale anti-doping

Soffia vento di bufera sullo sport russo. Il 9 novembre 2015 la Commissione dell’Agenzia mondiale anti-doping (Wada) ha invitato la Federazione internazionale di atletica (Iaaf) a squalificare la Federazione russa di atletica leggera a seguito di sistematiche carenze nei controlli anti-doping sugli atleti russi. Alla luce di tali accuse, come ha dichiarato il ministro russo dello Sport, Vitaly Mutko, gli atleti potrebbero essere esclusi dalla partecipazione ai Giochi Olimpici del 2016 a Rio de Janeiro.

Una sindrome antirussa?

I blogger russi hanno reagito istantaneamente alle notizie diffuse dalla Wada. Alcuni di loro ritengono che dietro questo caso ci siano evidenti motivazioni di ordine politico. Nyka_huldra su Live journal vede nelle azioni della Wada un tentativo di “torchiare i russi” per rispedirli dietro la “cortina di ferro”. “Un’indagine? Macché! I funzionari sportivi delle organizzazioni internazionali non solo hanno stilato gli elenchi degli atleti russi da squalificare a vita - e fin qui niente di nuovo - ma per la prima volta hanno invitato a escludere i nostri atleti anche da tutte le gare sotto l’egida della Federazione internazionale di atletica leggera. E inoltre, è stato detto che in Russia si è creato un sistema di tolleranza verso il doping”, scrive nyka_huldra. “Questo caso è l’ennesima dimostrazione della sindrome antirussa che sta montando. Ma quello che fa doppiamente male è che siano coinvolti dei funzionari sportivi”.

Atletica, Putin: "Lotteremo
contro il doping. Ma non
possono pagare tutti"

El Myurida commenta invece sulla sua pagina Facebook che la si può definire una “rappresaglia” per annullare il Campionato del mondo di calcio in Russia del 2018 offerto “in dono” a Putin.

Tempo fa il noto politico russo Ilya Konstantinov, che pubblica su Live journal con il nickname ivkonstant, in un post dal titolo “I fabbri della cortina di ferro” aveva alluso a un possibile utilizzo di doping da parte degli atleti russi; precisando, tuttavia, di non riuscire a capire come mai si dovessero escludere solo i russi dalle gare e non gli atleti di altri Paesi che molto probabilmente ricorrevano alle stesse sostanze vietate. “… Quello che non ammetto è che per l’assolata Colombia o in Somalia possano valere altre regole. Forse perché non dispongono di armi nucleari. Ma è solo una questione di tempo. In ogni caso, loro non vengono esclusi dalle gare internazionali”, scrive. Ivkonstant ravvisa in questa posizione un desiderio di isolare la Russia, che avvantaggia chi all’interno della Federazione Russa vede il Paese come una fortezza assediata.

“Non è uno scherzo”

Un’altra parte della "blogosfera" ritiene invece legittime le accuse che sono state mosse contro gli atleti russi. Ni_usa, su Live journal commenta che “qui la politica non c’entra. L’etica olimpica naturalmente vieta il ricorso al doping. Per questo i test biologici effettuati sugli atleti vengono conservati per molti anni e ripetuti periodicamente, ricorrendo sempre a nuovi metodi di analisi”.

“Non si sono mai avuti dubbi sull’uso massiccio del doping nello sport. Stupisce solo che non vengano beccati in massa coloro che lo utilizzano. Allo scorso Campionato del mondo di atletica leggera non hanno gareggiato gli atleti russi di una serie di discipline di questo sport” scrive un altro utente di Goole+, Vitaly Fersanov.

Il blogger Murarius su Live journal ritiene che i funzionari russi non siano ancora pronti a compiere un simile passo. “Non penso che i nostri siano pronti a una svolta simile. Mutko (il ministro russo dello Sport, ndr) si è defilato: “Noi non c’entriamo, siete voi i colpevoli” e al tempo stesso è in corso una febbrile ricerca di una “giusta discolpa”. Perché l’esclusione degli atleti di un intero Stato dalle Olimpiadi non è uno scherzo”, dice il blogger.

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