Business in Russia, il segreto del successo

Pierre Casse, docente di leadership presso la Scuola di Management Skolkovo di Mosca (Foto: Skolkovo)

Pierre Casse, docente di leadership presso la Scuola di Management Skolkovo di Mosca (Foto: Skolkovo)

Pierre Casse, professore di leadership alla scuola di Management Skolkovo di Mosca, spiega a Rbth perché lasciare Putin da solo al summit dei G20 di Brisbane è stato un errore, e rivela qual è la parola d’ordine per riuscire negli affari in Russia

Attraverso una serie di interviste con i professori della Scuola di management Skolkovo di Mosca, Rbth rivela i segreti per fare affari con i russi. Pierre Casse è docente di leadership presso la Scuola di Management Skolkovo di Mosca.

Come spiegherebbe l’attuale impasse nelle comunicazioni tra Occidente e Russia - non solo nel campo della politica, ma anche degli affari?

Quando tento di spiegare ai miei colleghi stranieri perché la Russia reagisce come reagisce, ad esempio nel caso dell’Ucraina, loro appaiono sempre scettici. Se i russi si sentono costretti in un angolo si coalizzano e oppongono resistenza, anche se non approvano ciò che sta accadendo. E benché non tutti amino il grande capo, tutti diventano pronti ad appoggiarlo.

In che modo è possibile indurre i russi a collaborare?

Posso dirle ciò che non si deve fare, ovvero comportarsi come è stato fatto all’incontro dei G20 in Australia, in cui Putin è stato lasciato solo a un tavolo: una scena che è stata ripresa dalle tv di tutto il mondo. È stato un gesto stupido, perché ha indotto Putin ad andarsene e i russi – compresi quelli che vivono all’etero – a dire: “guarda come ci trattano. Non solo come trattano Putin, ma come trattano noi”. Un paio di mesi fa, durante un’intervista a una rete televisiva, mi è stato chiesto di Putin. Ho risposto che sta facendo la cosa giusta, ma nel modo sbagliato.

Perché?

La Russia è come la Francia. I russi sono ingestibili. Immagino sia per questo che tra i due Paesi storicamente esiste un forte legame. In una situazione di crisi come quella attuale i russi hanno bisogno di qualcuno che prenda in mano la situazione e impartisca ordini. Occorre qualcuno che apra il sistema gradualmente, cautamente, e che crei un ceto medio... Ci vuole tempo.

In Russia la distribuzione verticale del potere politico si riflette anche nel mondo degli affari?

In questo momento è così che deve essere. Ai miei studenti di Skolkovo io dico che per adesso le cose funzionano così, ma che occorre prepararsi al passo successivo. E il passo successivo, sia nel settore pubblico che in quello privato, non prevede una leadership dal basso verso l’alto bensì una gestione basata sul delegare. Non c’è scelta: se a questi giovani non affideremo delle responsabilità, se ne andranno. La Russia è ricca di potenzialità. Dieci anni fa, quando iniziai ad insegnare qui a Skolkovo, i partecipanti ai miei seminari erano soprattutto amministratori di società che venivano accompagnati da guardie del corpo - le quali rimanevano in un angolo con le mitragliette in mano. Alla fine del mio primo seminario vennero da per me per dire: “Mi piace quello che fa. Verrebbe nella mia azienda?”. Dieci anni fa le persone volevano arricchirsi rubando. Oggi i russi vogliono arricchirsi con il lavoro. Le cose sono molto cambiate in dieci anni.

In che modo i russi sono diversi da altri nel modo di fare affari?

A quanto mi è capitato di notare i russi sono molto cordiali ed emotivi. Qui a Skolkovo, se nei primi trenta minuti di un seminario non riesci a creare un buon legame emotivo con chi ti ascolta, alla fine della ricreazione ti trovi l’aula vuota. Inoltre i russi amano giocare con le idee, come i francesi. Chi viene in Russia per fare affari o per insegnare deve sapere che qui gli affari sono essenzialmente incentrati sulle persone, e la parola d’ordine è fiducia. Per iniziare, occorre creare un rapporto di fiducia, che condurrà a: “tu dici la tua, io dico la mia, e insieme troviamo delle soluzioni e accresciamo la stima reciproca”. Una volta arrivato a quel punto hai gettato le basi, e puoi passare a “cosa possiamo fare insieme” e “in che modo possiamo farlo insieme”.

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