Quell'albergo che ha fatto storia

In tempi più recenti il Metropol di Mosca ha ospitato vip internazionali come Gérard Depardieu, Arnold Schwarzenegger e Sharon Stone (Foto: ufficio stampa)

In tempi più recenti il Metropol di Mosca ha ospitato vip internazionali come Gérard Depardieu, Arnold Schwarzenegger e Sharon Stone (Foto: ufficio stampa)

L’hotel Metropol, omaggio russo all’Art Nouveau, è una delle principali attrazioni della capitale russa. Simbolo della città, in passato ha ospitato personaggi del calibro di Lev Tolstoj e Ilya Repin

L’Hotel Metropol, celebre albergo a cinque stelle dove in epoche diverse hanno alloggiato artisti famosi, politici e membri di famiglie reali, è una delle principali attrazioni della capitale russa. La sua trasformazione da centro termale a grande complesso alberghiero va attribuita al mecenate Savva Mamontov, il quale mediante un progetto innovativo diede inizio alla costruzione di uno dei principali monumenti architettonici della capitale.

 
Nella piazza del Kgb

Il progetto iniziale

L’Hotel Metropol così come lo conosciamo oggi è stato ideato da Savva Mamontov, un noto industriale e mecenate russo. Sul calare del XIX secolo, Mamontov acquistò l’hotel e diede inizio a un ingente progetto edile che prevedeva la costruzione di un centro culturale, che al suo interno avrebbe ospitato, oltre alla struttura alberghiera, un ristorante, un teatro e una galleria d'arte. Le opere di costruzione furono avviate con successo. Alcuni mesi più tardi, tuttavia, a seguito di un processo scandaloso contro lo stesso Savva Mamontov, accusato di numerose appropriazioni indebite, il progetto venne modificato: al posto del teatro venne costruito un ristorante e la struttura originale del complesso fu completamente modificata.

Prima dell’intervento di Mamontov, la struttura era un complesso alberghiero a tre piani, famoso per i suoi bagni. L'hotel si chiamava "Chelyshi" dal cognome del proprietario, il mercante Chelyshev e, nonostante l’edificio avesse un aspetto piuttosto ordinario, nelle sue stanze erano visitate da personaggi del calibro di Lev Tolstoj e dell'artista Ilya Repin.

Un edificio realizzato come un’opera d’arte

L’hotel era dotato dei migliori confort: ascensori elettrici, acqua calda, impianti di refrigerazione e sistemi di ventilazione speciali. L'interesse per le nuove tecnologie era dopotutto una delle caratteristiche principali dell’Art Nouveau, soprattutto in ambito architettonico. Come se non bastasse, nel perfetto rispetto delle tradizioni di questa corrente, in tutto l’hotel - che vantava 400 camere - non ve ne erano due uguali.

La parte superiore della facciata del palazzo è decorata con pannelli mosaicali colorati, realizzati principalmente con la tecnica della maiolica: terracotta dipinta con smalti colorati. Il design degli interni rispecchia stili diversi: le camere sono arredate in stile neoclassico, neo-russo e altre correnti artistiche del XVIII secolo.

I più celebri artisti dell’epoca contribuirono a decorare il Metropol. Sergei Chekhonin realizzò gli schizzi dei dipinti che decorano la volta del salone ristorante. Il pannello mosaicale "Principessa dei Sogni" di Mikhail Vrubel venne realizzato nel noto laboratorio di Savva Mamontov ad Abramtzevo. Situato sulla facciata principale dell'hotel, esso si basa sull’opera drammatica di Edmond Rostand "La Princesse lointaine", una pièce che a quell’epoca godeva di grande successo in Russia.

Un monumento architettonico sotto la pressione degli eventi del XX secolo

Nel 1917, durante la Rivoluzione, il Metropol, con la sua architettura sofisticata, camere e ristoranti di lusso, venne improvvisamente trasformato in una fortezza militare. Divenne il centro di aspri scontri tra i cadetti militari, seguaci del governo provvisorio, che si trovavano al suo interno, e i drappelli delle Guardie rosse che assediavano il Metropol. L’hotel venne conquistato dopo un pesante bombardamento che danneggiò significativamente l'edificio. Le successive opere di restauro si protrassero per circa un anno.

Con l’arrivo al potere dei bolscevichi, la facciata subì delle modifiche. Originalmente su di essa compariva la seguente citazione di Friedrich Nietzsche: "Ancora una volta la vecchia verità: quando costruisci una casa, noti che hai imparato qualcosa". Nel 1919 essa venne sostituita da una frase di Lenin: "Solo la dittatura del proletariato può emancipare l'umanità dall'oppressione del capitale." Le parole di Nietzsche si sono tuttavia parzialmente conservate e ancora oggi se ne possono scorgere i resti.

Nel 1918 i bolscevichi trasferirono la capitale a Mosca. Il nuovo governo scelse il Metropol come una delle sue residenze. L'albergo passò a chiamarsi la "Seconda Casa dei Soviet" (la prima era un altro hotel di lusso, il Natsional, all'angolo tra la Tverskaya e l’ulitsa Mokhovaya). Al posto degli ospiti illustri in abiti eleganti, i suoi corridoi vennero di colpo invasi da personaggi austeri in giacche di pelle: i funzionari del nuovo governo. Il Metropol divenne il luogo in cui Lenin faceva i suoi discorsi e in cui vissero e lavorarono diplomatici come Chicherin, Sverdlov e Bucharin. Le camere dove vivevano i ministri sovietici vennero convertite in sale d'attesa e uffici dei Ministeri. Con il progressivo rafforzamento dello status internazionale del governo sovietico, Mosca iniziò di nuovo a essere visitata da personaggi eminenti provenienti dall'estero, e fu così che il Metropol ritornò alla sua funzione di hotel di lusso. Presso il Metropol alloggiarono, durante le loro visite moscovite, ospiti piuttosto importanti per il governo sovietico, come Bernard Shaw, Bertolt Brecht, Marlene Dietrich, e via dicendo.

Tra il 1986 e il 1991, l’hotel fu ristrutturato: la facciata recuperò il suo aspetto originale, gli interni vennero ripuliti dagli strati di vernice e gli affreschi e tutti gli elementi decorativi originali vennero ripristinati.

Oggi, l'edificio dell'Hotel Metropol, dopo tutte le vicissitudini e i restauri a cui fu sottoposto, costituisce un’opera magnifica dell’Art Nouveau. È uno dei migliori alberghi del mondo, come dimostrano i suoi famosi ospiti, quali Gérard Depardieu, Arnold Schwarzenegger, Sharon Stone, Montserrat Caballé e Michael Jackson.

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