Una studentessa davanti all'università Mgu di Mosca.
Katya Tyapkina / FlickrLa conoscenza del russo è fondamentale. Non solo per poter apprezzare la grandezza della letteratura. Ma soprattutto per comprendere la situazione politica attuale di questo Paese, la cui conoscenza, in Occidente, è molto superficiale rispetto ad altre culture. Ne è convinto Vittorio Strada, considerato uno dei più grandi critici e slavisti italiani, fra i massimi esperti del mondo russo.
“Parlare questa lingua ci permette di avere una conoscenza diretta e quindi una maggiore comprensione di questo popolo - dice -. Un altro motivo che giustifica lo studio di questo idioma è di carattere lavorativo: l'Italia intrattiene con la Russia importanti rapporti economici e turistici”.
Qualche consiglio, poi, per chi si sta avvicinando allo studio della lingua di Tolstoj: “Al giorno d'oggi si possono trovare in commercio diverse grammatiche, quasi tutte molto buone - spiega Strada -. A fare la differenza, però, sono l'insegnate e il metodo didattico che decide di adottare. Inoltre sono convinto che un soggiorno in questo Paese sia fondamentale”.
Per quanto riguarda i libri da leggere, l'esperto mette Aleksandr Pushkin in cima alla lista: “Credo che sia fondamentale leggere la prosa e la poesia di Pushkin: questo consente, infatti, di avere le basi per lo sviluppo. Ovviamente si tratta di una lingua lontana rispetto a quella attuale. Dovendo citare un titolo, suggerirei senza dubbio ‘La figlia del capitano’".
Sugli scaffali della propria libreria, secondo Strada, non possono mancare nemmeno le novelle di Chekhov. Un autore che lui consiglia “per la trasparenza della lingua”. “Poi, ovviamente, non si possono tralasciare Tolstoj e Dostoevskij”. In un secondo momento, prosegue lo slavista, si può passare alla lingua del Novecento e alla prosa attuale. “Per concludere - dice -, credo che la padronanza del russo, insieme alla conoscenza di un'altra lingua come l'inglese, sia sicuramente una buona scelta per chi sta valutando ora il proprio percorso di studi”.
L'articolo è stato pubblicato sull'edizione cartacea di Rbth del 10 dicembre 2015
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