San Pietroburgo, la parola al nuovo Console

“Così cresceranno i rapporti con questa città”

Leonardo Bencini, Console Generale d’Italia a San Pietroburgo (Foto: ufficio stampa)

Leonardo Bencini, Console Generale d’Italia a San Pietroburgo (Foto: ufficio stampa)

Intervista al nuovo Console Leonardo Bencini, che spiega come si svilupperanno le relazioni culturali, turistiche e commerciali tra il Belpaese e la Venezia del Nord

La prima rivoluzione è partita dal Web. Più precisamente da Facebook, dove da diverse settimane è attiva la nuova pagina del Consolato Generale d’Italia a San Pietroburgo. Una vetrina di annunci, eventi, informazioni e richieste, nata con l’insediamento del nuovo Console Generale d’Italia a San Pietroburgo, Leonardo Bencini, che proprio dal Web ha voluto lanciare un forte segnale di svecchiamento e incremento delle attività del Consolato. “La vita culturale a San Pietroburgo è molto intensa - spiega il nuovo Console -, e l’Italia, tramite il Consolato Generale e l’Istituto di Cultura, partecipa a quasi tutte le principali manifestazioni, siano esse di musica, cinema, teatro o altro”. Margini di crescita, in ciò che c'è da fare, ce ne sono eccome. E non solo da un punto di vista culturale, ma anche per quanto riguarda il mondo commerciale (“la presenza italiana è importante ma potrebbe essere maggiore - spiega il nuovo Console -, e vediamo infatti margini di crescita che intendiamo sfruttare al massimo") e il rilascio dei visti, che con l’Anno del Turismo risultano in continua crescita. Da poco arrivato nella Venezia del Nord, il neo console Bencini racconta come vorrebbe cambiare, in meglio, i rapporti con questa città così vicina al Belpaese.

Da Mosca, dove ricopriva l’incarico di primo Consigliere dell’Ambasciata, a San Pietroburgo, in qualità di Console Generale. Com’è stato il salto dalla capitale russa alla Venezia del Nord? 

Direi abbastanza soft. Mosca è sicuramente una grande capitale, una città dalle mille opportunità ma può essere dispersiva. Pietroburgo ha un dinamismo più a misura di uomo, dove se vogliamo è più agevole raggiungere un’audience interessata. L’interesse per l’Italia è per certi aspetti persino maggiore qui, per via della lunga storia che lega il nostro Paese a questa capitale del Nord, essendo fra l’altro stati gli architetti italiani a darle quel suo carattere inconfondibile.

 
Intervista al Console Generale
d'Italia a Mosca
Piergabriele Papadia de Bottini

Come si sente a insediarsi a San Pietroburgo in un momento così difficile per i rapporti tra Russia e Occidente?

Il momento generale non è facile, questo è innegabile. Non mi riferisco solo alla situazione politica, ma anche al rublo debole, che ha un impatto sulle nostre esportazioni e sui flussi turistici verso l’Italia. Non si deve però perdere di vista il fatto che, per quanto ci riguarda più da vicino, i rapporti tra Italia e Russia sono storicamente molto intensi e collaborativi e hanno superato altri momenti difficili, rafforzandosi negli anni. L’Italia è il secondo partner economico-commerciale della Federazione Russa in Europa, oltre a essere una delle principali destinazioni per i turisti russi. Ho già menzionato la cultura, che ci unisce molto, e potrei aggiungere la lingua, studiata da migliaia di russi solo qui a San Pietroburgo, ma anche da molti giovani universitari in Italia, che aumentano così le loro prospettive professionali. Credo che proprio in questo momento si debba mantenere una prospettiva di lungo periodo e un atteggiamento costruttivo. 

Come ha trovato il Consolato, e come se lo immagina al termine del Suo mandato?

Ho trovato un Consolato in piena crescita, con personale fortemente motivato e professionale. La linea di azione per i prossimi anni sarà quella di costruire su quanto già realizzato ed espandere ulteriormente la nostra presenza; non solo in materia di visti, ma anche per quanto riguarda il nostro sistema imprenditoriale e del Made in Italy, e anche il numero di connazionali qui residenti. Ci sono tutti i presupposti per svolgere una buona azione in questo senso. 

