Chiude la mostra di Sturges a Mosca: “Foto pornografiche”

La mostra fotografica "Jock Sturges - senza imbarazzo" allestia al Centro Fratelli Lumiere di Mosca.

La mostra fotografica "Jock Sturges - senza imbarazzo" allestia al Centro Fratelli Lumiere di Mosca.

: Andrej Makhonin / TASS
Gli scatti senza veli dell’artista americano creano scandalo. E l’esposizione allestita al Centro Fratelli Lumiere viene annullata. La curatrice: “Volevamo far conoscere questo autore a una società democratica e aperta”

Propaganda della pedofilia: è con questa accusa che è stata chiusa a Mosca la mostra del fotografo americano Jock Sturges, noto in tutto il mondo per gli scatti che ritraggono gruppi di adolescenti e i loro familiari senza veli. Inaugurata l’8 settembre al Centro Fratelli Lumiere, l’esposizione intitolata "Jock Sturges - senza imbarazzo" (il cui ingresso era vietato ai minori di 18 anni) è stata cancellata a seguito delle numerose proteste che ben presto sono sfociate in minacce e atti di vandalismo. La decisione di chiudere l’esposizione ha ovviamente scatenato un acceso dibattito all’interno della società.

L'arte e lo scandalo

Jock Sturges ha iniziato a fotografare gruppi di nudisti in California, Francia e Irlanda negli anni Settanta. Tra i suoi lavori si contano anche diversi ritratti di ragazze e giovane donne in déshabillé. La mostra "Jock Sturges - senza imbarazzo" è stata la prima esposizione di questo artista a Mosca.

Secondo i curatori, le foto esposte avevano il solo obiettivo di rendere omaggio alla produzione artistica del XIX e XX secolo. Ed effettivamente nessuno ha avuto nulla da ridire, almeno fino al 24 settembre, quando la blogger Lena Miro ha pubblicato un post dal titolo “Un’esposizione per pedofili a Mosca”: una pubblicazione che ha cambiato radicalmente l’atteggiamento di una parte di pubblico nei confronti dell’evento.

“Sono scioccata: Mosca ospita le foto di Jock Sturges, colui che potrebbe essere fonte di ispirazione per tutti i pedofili (…) Cosa stanno aspettando le forze dell’ordine? Perché a Mosca è in corso una mostra di chi fotografa giovani ragazze nude in pose sessualmente esplicite?”, ha scritto la blogger nel proprio post, facendo riferimento a delle fotografie di Sturges recuperate da internet, ma risultate poi totalmente estranee alla mostra.

Ad alzare la voce contro questo fotografo che “sfrutterebbe la sessualità degli adolescenti” è stata anche la senatrice Elena Mizulina (nota per le posizioni conservatrici su temi come la famiglia, la sessualità e la moralità) e il difensore civico per la difesa dei diritti dei bambini, Anna Kuznetsova. Entrambe hanno chiesto alla procura di aprire un’indagine con l’ipotesi di propaganda della pedofilia. “Sono sicura che le foto di bambine nude presentate alla mostra non possano essere considerate opere d’arte”, ha dichiarato Mizulina.

“La mostra non va contro la legge, ma viviamo in Russia”

Dopo tali accuse, la galleria è stata oggetto di minacce e il 24 settembre si è vista costretta a chiudere l’esposizione un’ora prima dell’orario previsto. Il giorno successivo il Centro Fratelli Lumiere è stato preso d’assalto da un gruppo di attivisti dell’organizzazione “Ufficiali di Russia”, il cui obiettivo – spiegano - è quello di prevenire la criminalità e promuovere il patriottismo. Senza alcuna autorizzazione, hanno circondato l’edificio e hanno vietato l’ingresso al museo, lasciando entrare solo giornalisti e il presidente della commissione della Camera pubblica per la sicurezza, Anton Tsvetkov, che ha deciso di “ispezionare” l’esibizione.

Spacciandosi per un giornalista, un militante del movimento Serb pro-Cremlino è però entrato nella galleria, versando una bottiglia di un liquido apparentemente urina sulle opere di Sturges. In passato, gli attivisti del gruppo Serb si erano fatti conoscere per i loro attacchi durante incontri di pacifisti, dove avevano lanciato feci contro i manifestanti.

Uscendo dalla sala, Anton Tsvetkov ha pronunciato il proprio verdetto: secondo lui, il 15% delle opere esposte erano “vicine alla pedofilia”, e ha definito il cordone creato all’ingresso del museo da parte degli “Ufficiali di Russia” una “forma di prevenzione contro la delinquenza”.

Gli “Ufficiali” hanno quindi ottenuto ciò che desideravano: gli organizzatori della mostra hanno deciso di chiudere l’esposizione. “Questa mostra non infrange la legge, ma viviamo in Russia, dove, oltre alla legge, bisogna tener conto dell’opinione pubblica”, ha fatto sapere la direzione del museo.

Il rammarico 

La direttrice della galleria, nonché curatrice dell’esposizione, Natalia Litvinskaya, sul proprio profilo Facebook è stata franca: “Il Centro Fratelli Lumiere oggi ha avuto il suo ‘momento di gloria’. Il nostro progetto su Jock Sturges si è ritrovato sotto i colpi della follia. Il nostro intento era quello di far conoscere questo autore a una società democratica e aperta, per dimostrare alla comunità artistica internazionale che questo Paese è pronto per essere un Paese normale”, ha detto Litvinskaya, aggiungendo che tutte le modelle nude esposte a Mosca erano donne adulte. 

Inevitabilmente la polemica nata attorno all’esposizione di Jock Sturges ha aperto un dibattito sui metodi dell’arte e sull’asessualità delle modelle utilizzate dal fotografo. L’indignazione più grande tra coloro che si sono schierati dalla parte del fotografo deriva dal fatto che in Russia sia stata chiusa una mostra.

In un’intervista al canale televisivo russo Ren TV l’autore delle foto si è detto “addolorato”: “Queste foto sono state esposte in tutto il mondo – ha dichiarato Sturges -. Le gallerie e i musei di tutto il mondo non hanno visto alcun tipo di pornografia. Perché effettivamente non c’è”.

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