“Riscrivi il destino di Anna Karenina”

Ecco il testo vincitore del concorso

Foto: Ria Novosti

Foto: Ria Novosti

È Marzia Gravina la vincitrice del concorso “Riscrivi il destino di Anna Karenina e vinci un corso gratuito di russo”. Iniziato il 13 novembre, il concorso ha messo in palio quaranta ore di lezione gratuite presso il Centro Russo di Scienza e Cultura di Roma. Moltissimi i lettori che hanno partecipato. A loro era stato chiesto di riscrivere il destino dell’eroina di Tolstoj, partendo dal brano che, nel libro, accompagna l’eroina verso la morte: 

Si avvicinava un treno merci. La banchina si mise a tremare e a lei parve d’essere di nuovo in viaggio. E a un tratto si ricordò dell’uomo schiacciato al suo primo incontro con Vronskij e capì quello che doveva fare. Dopo essere scesa con passo veloce, leggero, per i gradini che andavano verso le rotaie, si fermò accanto al treno che le passava vicinissimo. Guardava la parte sottostante dei carri, le viti e le catene e le ruote alte di ghisa del primo carro che scivolava lento, e cercava di stabilire con l’occhio il punto mediano fra le ruote anteriori e le posteriori e il momento in cui questo punto mediano sarebbe stato di fronte a lei. “Là — si diceva, guardando nell’ombra del carro la sabbia mista a carbone di cui erano sparse le traverse — là, proprio nel mezzo, e lo punirò, e mi libererò da tutti e da me stessa”. Voleva cadere sotto il primo vagone che giungesse alla sua altezza nel punto mediano. Ma proprio in quel momento… 

Questo il brano scritto dalla nostra lettrice Marzia Gravina e selezionato dalla giuria, composta da Eugene Abov (editore e direttore di Rbth), Oleg Osipov (direttore del Centro Russo di Scienza e Cultura di Roma) e Natalia Stepanova (poetessa)

…sentì una voce. La calda voce di Vronskij gridava: “Anna, Anna! Sono qui”. Quella voce così famigliare echeggiò nelle sue orecchie, nella sua testa. Come veleno, quelle parole invasero il suo corpo che, confuso, crollò sulla banchina. Tutti le erano intorno; tutti avevano intuito cosa Anna avesse voluto fare. Vronskij le corse incontro, disperato. Anna era svenuta, ma era viva. Quando rinvenne, sul talamo che condivideva con Vronskij, lui era a guardarla, piangeva. Quando lo sguardo di Anna incontrò quello di Vronskij intravide un fuoco accendersi; il calore la pervase. Lui le si gettò al collo, le chiese perdono, le disse che l’amava più di qualsivoglia cosa al mondo. In quel momento capì che tutto ciò che si era immaginata, non era nient’altro che pura fantasia. Dio l’aveva perdonata.

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