La prima rivoluzione del Consolato è partita dai social network, con la creazione di una pagina su Facebook. Quali altre iniziative avete in programma per rinnovare e promuovere le attività del Consolato? 

Abbiamo già lanciato un sistema di prenotazione appuntamenti online, che ha eliminato le file e i tempi di attesa. Adesso il cittadino russo può scegliere giorno e ora precisa di quando si recherà in Consolato, comodamente dal computer di casa. Ma la più grande novità di questi giorni è il lancio del programma che abbiamo deciso di chiamare in russo “PPI 3 Goda”, ovvero Programma per viaggiatori abituali in Italia. Chi andrà due volte in Italia nel corso di un anno sarà premiato con un visto Schengen triennale; ma così anche chi ha già avuto due visti Schengen italiani, o tre visti Schengen di cui l’ultimo italiano. Vogliamo infatti promuovere questi flussi turistici, nella consapevolezza che i russi hanno lasciato nel nostro Paese l’anno scorso ben un miliardo e mezzo di euro, secondo i dati di Bankitalia, cifra che in realtà è sottostimata per via delle numerosissime transazioni in contanti. I turisti russi sono un bene per la nostra economia e le nostre imprese. Contiamo di divenire, dopo la Finlandia che qui la fa da padrona, il Paese Schengen con il maggior numero di visti emessi e con maggiori flussi turistici.

Il 2014 è l’Anno di interscambio del Turismo tra Italia e Russia, e le richieste di visto per l’Italia hanno registrato un forte boom. Prevedete di introdurre qualche novità per velocizzare le pratiche di rilascio dei visti?

Già adesso, se tutti i documenti sono in ordine, il turista russo ottiene in visto in 24-48 ore. Non esistono praticamente attese. Questo grazie anche al servizio di outsourcing del Centro Visti VMS, che aprirà due nuovi uffici a Arkhangelsk e Murmansk che io stesso andrò a inaugurare tra novembre e gennaio. Per darle un’idea di come stanno andando le cose, nel 2009 furono rilasciati 20.000 visti, l’anno scorso 50.000, a fine 2014 ne saranno stati rilasciati 100.000. Una progressione esponenziale. Fra l’altro, grazie alle tariffe per l’emissione di visti, gli introiti per le casse dello Stato sono considerevoli: quest’anno oltre tre milioni di Euro. 

Come si svolge la giornata lavorativa di un Console? Quali impegni è chiamato a onorare? 

La giornata è molto intensa. Qui a San Pietroburgo il Console è la faccia del proprio Paese. Sono molti gli eventi che riguardano l’Italia ai quali partecipo. A questo si aggiunga la gestione di una struttura complessa quale un Consolato che rilascia, come dicevo, 100.000 visti. Incontro molto spesso i media locali, che mostrano un forte interesse per tutto ciò che riguarda l’Italia, e numerosi altri interlocutori nei campi più vari. Naturalmente, incontro frequentemente anche i nostri connazionali e la comunità imprenditoriale italiana, che come dicevo sopra non è particolarmente folta. Sarà nostra cura cercare di aumentarne la consistenza.

La squadra di calcio dello Zenit San Pietroburgo è stata meta per alcuni italiani. Farà il tifo per lei?

Proprio qualche settimana fa sono stato a vedere la partita di Champions League Zenit-Monaco. Nella tribuna delle autorità locali, oltre ad Alexei Miller, AD di Gazprom (proprietaria dello Zenit), c’era Fabio Capello, con il quale ho avuto modo di scambiare qualche commento sul calcio russo. La partita è finita 0-0 ma per me è stato interessante verificare da vicino quanto la squadra di calcio locale sia amata dai pietroburghesi. Ho anche avuto modo di incontrare Luciano Spalletti, che l’ha allenata per diversi anni. Anche nello sport credo che potremo fare molto per rafforzare i legami.

Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie