Kashira, da avamposto medievale a capitale della luce

"Russia Oggi" vi manda una cartolina da Kashira (Foto: William Brumfield)

"Russia Oggi" vi manda una cartolina da Kashira (Foto: William Brumfield)

Più volte saccheggiato durante il cosiddetto secolo buio, questo villaggio sulle rive del fiume Oka vide le sue sorti migliorare in epoca sovietica

Situata sulla sponda destra del fiume Oka, a 115 chilometri a Sud di Mosca, Kashira è una pittoresca e ridente cittadina di provincia di circa 42mila abitanti.

A causa del suo ruolo centrale nello sviluppo dell’industria elettrica sovietica, Kashira ha prestato, per decenni, scarsa attenzione al suo patrimonio architettonico, che solo ora sta venendo restaurato, con un certo successo.

Durante il periodo medievale, la maggior parte delle città a Sud di Mosca, servivano da avamposti difensivi, giacché Mosca era più vulnerabile agli attacchi provenienti da quella direzione. Kashira era uno di questi centri difensivi e, fra tutti, pagò il prezzo più alto per questo ruolo.

Il primo riferimento documentato all'insediamento risale al 1350. Kashira apparteneva ai domini del principe Ivan II, che lo cedette al figlio Dmitri, noto per la sua grande vittoria su Khan Mamai dell'Orda d'Oro, nel 1380.

A quel tempo, Kashira si trovava sulla riva sinistra (Nord) del fiume Oka, nei pressi del piccolo fiume Kashirka.

Nel 1480, durante il regno di Ivan III, Kashira svolse un ruolo cruciale nel porre formalmente fine al dominio tataro sui territori russi.

Per un breve periodo, agli inizi del XVI secolo, fu fonte di reddito per i principi tartari che avevano giurato fedeltà a Mosca.

Nel 1498, il significato spirituale della città aumentò con la costruzione, nelle sue vicinanze, del Monastero della Trinità di Belopesotsky.

Una nuova minaccia, proveniente da Sud, comparve nei primi anni del XVI secolo, quando i tatari di Crimea lanciarono numerosi attacchi alla Moscovia. Nel 1531, la città venne fortificata. Ciononostante, Kashira fu saccheggiata ripetutamente durante tutto il XVI secolo.

L'attacco più devastante ebbe luogo nel 1571, quando il Khan di Crimea, Devlet-Ghirei I (1512-1577), riuscì a ingannare le forze di Ivan IV (il Terribile) e a raggiungere, a maggio, la periferia di Mosca.

Il Khan di Crimea non riuscì a conquistare il Cremlino, ma sì a incendiare la parte meridionale della città, costituita prevalentemente da edifici di legno.

Il vento e il caldo originarono una terribile tempesta di fuoco che distrusse gran parte della città, causando decine di migliaia di morti. Kashira fu una delle molte città a venire saccheggiata durante questa invasione.

Nel 1572, Devlet-Ghirei ritornò alla carica con il sostegno ottomano. Questa volta, però, trovò le forze russe pronte ad aspettarlo.

Il leader di Crimea, dopo il successo dell'anno precedente, era intenzionato a soggiogare l’intera Moscovia. Le sue forze di oltre 100mila uomini vennero, tuttavia, deviate e sconfitte nei pressi del villaggio di Molodi, a Nord di Kashira. I tatari di Crimea non tentarono mai più un altro attacco contro Mosca.

La grande vittoria russa di Molodi non servì, tuttavia, a risollevare le sorti di Kashira, afflitta da peste e carestia nel 1601 e nel 1602.

Dopo la morte dello zar Boris Godunov, nel 1605, Kashira, come altre città russe, cadde nel caos dell’interregno dinastico, conosciuto come il Periodo dei Disordini.

L'incoronazione dello zar Mikhail Romanov, nel 1613, non pose fine ai problemi della Russia. Nel 1618, le forze cosacche guidate da Hetman Peter Sagaidachny e incoraggiate da un pretendente al trono di Mosca, il polacco Władysław IV Waza, saccheggiarono diverse città russe, tra cui Kashira.

Nel 1620 i resti desolati di Kashira furono abbandonati e la città fu ricostruita sulla sponda opposta dell’Oka, con una fortezza in stile europeo.

La fortezza non fu mai attaccata e, a partire dal XVIII secolo, Kashira divenne un importante centro regionale di scambio per il grano e il bestiame.

A seguito di una riforma dei centri provinciali, attuata da Caterina la Grande, nel 1779, la città assunse una nuova planimetria, che è quella che si è poi mantenuta fino ai giorni nostri.

Vista la storia turbolenta della città, quasi nessuno degli edifici costruiti prima degli inizi del XIX secolo si è conservato. Un'eccezione è la Chiesa dei Santi Flor e Lavr (1776), con un interno del XIX secolo, che si è straordinariamente preservato.

Inoltre, nel corso del XIX secolo, lo spirito neoclassico del regno di Caterina venne applicato a un certo numero di chiese, tra cui la Cattedrale principale della Dormizione, iniziata alla fine del 1820 e completata nel 1842. Profanata durante il periodo sovietico, è stata di recente restaurata.

Un altro monumento degno di nota è la Chiesa della Presentazione (1802-1817), la cui altissima torre campanaria domina il centro città. Anche il suo interno è in fase di restauro, come quello della Chiesa dell'Ascensione (1826-1842), che sorge nelle vicinanze.

La struttura più curiosa del centro cittadino è una torre idrica, costruita agli inizi del XX secolo, sullo stile di un castello medievale. Il resto degli edifici del modesto centro includono vari esempi di architettura sovietica: da un cinema e una discoteca in stile costruttivista, a una banca statale in stile revival neoclassico.

Parte del fascino di Kashira sono le graziose case, risalenti al XIX secolo, che puntellano il piccolo centro cittadino.

Nonostante i collegamenti ferroviari e fluviali, Kashira rimase una città distrettuale minore fino agli inizi del XX secolo. Tutto cambiò nel 1919, quando Kashira fu scelta quale sede per la costruzione di una centrale elettrica che avrebbe contribuito a lanciare la campagna sovietica mirata a portare l’energia elettrica in tutto il Paese.

La prima fase fu completata nel 1922, utilizzando le risorse del posto: morbido carbone marrone e torba.

La centrale elettrica alimentata a carbone della città di Kashira si è evoluta nel corso dei decenni fino a raggiungere la capacità di produzione attuale di 1.900 megawatt. Nonostante, nell'autunno del 1941, i carri armati del generale tedesco Heinz Guderian avessero raggiunto Kashira, la produzione di energia venne interrotta solo per un breve tempo, e la Wehrmacht venne respinta nel dicembre 1941, dopo la vittoria sovietica nella battaglia di Mosca.

L’enorme centrale elettrica di Kashira è ben visibile lungo il fiume Oka, quando ci si avvicina alla città di Mosca. Le persone in visita a Kashira dovrebbero fare un salto anche al Monastero della Trinità di Belopesotsky, accessibile attraverso il fiume Oka in direzione di Stupino.

Parte dei suoi muri di mattoni risalgono al XVI secolo, mentre si pensa che la sua luminosa Cattedrale della Trinità sia stata eretta nel tardo XVII secolo. Il complesso è stato restaurato e funziona tuttora come convento, pertanto, all'interno delle sue antiche mura, si richiede un comportamento rispettoso.

Come arrivare: prendete uno dei treni che, regolarmente, partono da Mosca dalla stazione ferroviaria di Paveletsky e scendete a Kashira

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