Giovanna Arici (Foto: archivio personale)
Da volontaria ambientalista sul lago Bajkal ad accompagnatrice turistica, ideatrice di un itinerario in Siberia, metà naturalistico e metà solidale. È la storia di Giovanna Arici, 40 anni, di Valdagno, in provincia di Vicenza, unica italiana ad aver partecipato, tre anni fa, ad un campo di volontariato internazionale organizzato dalla ong “Great Bajkal Trail” (GBT) per costruire un percorso di trekking intorno al lago, patrimonio dell’UNESCO e tra le Sette Meraviglie della Russia.
Come nasce l’idea di prendere parte a questo progetto?
Ho studiato lingua russa ma rischiavo di dimenticarla, dal momento che non avevo molte occasioni per praticarla. Una notte non riuscivo a dormire e così ho deciso di partire per prendere parte alle attività di Great Bajkal Trail.
Unica italiana in un gruppo di volontari provenienti da tutto il mondo...
Per difendere il Bajkal |
Sì. Ero l’unica italiana in un gruppo di circa 12 persone per metà russi; molti tedeschi e qualche americano. Ne facevano parte anche due componenti dello staff: un direttore dei lavori e un interprete.
In cosa consistevano le attività di volontariato?
Io ho contribuito a costruire uno dei sentieri escursionistici, tagliando le radici e contrassegnando le betulle con la vernice rossa per tracciare il percorso con i tradizionali segni di orientamento. Anche se in verità il progetto di GBT comprende sia interventi di costruzione e manutenzione ed oggi, rispetto all’idea originaria di voler creare un percorso intorno a tutto il lago, si è preferito limitare i sentieri solo ad al- cune zone frequentate da escursionisti. Dopo il campo di volontariato sul Lago Bajkal torni in Italia con un tuo itinerario intitolato “Gente di Siberia”.
Il volto sconosciuto del Bajkal |
Puoi dirci qual è l’elemento solidale del tuo viaggio e descrivercene brevemente le tappe?
Si tratta di un viaggio solidale perché è realizzato in partenariato con l’ong “Great Bajkal Trail”, che si occupa della tutela del lago e a cui viene versata una parte delle quote dei partecipanti al mio itinerario. Dura 16 giorni, si parte da Mosca alla volta di Irkutsk, passando per l’Isola Olkhon. Da qui con una barca si raggiunge Ustbarguzin, dove si soggiorna a casa di circa 30 famiglie del posto. Tra gli incontri più affascinanti, quello con la setta dei “Vecchi credenti” di Tarbaghatai e quello con un lama in un villaggio buriato.
E il ritorno?
In treno da Ulan-Udè a Irkutsk lungo la Transiberiana, che preferisco attraversare di notte, quando si può assistere a tutti i rituali con cui i passeggeri si preparano al viaggio, tra la sistemazione delle cuccette e le teiere a portata di mano per affrontare la fredda traversata.
L'articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Russia Beyond the Headlines del 2 ottobre 2014
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