Stranieri in cerca di lavoro?

Durante l’ultimo anno il numero di posti di lavoro per gli specialisti stranieri presso aziende russe si è ridotto in media del 30-40% (Foto: Getty Images)

Durante l’ultimo anno il numero di posti di lavoro per gli specialisti stranieri presso aziende russe si è ridotto in media del 30-40% (Foto: Getty Images)

Le aziende russe riducono il numero dei collaboratori provenienti da altri paesi, mentre le agenzie di recruiting per manager registrano un incremento dei cv ricevuti da lavoratori stranieri altamente qualificati. Le cause sono sia di ordine economico che geopolitico

Dal 2014 nell’afflusso di domande di lavoratori stranieri mediamente qualificati si è registrato un incremento del 10-15%, spiega a Rbc Iury Dorfman, managing partner dell’azienda di recruiting Cornerstone.

Durante l’ultimo anno il numero di posti di lavoro per gli specialisti stranieri presso aziende russe si è ridotto in media del 30-40%, e ciò ha causato un’ingente crescita del numero dei curriculum: “approssimativamente del 20%”, afferma Galina Melnikova, amministratore delegato per la Russia e la Csi di Manpower Group.

Economizzare sugli specialisti stranieri

Innanzi tutto, chiarisce Dorfman, di questi tempi le aziende sono costrette ad ottimizzare le spese.

Secondo i dati del sondaggio The Expat explorer survey, effettuato annualmente dalla banca Hsbc, nel 2014 la Russia occupava il 17esimo posto su 34 come paese economicamente attrattivo per i lavoratori stranieri altamente qualificati. Nel 2009 nel rating della Hsbc figurava prima per entità di stipendi pagati ai top manager stranieri: il 30% degli intervistati guadagnava più di 250 mila dollari all’anno.

Dorfman valuta che “in media, a confronto con gli specialisti russi, quelli stranieri risultano più costosi di 2-3 volte per le aziende. Oltre al compenso, si aggiunge anche il problema degli alloggi di lusso che vengono messi a disposizione dei dipendenti, del loro trasferimento e di quello dei loro famigliari, dell’assicurazione allargata e delle spese per la formalizzazione dei documenti giuridici necessari”.

“Il più delle volte gli stipendi degli specialisti stranieri sono stabiliti in base al corso vigente del dollaro e dell’euro, e risultano quindi per i datori di lavoro assai più costosi rispetto, per esempio, a un anno prima”, aggiunge Roman Shikin, responsabile del settore di promozione dell’imprenditoria dell’agenzia di recruiting Kelly Services.

Il fattore Crimea

Esiste anche un aspetto di ordine politico, spiega Galina Melnikova. Da un lato gli specialisti stranieri stessi non sono disposti a restare, dall’altro sono le imprese a non essere disposte ad affidare loro mansioni importanti. Si aggiunge poi un altro problema: l’eventuale impossibilità per uno straniero assunto di lavorare a causa delle sanzioni, in particolare, in Crimea.

L’interruzione del rapporto di lavoro avviene in modo civile, spiega Iury Dorfman. Di norma si tratta di un mancato rinnovo del contratto, e non di un licenziamento vero e proprio. L’esperto puntualizza che un contratto standard ha una durata di 2-3 anni e se a uno specialista straniero altamente qualificato restano ancora 6 mesi di lavoro, per un’impresa è più semplice prolungare il rapporto di lavoro, che trovarsi a pagare delle indennità colossali.

Sostituire gli specialisti stranieri

Secondo le stime degli esperti dell’Alta Scuola di Economia di Mosca nel 2013 circa 46mila stranieri erano impiegati come dirigenti di imprese, organizzazioni e delle loro divisioni strutturali. Almeno 20mila erano specialisti altamente qualificati, mentre 21mila erano lavoratori con un livello medio di specializzazione. “Se dal 2000 al 2008 il numero di lavoratori altamente qualificati provenienti da paesi stranieri ha registrato un incremento notevole, aumentando di 2,5 volte per gli specialisti Usa e di 1,6 volte per gli specialisti Ue, la crisi ha dato inizio a un processo opposto: dal 2008 al 2011 ha abbandonato la Russia oltre il 66% di specialisti provenienti dagli USA e il 64% degli specialisti provenienti dai paesi dell’Ue”. È quanto si legge  nel rapporto stilato da Vladimir Karacharovsky e Gordey Jastrebov.

Sergey Solntsev, direttore del laboratorio di ricerche sul mercato del lavoro, stima che in media, dal 2000 al 2009, la quota degli specialisti oscillava tra l’11,9 e il 15,6%; mentre la quota di top manager stranieri impiegati nelle imprese russe raggiungeva il 5-10%. Inizialmente nelle imprese straniere la quota di specialisti altamente qualificati stranieri si aggirava attorno al 37%, ma con la crisi del 2008-2009 è diminuita fino a raggiungere una percentuale del 25,7-27,1%. Solntsev collega questa dinamica al numero troppo elevato di top manager presenti nelle imprese e all’aumento della fiducia verso gli specialisti russi.

Marina Tarnopolskaya, managing partner della società di head hunting  e recuiting Agenstvo Kontakt afferma che il trend di sostituzione degli stranieri con dirigenti russi riguarda persino quelle mansioni che dagli anni '90

venivano tradizionalmente svolte dagli specialisti stranieri: “Un tempo su 12 top manager impiegati in un'impresa solo due potevano essere russi. Ora la quota di dirigenti stranieri nelle imprese non supera il 20-30%”.

“Malgrado l'evidente riduzione del numero di specialisti stranieri, non ritengo che in tempi brevi si potrà assistere a una loro massiccia ricollocazione" afferma Yuri Dorfman. Galina Melnikova stima il numero di posti che potrebbero essere assegnati agli specialisti stranieri in 30mila.

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