Cosa resterà del Bajkonur?

Cosmodromo di Bajkonur, Kazakhstan (Foto: Fotosoyuz / Vostockphoto)

Cosmodromo di Bajkonur, Kazakhstan (Foto: Fotosoyuz / Vostockphoto)

Viaggio in Kazakhstan, nella più grande base di lancio del mondo, che presto potrebbe andare in pensione per cedere il posto alla russa Vostochnij, che garantirà a Mosca un accesso indipendente al cielo. Ma le tempistiche dei lavori continuano a dilatarsi

È il più grande cosmodromo del mondo. E proprio da qui, dal cosmodromo di Bajkonur, negli anni Sessanta sono partiti alla volta dello spazio i cani Belka e Strelka e successivamente il leggendario cosmonauta sovietico Yuri Gagarin. Dopo il crollo dell'URSS, Bajkonur però si è ritrovato sul territorio di un altro paese, il Kazakhstan, anche se la Russia oggi continua a utilizzare il complesso in qualità di affittuario. Nel 2004 i presidenti dei due paesi hanno firmato un accordo che prolungava il contratto d'affitto fino al 2050. Tuttavia nel 2007 la Russia ha deciso di costruire un proprio cosmodromo. La nuova piattaforma dovrebbe nascere nel cosmodromo Vostochnij, nella regione dell'Amur, nell’Estremo Oriente. Dai dipendenti di Roskosmos a coloro che lavorano nel Bajkonur, tutti sono in attesa della sua realizzazione per lasciare tutto e trasferirsi a lavorare lì, cominciando tutto da zero. Ma le tempistiche continuano a dilatarsi. 

 

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Siamo andati a vedere come procedono i lavori.

Il cosmodromo Vostochnij

Il volo da Mosca a Blagoveshchensk (nell'Estremo Oriente russo, sulle rive del fiume Amur, ndr) dura sette ore. In aereo si fatica a prendere sonno. Per arrivare a Uglegorsk, a circa 180 chilometri a nord di Blagoveshchensk, la strada è malmessa. E non di rado si incrociano scoiattoli e lepri grigie. Non lontano da lì, avvolto da una natura potente e meravigliosa, si trova il cantiere del Vostochnij: per arrivarci bisogna attraversare in macchina un sentiero coperto di polvere e sabbia. 

“Che cosa siete venuti a vedere?”, chiedono alcuni operai, già abituati a visite e a ispezioni. In mezzo alle dune di sabbia si intravede la piattaforma di lancio e nel villaggio crescono già i primi piani della futura città di Tsiolkovskij: è qui che si sta costruendo la nuova storia dello spazio. Il cosmodromo Vostochnij infatti garantirà alla Russia un accesso indipendente al cielo. Con il tempo, il progetto dovrebbe diventare il centro principale degli sviluppi aero-spaziali, garantire nuove opportunità di lavoro nell'Estremo Oriente e dare nuovo impulso alla crescita del settore spaziale russo. I termini di consegna del cosmodromo però si allungano e il processo stesso di costruzione è accompagnato da scandali legati ai consumi gonfiati e ai furti di materiale dal cantiere.

Viaggio a Bajkonur

Il viaggio a Bajkonur è ovviamente preceduto da una serie di permessi e lettere di richieste che fanno quasi passare ogni entusiasmo: qualsiasi mossa deve essere preventivamente concordata.

Per la visita di ciascun edificio occorre ottenere dei permessi e il cellulare continua a ricevere chiamate. Nell'ultima ora di volo l'immagine sul monitor non cambia, fino all’atterraggio nella steppa. All'aeroporto ci attende Tatiana, una collaboratrice del sistema di sicurezza locale: l’intera zona è controllata a tappeto. Superato l’ultimo posto di blocco che dà accesso alla città, da sinistra e da destra cominciano a spuntare alberi verdi, come fosse iniziata una nuova zona climatica. La città è rimasta con un piede nell'URSS e questo lo si può avvertire in tutto: dal mercato centrale alle insegne, all'assenza di caffè aperti 24 ore... Mezza città porta le medesime tute: tutti lavorano al cosmodromo.

La gente di Bajkonur

A Bajkonur tutti hanno una storia da raccontare. Storie sui primi razzi russi, sui leggendari costruttori, sui cosmonauti. Qui sono ancora vivi coloro che lavorarono con il geniale costruttore sovietico Sergei Korolev, nonché quelli che collaborarono ai primi lanci nello spazio. Da qui presero il volo il primo satellite artificiale della Terra e le navicelle spaziali della serie Vostok, Voskhod, Sojuz, le stazioni orbitali Saljut, Mir, il sistema spaziale multiuso Energija, Buran, le apparecchiature cosmiche interplanetarie, gli sputnik scientifici e militari. Fino ad oggi, il cosmodromo di Bajkonur mantiene la leadership per il numero di lanci all'anno

“Sa, io ho 43 anni… E non so che ne sarà poi di noi e della vita qui - confessa Tatiana -. Io capisco che là, alla Vostochnij, non ci prenderanno a lavorare. Non so cosa ne sarà di noi. Vero è che, dicono, fino al 2050 a Bajkonur non rinunceranno del tutto”. Tatiana si guarda intorno con aria interrogativa. Lei sarebbe pronta a trasferirsi nella regione dell'Amur e a cominciare tutto da zero.

Su Bajkonur si estende un cielo insolitamente nero. A Bajkonur lavorano persone straordinarie che hanno acceso e continuano ad accendere le stelle della storia spaziale della Russia.

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