Lo schianto del Boeing malese, un anno dopo

Fiori per le vittime dell'incidente (Foto: Getty Images)

Fiori per le vittime dell'incidente (Foto: Getty Images)

Un anno fa, il 17 luglio del 2014, è stato abbattuto un Boeing-777 della compagnia Malaysia Airlines in volo da Amsterdam a Kuala Lumpur. Nella catastrofe sono morte 298 persone. L'inchiesta internazionale non è ancora conclusa e al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è stata approvata una risoluzione sulla costituzione di un tribunale internazionale per l'analisi del caso

Il 15 luglio il Comitato investigativo della Russia (SKR) ha dichiarato, secondo i dati in proprio possesso, che il Boeing malese è stato abbattuto sopra il Donbass da un missile aria-aria di produzione non russa. “Per quanto riguarda la versione prioritaria, noi siamo provvisti di dati, molti dei quali confermati dai risultati degli esami, che l'aereo è stato abbattuto da un missile aria-aria. Ancora di più, gli esperti hanno accertato che il missile non è di produzione russa”, ha dichiarato giovedì a Interfax il portavoce ufficiale del Comitato Investigativo russo, Vladimir Markin.

Questa versione è stata confermata anche dalle prove di Evgenij Agapov, testimone principale del Comitato Investigativo per i fatti dello schianto del Boeing, come fa notare Markin.

Evgenij Agapov ha svolto il servizio aeronautico militare in Ucraina, ricoprendo l'incarico di meccanico del primo squadrone della 299° brigata dell'aviazione tattica. Nel dicembre del 2014, secondo le dichiarazioni del Comitato investigativo, sarebbe arrivato volontariamente in Russia per iniziare a collaborare con l'inchiesta. All'interrogatorio (il video è di dominio pubblico), Agapov ha affermato che il 17 luglio 2014, giorno della catastrofe, dopo pranzo, si sono levati in aria tre caccia Su-25 dell'aeronautica ucraina. Due aerei sono stati abbattuti, uno ha fatto ritorno, ma non più munito dei missili aria-aria P-60.

 
Il disastro aereo del Boeing 777

Secondo le parole di Agapov, quando il capitano è uscito dalla cabina ha pronunciato le parole “l'aereo non era quello”, per poi dire ai colleghi “l'aereo si è ritrovato nel momento sbagliato e nel posto sbagliato”. Alla domanda dell'investigatore sulle caratteristiche tecniche necessarie all'abbattimento di un simile obiettivo come un Boeing, il testimone ha risposto che i P-60 sono capaci di catturare e distruggere il bersaglio da una distanza “abbastanza estesa”.

Fughe di notizie dai dossier

Nello stesso giorno, il 15 luglio, un'altra versione dell'evento è stata presentata dal canale televisivo americano CNN, con riferimento a fonti proprie nella Commissione olandese per l'abbattimento del Boeing. Nel progetto del rapporto finale della commissione, sono esposti i risultati preliminari degli esperti, a dimostrazione del fatto che l'aereo sia stato abbattuto da un razzo terra-aria proveniente dai territori controllati dai miliziani, così riportano le fonti del canale tv. Le autorità della repubblica popolare di Donetsk (DNR) hanno immediatamente smentito la notizia. “Noi non controllavamo quell'area, allora non c'erano che campi aperti. Dire che una delle parti governava l'una o l'altra zona è stato possibile solo a circa tre mesi dalla tragedia”, ha dichiarato il 15 luglio a Interfax il portavoce della DNR, Andrej Purgin.

Oltre a ciò, nel progetto del rapporto olandese, secondo i dati trasmessi dal canale televisivo, si dice che gli esperti siano riusciti a stabilire l'esatto tipo di missile, la sua traiettoria, nonché la cronologia esatta di tutti gli eventi. La commissione attribuisce parte della responsabilità dell'accaduto anche alla Malaysia Airlines: la compagnia, contrariamente alla pratica degli altri autovettori, ha continuato a far volare i suoi aerei sopra la zona di conflitto. La pubblicazione della versione conclusiva è attesa entro la prima metà di ottobre 2015. Il canale CNN e gli esperti che hanno preso parte alle indagini hanno rifiutato di commentare. Al momento non commentano i risultati trasmessi da CNN neppure al Cremlino.

Di chi è il missile?

Anche a Kiev ci si attiene alla versione che il “Boeing” sia stato abbattuto da terra, dai miliziani. Nondimeno, la società consociata “Almaz-Antej” per la produzione di armi di difesa, che secondo il parere di alcuni funzionari europei sarebbe coinvolta nella catastrofe (la società è finita nella lista delle sanzioni europee), sostiene che il Boeing poteva essere abbattuto esclusivamente da un razzo 9M38M1 del sistema Buk-M1, che in Russia è fuori produzione già dal 1999. Il rapporto con le proprie indagini (la società ha simulato lo schianto) è stato presentato da “Almaz-Antej” a giugno di quest'anno. In esso si legge che simili sistemi e missili sono in dotazione all'esercito ucraino e che il colpo è partito da un quartiere controllato dalle forze ucraine. Gli specialisti della compagnia affermano che se il razzo fosse stato lanciato dal centro abitato Snezhnoe (è proprio da questo villaggio che gli esperti occidentali ritengono sia stato lanciato missile), il quadro di abbattimento dell'aereo sarebbe nettamente diverso.

“Una risoluzione prematura”

Nel contempo, il 14 luglio, la Malesia ha presentato al Consiglio di Sicurezza ONU un progetto di risoluzione sulla creazione di un tribunale internazionale di indagine sulla catastrofe nel Donbass. In precedenza, simile proposta era stata avanzata dai Paesi Bassi. Nel progetto di risoluzione si evidenzia che la costituzione del tribunale sarà “effettiva garanzia di un processo indipendente e neutro di gestione delle responsabilità” del disastro, riporta così TASS, mentre l'avvenimento stesso della catastrofe aerea verrà qualificato come “minaccia alla pace internazionale e alla sicurezza”.

In Russia, la creazione di simile tribunale è ritenuta iniziativa “prematura” e “controproducente”. Di ciò ha fatto dichiarazione giovedì 16 luglio il presidente Vladimir Putin nella conversazione telefonica con il premier dei Paesi Bassi Mark Rutte, come riporta il servizio stampa del Cremlino. Sull'idea del tribunale si era espresso ancora prima e in maniera categorica il portavoce permanente della Federazione Russa all'ONU, Vitalij Churkin. Nell'intervista al canale televisivo “Rossija24” ha dichiarato che il tribunale “porterà ad attriti assolutamente inutili”. Oltre a ciò, come ha notato lui, la Russia è già intervenuta e continua ad intervenire a favore della cooperazione internazionale “che noi, a proposito, non vediamo”: gli esperti russi sono stati esclusi dalle inchieste sullo schianto del Boeing, ha detto Churkin. Per quanto riguarda il progetto di risoluzione presentato all'ONU, secondo la sua opinione, si tratta di “una evidente discrepanza giuridica”, in quanto in primo luogo sarebbe opportuno attendere i risultati delle ricerche, comprendere la portata della questione e quindi accordarsi sui meccanismi giuridici da applicare”. Vitalij Churkin ritiene che il progetto della risoluzione non superi la procedura di approvazione al Consiglio di Sicurezza ONU, facendo notare che Pechino ha già votato contro.

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