Gli esperti assicurano che in futuro il divario finanziario tra Federazione Russa e Vecchio Mondo sarà maggiore(Foto: RIA Novosti / Alexei Filippov)
La Russia riesce a fronteggiare la crisi economica globale con maggiore successo rispetto alla maggior parte dei Paesi sviluppati, come testimoniano i dati della Banca Mondiale pubblicati a luglio 2013.
Nel 2012 sulla base del Pil a parità di potere d’acquisto la Russia ha superato tutti i Paesi dell’Unione Europea, inclusa la Germania che occupava il sesto posto nella classifica mondiale. Nella cinquina al vertice davanti alla Russia c’erano gli Usa, la Cina, l’India e il Giappone. Si segnala anche che i dati della Banca Mondiale hanno confermato la classifica del Fondo Monetario Internazionale pubblicata alla fine del 2012 in cui però la Russia ha leggermente ceduto il passo alla Germania, occupando la sesta posizione.
Secondo gli esperti il rating di luglio 2013 della Banca Mondiale, che contempla il reale potere d’acquisto della moneta, è l’ennesima conferma del livello raggiunto dall’economia russa. La Russia è passata dal nono all’ottavo posto per Pil nominale (secondo il rapporto del Fmi); inoltre, all’inizio di luglio 2013, la Banca Mondiale ha inserito la Russia nel gruppo dei Paesi ad alto reddito pro capite, benché nel corso dell’ultimo decennio sia rientrata nel novero dei Paesi a reddito medio alto.
La scalata della classifica rappresenta un vantaggio non secondario per l’ingresso della Russia nell’Ocse (l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), previsto per il 2015. Per la crescita del Pnl pro capite gli esperti dell’Ocse raccomandano di aumentare la produttività del lavoro, stimolare le innovazioni e perfezionare la gestione finanziaria e fiscale.
I successi dell’economia russa non sorprendono gli esperti; secondo il parere di Yaroslav Lisovolik, capo economista della Deutshce Bank, la classifica del Pil a parità di potere d’acquisto rispecchia in modo piuttosto fedele la situazione del consumo di merci e di servizi nell’economia. “L’economia russa genera crescita, avvalendosi dei prezzi favorevoli sul petrolio, mentre l’Europa si trova in recessione e le prospettive di uscita dalla crisi non sono chiare. La situazione appare particolarmente complessa nell’Europa meridionale, con ripercussioni anche sulla Germania e su altri Paesi. In definitiva da questa crisi la Russia sta perdendo meno rispetto all’Europa. Inoltre nel corso dell’ultimo anno e mezzo il rublo ha mostrato risultati positivi sullo sfondo del crollo negli altri mercati in via di sviluppo”, ha dichiarato Lisovolik.
Anche Dmitri Orlov, direttore generale dell’Agenzia delle comunicazioni politiche ed economiche, ritiene che il posto della Russia nelle classifiche basate sul Pil sia del tutto legittimo. “Per prodotto lordo e potere d’acquisto con tutti i problemi che abbiamo siamo lontani dalla Cina, ma ben più in alto dell’Europa”, ha rilevato l’analista. Che cosa attende l’economia russa in futuro? La domanda è di enorme interesse sia per i comuni cittadini russi sia per gli investitori mondiali, che stanno studiando il Paese con particolare attenzione.
Il Fondo Monetario Internazionale ha di recente abbassato le previsioni di crescita della Federazione per il 2013 al 2,5 per cento. Quelle della Banca Mondiale sono appena al di sotto, al 2,3 per cento. D’altro canto cifre simili appaiono piuttosto alte sullo sfondo delle prospettive di crescita del Pil degli Stati Uniti (1,7 per cento) e della recessione europea (-0,6 per cento).
È anche vero che la dinamica di crescita economica dei due vicini del gruppo dei Brics rimane come prima più impressionante di quella russa (7,8 in Cina e 5,6 per cento in India).
Gli esperti chiamati in causa sostengono che nel 2014, a causa della stagnazione dell’eurozona, il divario tra Russia ed Europa sarà destinato ad aumentare e allo stesso tempo la Federazione sarà costretta ad arretrare di fronte ai Paesi asiatici.
“La Cina e l’India consolideranno le proprie posizioni in classifica” assicura Orlov. Lisovolik è d’accordo e rileva anche che, nonostante l’avanzamento nel rapporto della Banca Mondiale, il problema della mancanza di crescita economica rimane e, anzi, si configura come una questione piuttosto scottante.
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