Riapre la principale moschea del paese

Fedeli davanti alla Moschea Cattedrale di Mosca

Fedeli davanti alla Moschea Cattedrale di Mosca

Kommersant
Dopo dieci anni di lavori, il 23 settembre la Moschea Cattedrale di Mosca tornerà ad accogliere i fedeli: un edificio di sei piani che potrà ospitare fino a diecimila fedeli

Alla vigilia della ricorrenza islamica della Id al-adha (Festa del sacrificio), il 23 settembre 2015, a Mosca, verrà ufficialmente aperta, dopo 10 anni di lavori di ricostruzione, la principale moschea della Russia: la Moschea Cattedrale di Mosca. La superficie totale del tempio è stata aumentata di quasi 20 volte e al suo interno, adesso, possono pregare contemporaneamente fino a 10mila fedeli.

Il nuovo edificio della moschea più famosa del Paese si compone di sei piani. La cupola raggiunge un’altezza di 46 metri, mentre i suoi minareti toccano i 72 metri. Al centro del complesso vi è una cupola dorata, decorata con iscrizioni tratte dal Corano. La moschea è dotata di sette ascensori, aria condizionata e rampe per disabili.

La Luna e la moschea

Un modello artistico

È risaputo che nel 1902 la terra in prossimità di vicolo Vypolzov, dove oggi sorge la Moschea Cattedrale di Mosca, venne comprata da un gruppo di imprenditori tartari con il fine di realizzare la costruzione del tempio islamico. Nel 1904 si conclusero le opere di costruzione e nel 2004 venne celebrato il 100esimo anniversario del tempio. Già allora si parlò della necessità di realizzare delle opere di ricostruzione che ricevettero il sostegno del Presidente Vladimir Putin e dell'ufficio del sindaco di Mosca.

"Lo sceicco mufti Ravil Gainutdin inviò una lettera a Vladimir Putin informandolo della necessità di una ricostruzione”, ha spiegato in un'intervista a RBTH Rushan Abbyasov, primo vicecapo del Consiglio dei mufti di Russia. “La nostra moschea non aveva delle fondamenta solide né rispettava i parametri dei templi moderni. Fu così che il Presidente ci diede il via libera".

Diversi artisti e progettisti provenienti da Turchia, Marocco e Uzbekistan presentarono i loro schizzi per la facciata e gli interni del tempio. Fu Firinat Khalikov, un artista della Repubblica del Tatarstan, a vincere il concorso e a guidare i lavori di ricostruzione della moschea.

Per le finiture vennero usati materiali come il marmo e la malachite, nei colori oro e turchese. Le decorazioni sulle pareti, tipiche delle moschee tartare, furono realizzate a mano da artisti invitati appositamente dalla Turchia: i calligrafi, sotto la guida di Hussein Kutlu, adornarono la cupola, il mihrab e le vetrate, plasmando una sorta di nuovo modello d’arte decorativa. Le torri del Cremlino di Mosca e di Kazan funsero da modello architettonico per i minareti.

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Le reazioni della società

I lavori di ricostruzione iniziarono nel 2005. Nel 2011 l’antico edificio della moschea venne raso al suolo, suscitando un grave malcontento da parte della società e dai difensori del patrimonio culturale della capitale. Rustam Rakhmatullin, coordinatore del movimento "Arhnadzor", intervenne rilasciando varie dichiarazioni sui media e definendo la demolizione "un atto di barbarie, amplificato dall'arbitrarietà amministrativa". Secondo Rakhmatullin, l'edificio aveva un valore storico, culturale e commemorativo unico, non solo per i musulmani, ma per l’intera città di Mosca.

Varie organizzazioni e leader islamici condannarono a loro volta la demolizione dell'edificio, accusando il Consiglio dei mufti russi di azioni illegali e della "distruzione di una parte di storia". Il Consiglio dei mufti rispose alle accuse dichiarando che la demolizione del vecchio tempio era necessaria per garantire l’incolumità dei fedeli a seguito di un crollo parziale dell’edificio. Mukaddas Bibarsov, co-presidente del Consiglio dei mufti, spiegò in un'intervista con alcuni siti web islamici che "nell’antica moschea non era possibile condurre comodamente le funzioni religiose, era angusta e squallida”. Secondo Bibarsov, la moschea, quale luogo di culto, non ha, nella religione islamica, un valore sacro: "Le moschee venivano ricostruite anche in passato. È sempre stato così e sempre lo sarà”.

