Jacopo Tissi in "Paquita".
: Lucia LapollaDoveva essere scritta nel destino l’imminente carriera russa di Jacopo Tissi. Talento tra i più promettenti della sua generazione, il ventunenne ballerino originario di Landriano, in provincia di Pavia, ha appena rescisso il suo contratto con il Teatro alla Scala di Milano per unirsi al Balletto del Bolshoj, primo assunto italiano nella leggendaria compagnia moscovita. Una notizia che se desta interesse e aspettative nel pubblico russo, scontenta però quello italiano, privato del giovane artista che per doti e avvenenza è già stato definito “il nuovo Roberto Bolle”.
Per il nostro ballerino seguì un periodo d’ombra: messosi in luce appena entrato in compagnia nel primo cast della Bella addormentata di Ratmanskij accanto a Svetlana Zakharova e in seguito come Cavalier Des Griex debuttante nella Manon di MacMillan, con il nuovo direttore Mauro Bigonzetti, eccetto nella sua Cinderella, ultimamente si era visto poco in scena. “Intanto il Maestro Vaziev, insediatosi al Bolshoj e valutata la situazione, mi propose una settimana di prova con la compagnia, lo scorso luglio. Un altro mondo!”, continua Tissi con entusiasmo. “I ballerini hanno la possibilità di lavorare in molte sale, insieme a grandi maestri che li seguono personalmente, con un repertorio classico completo e molte nuove produzioni anche contemporanee, per un numero altissimo di spettacoli”.
“Si tratta di un’occasione di tale portata da non potersi rifiutare - spiega Tissi -. Entrando al Bolshoj si definirà anche il mio rango, né so ancora quale sarà il repertorio o che partner e maestri avrò. Nella settimana di prova sono stato accolto molto amichevolmente, in particolare dai Primi ballerini Olga Smirnova e Artem Ovcharenko. Anche Svetlana Zakharova mi ha ritrovato con simpatia e ho persino provato con lei visto che il suo partner non era a Mosca. Quanto a me ho voglia di imparare e lavorare, per crescere artisticamente. Dovrò integrarmi allo stile della scuola russa, così evidente per chi arriva da fuori, al quale comunque mi sento già affine. All’Accademia ho studiato per tre anni con il maesto Leonid Nikonov e ho seguito le lezioni di Bella Rachinskaya, mentre alla Scala lavoravo con lo stesso Vaziev e con Olga Cenchikova, oltre che con Vladimir Derevianko. Certo ci sarà il problema della lingua: il russo è difficile ma mi affascina; per fortuna l’ho orecchiato con i miei maestri russi e avevo già iniziato a studiarlo da autodidatta. Anche Mosca mi è piaciuta, così rinnovata come è stata negli ultimi dieci anni”. La Scala può attendere, un giorno chissà, di riavere Jacopo Tissi sul suo palcoscenico in veste di Guest star.
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