Servizio civile, un’alternativa per i giovani

“Finita l’università mi si è presentato un problema: l’obbligo del servizio militare - racconta il giovane -. Non mi interessava continuare gli studi. Così ho scoperto il servizio civile” (Foto: archivio personale)

“Finita l’università mi si è presentato un problema: l’obbligo del servizio militare - racconta il giovane -. Non mi interessava continuare gli studi. Così ho scoperto il servizio civile” (Foto: archivio personale)

Il racconto di chi ha deciso di intraprendere questa strada, al posto del servizio militare obbligatorio: “Ecco come è diventato un lavoro di grande responsabilità”

Il servizio militare di un anno in Russia è obbligatorio per tutti i giovani dai 18 ai 27 anni. Alcuni di loro, però, non lo fanno: c’è chi frequenta l’università, chi ignora la chiamata, chi invece paga qualche mazzetta per essere esonerato. Rbth ha incontrato un ragazzo che ha scelto il servizio alternativo. 

“Finita l’università mi si è presentato un problema: l’obbligo del servizio militare - racconta il giovane -. Non mi interessava continuare gli studi, ma consideravo umiliante ignorare la chiamata o nascondermi. E non avevo di certo la possibilità di allungare mazzette. Così ho scoperto il servizio civile”.

L’organizzazione per la difesa dei diritti dell'uomo “Cittadino ed esercito" lo ha aiutato a preparare la documentazione necessaria. “Sicuro delle mie capacità e della mia decisione, mi sono diretto all'ufficio per l’arruolamento militare. La segretaria era molto sorpresa e felice per il fatto che mi fossi presentato volontariamente, ma dopo averle comunicato che intendevo fare il servizio civile alternativo, il gioioso sorriso sul suo volto si è tramutato in un’espressione di indifferenza. Ho fatto la visita medica, ho compilato i formulari e sono andato a casa ad aspettare la convocazione della Commissione per l’approvazione del servizio civile”.

La sua è stata una decisione ben ponderata: “Mi ero preparato un discorso in merito all'inaccettabilità dell’obbligo, alla filosofia della non-violenza e alla libertà di scelta. Dopo esser sopravvissuto ad un paio di ore di pressioni con domande del tipo: Cosa c’è? Non sei un uomo? E se veniamo attaccati dal nemico? Ha i capelli lunghi, sicuramente è un hippy!, ho finalmente ottenuto una tessera che mi permetteva di svolgere un incarico alternativo”.

 
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Il postino di riserva

Il luogo di svolgimento del servizio militare viene assegnato indipendentemente dalle proprie preferenze. Possono essere assegnati diversi istituti governativi: dalle biblioteche agli ospedali ai trasporti pubblici. Fortunatamente a me è stato affidato l’incarico di postino nell’ufficio centrale di Mosca, a soli 30 minuti da casa mia.

Il team del mio dipartimento era principalmente costituito da donne e, occasionalmente, da uomini della stessa fascia d’età: 40-50 anni. Molti di loro lavoravano presso l'ufficio postale da più di 10 anni. Solo una volta ho incontrato un altro ragazzo. Ho scoperto che anche lui era un "alternativo", finito nell'ufficio postale per motivi religiosi in quanto testimone di Geova. La probabilità di incontrarsi era così piccola che scherzavamo sul fatto di essere reciproche allucinazioni.

Il lavoro di un impiegato "alternativo" non è diverso da quello di un normale dipendente: responsabilità, orari, stipendio, vacanze, assenze per malattia. Semplicemente per un periodo di due anni (la durata del servizio militare è invece di un anno) sei obbligato a restare fisso in un luogo, senza alcuna possibilità di cambiare posizione o professione.

“Arrivavo in ufficio alle 7 del mattino, raccoglievo la posta per la mia sezione e dopodiché dividevo la corrispondenza - racconta -. Nelle mie passeggiate mattutine mi accompagnavano audiolibri e musica. Per due o tre ore giravo per la mia sezione, composta da 16 case. Molto presto, dopo aver preso dimestichezza con il lavoro, finivo la giornata lavorativa prima dell’orario previsto”.

“Sei mesi più tardi mi hanno affidato il ruolo della distribuzione delle pensioni. È un lavoro di responsabilità, non solo per la quantità di soldi che portavo con me, ma anche per le relazioni con gli anziani. Mi aspettavano ogni mese in un giorno ben preciso, e mi lasciavano come mancia gli spiccioli che restavano dalle loro pensioni”.

“Ricordo che all'inizio del mio incarico i colleghi si rivolgevano a me in modo aggressivo, dicevano che io avevo "scansato" il militare e dicevano cattiverie circa il mio aspetto esteriore non ordinario. Ma nel corso del tempo hanno cominciato ad abituarsi e a cambiare atteggiamento. Adesso mi chiedono di restare, dicono che sentiranno la mia mancanza”.

“Non ho alcun rimpianto per aver vissuto questa esperienza di due anni. Non avrei avuto la possibilità di conoscere queste persone nella vita reale. E soprattutto, sono rimasto fedele alle mie convinzioni e ho adempiuto al mio dovere di cittadino”.

D’ora in poi, passeggiando per la città, fate caso alle cassette postali appese alle pareti delle case. Ogni giorno, mentre la maggior parte delle persone pensa solo ad andare a lavoro, qualcuno distribuisce loro delle lettere. E forse, come me, quest'uomo ascolta con le cuffie le canzoni di John Lennon. 

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