Basket, la Pallacanestro Cantù passa ai russi

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Il magnate russo Dmitri Gerasimenko, proprietario di una delle più grosse fabbriche d’acciaio del Paese, ha investito oltre venti milioni di euro per acquisire le azioni di maggioranza di Cantù. E promette di costruire un nuovo palazzetto dello sport

Non più solo calcio. Ora la Russia, soprattutto i grandi imprenditori, guarda anche alla pallacanestro italiana. A Cantù da qualche giorno ha preso possesso della gloriosa società, che negli anni Settanta e Ottanta collezionava scudetti e partecipazioni alla Coppa Campioni, Dmitri Gerasimenko, sconosciuto in Italia ma che possiede una fabbrica gigantesca di acciaio a Volgograd, Krasnij Oktjabr (Ottobre Rosso), la seconda più grande del Paese con ottomila dipendenti e fatturato a svariati zeri. Un'azienda che ha un posto preciso nella storia. Prese il nome dopo la presa del potere da parte dei bolscevichi per poi essere rasa al suolo durante la battaglia di Stalingrado, nel 1943. Ricostruita al termine della Seconda Guerra Mondiale, la fabbrica veniva insignita dell'ordine di Lenin e dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica era uno dei pochi poli dell'attività comunista, anche cellula del partito dopo che Boris Eltsin lo bandiva dai posti di lavoro.

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Insomma, pezzi di storia e pallacanestro nel destino di Gerasimenko, perché grazie alla fabbrica è stata messa in piedi anche la squadra di basket con omonimo nome a Volgograd, che gioca nella VTB, il massimo campionato russo. Ma il figlio di Dmitri, Egor, corre a canestro nell'under 14 del basket Cantù. E sogna a occhi aperti la Nba, i suoi idoli Lebron James e Steph Curry. E il papà, per assecondare la sua passione sfrenata ha deciso di regalarsi e regalargli il sogno di un club italiano.

Oltre 20 milioni di euro investiti per acquisire le azioni di maggioranza di Cantù e stanziare una considerevole cifra per la costruzione di un nuovo palazzetto dello sport in cui scrivere nuove storie. La piccola rivoluzione nel basket italiano, che si apre ufficialmente al mercato internazionale cominciava un anno fa con papà Dmitri che raggiungeva la famiglia stabilitasi a Lugano, in Svizzera, un passo dalla Lombardia. E il figlio Egor comincia a giocare per le giovanili di Cantù. Orgoglio del padre, che è stato cestista, alto 199 centimetri per oltre 100 chilogrammi, anche a buoni livelli, al punto di aver giocato una partita di Eurocup – la seconda coppa per importanza in Europa dopo l'Eurolega - con il Krasnij, tentando 15 anni fa anche la strada della Nba, proponendosi al draft, senza essere scelto da nessuna franchigia dall'altra parte dell'Oceano.

Gerasimenko in tribuna per ammirare il figlio nota gli stendardi dei trionfi di Cantù che fanno a pugni con le malmesse condizioni del palazzetto dello sport, in attesa di essere rimesso a nuovo da quasi 40 anni. E dopo un summit veloce con la moglie Irina, la decisione: oltre a ristrutturare il vecchio Pianella, la casa del basket Cantù, Gerasimenko decideva acquistare il club, il 65% delle quote di maggioranza, per riportarlo ai vertici, prima del basket italiano e poi quello europeo. Scudetto, magari l'Eurolega, le amichevoli con le franchigie Nba in giro per l'Europa durante la preseason. E poco importa che alla prima ufficiale della nuova proprietà russa la squadra abbia perso sul parquet di Pistoia.

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