Va detto che la ricostruzione della moschea fu accompagnata anche da una serie di contenziosi, durante i quali gli architetti coinvolti nel progetto richiesero il riconoscimento dei loro diritti d’autore e il pagamento di un risarcimento a seguito dell’esclusione dal progetto. Si parlò di violazione delle norme edilizie, nonché di uso improprio delle donazioni destinate alla ricostruzione. Alcuni di questi casi si chiuse con un accordo transattivo.

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L’unione fa la forza

La costruzione del nuovo edificio della moschea è stata finanziata interamente dai fedeli stessi, i quali sin dall'inizio dei lavori hanno fatto delle offerte al fine di contribuire alla ricostruzione del tempio. Il principale benefattore è stato Suleiman Kerimov, originario del Dagestan e membro del Consiglio della Federazione. L’imprenditore ha donato più di 100 milioni di dollari, assumendosi così gran parte dei costi di costruzione.

"Abbiamo poi ricevuto in regalo dalla Turchia il minbar e il mihrab”, ha dichiarato Rushan Abbyasov. “Anche il Kazakistan ha fornito il suo contributo. Mentre il Presidente palestinese Mahmoud Abbas ha donato 25 mila dollari in nome dei bambini della Palestina”.

Abbyasov ha inoltre sottolineato che tra le persone che hanno contribuito alla ricostruzione, con le loro donazioni, non c’erano solo musulmani: “Da noi in Russia, quando si tratta della costruzione di templi religiosi, vi partecipano persone di tutte le fedi. È una tradizione unica”.

Una questione aperta

La nuova moschea sarà una delle più grandi del Paese. Ciò tuttavia non risolve il problema della carenza di templi musulmani nella capitale. In occasione dei grandi festeggiamenti, quando, secondo varie stime, la moschea verrà visitata per la preghiera dai 60 ai 100mila fedeli, i musulmani si riverseranno come al solito sulle strade che portano al luogo di culto occupandone ogni angolo.

"Solo per la preghiera del venerdì ogni settimana si recano da noi dai 6 ai 10 mila musulmani”, spiega Rushan Abbyasov. “È chiaro quindi che la nuova moschea si riempirà subito dopo la sua apertura. Naturalmente, il problema della carenza di moschee a Mosca rimane, ma c'è la speranza che la questione venga presto ripresa in esame insieme al sindaco".

"Sono contento che a Mosca compaia finalmente una grande moschea moderna”, ha dichiarato in un'intervista a RBTH Sharafutdinov Albir, un fedele trentanovenne. “Secondo me, tuttavia, sarebbe stato più utile destinare le offerte alla costruzione di almeno due o tre piccole moschee in varie parti della città piuttosto che alla costruzione di un’unica grande moschea. Dopotutto, per raggiungere la Moschea Cattedrale dai quartieri residenziali di Mosca ci vuole come minimo mezzora".

Un ponte tra Oriente e Occidente

Si prevede che alla cerimonia ufficiale di apertura del nuovo edificio della Moschea Cattedrale di Mosca saranno presenti i leader di Turchia, Kazakistan, Kirghizistan, Palestina, nonché di altri Paesi. L'evento verrà presenziato anche dal Presidente russo Vladimir Putin. La sua presenza è "un segnale importante per il mondo arabo-islamico", ritiene Rushan Abbyasov. “È un’indicazione del fatto che i musulmani in Russia formano parte integrante del nostro Paese, nonché del mondo islamico".

"La Russia rappresenta oggi un ponte tra Oriente e Occidente e gioca un ruolo importante nel mantenimento della pace in Medio Oriente”, ha osservato Rushan Abbyasov. “Coltiviamo attivamente le relazioni con i Paesi musulmani e ci auguriamo che la nuova moschea contribuisca a sviluppare e rafforzare ulteriormente queste relazioni".  

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