Il sassofonista Denis Shvytov durante un’esibizione (Foto: Vladimir Astapkovich / RIA Novosti)
Molti anni fa, il famoso scrittore Maksim Gorkij mortificò il jazz definendolo “la musica dei grassi”. Gorkij intendeva dire che allora quella musica era ascoltata soltanto dalla sciagurata borghesia, dai “nemici di classe” dei lavoratori sovietici. In parte, le parole di Gorkij erano vere: in Russia il jazz è ritenuto ancora oggi la musica dei ricchi. Chi ascolta jazz in Russia in media appartiene all’alta o media borghesia e si aggira sui quarant’anni. Ama il jazz tradizionale e quello colto, è disposto a pagare cifre anche notevoli per entrare nei migliori jazz club, e considera prestigioso invitare i propri amici o la propria fidanzata ai concerti jazz filarmonici. In ogni caso, pure i meno ricchi ascoltano oggi il jazz, anche se in genere preferiscono quello d’avanguardia o sperimentale. Oltre a ciò, partecipano spesso ai festival jazz, anche se nessun festival si limita a questo genere musicale e sempre più interpreti rock, soul e di musica elettronica salgono sul palco ad affiancare i musicisti jazz.
Il giro dei jazz club a Mosca
A Mosca vi sono molti jazz club, alla portata di tutte le tasche. Studenti e giovani professionisti amano ciò che Victor Radzievskij fa all’Hidden Bar. Non sempre si deve pagare il biglietto per entrare in questi club, in qualche caso si paga un prezzo simbolico di 3 dollari. Il produttore Max Timoshin sei anni fa ha dato vita al suo progetto denominato “Jazz in motion” in uno dei club Durov più grandi di Mosca che può ospitare fino a 250 persone. Questo club per la classe media ha prezzi che oscillano dai 12 ai 40 dollari. In qualità di produttore, Max Timoshin preferisce musicisti che fanno spettacolo e mescolano il jazz con la musica pop.
L’Alexei Kozlov Club, che porta il nome del famoso sassofonista sovietico e russo, è il club più coinvolgente e singolare di tutti. Spesso vi vengono invitati artisti famosi che suonano brani fusion e di rock progressivo, come Stanley Jordan per esempio, e in questo caso non occorrono neppure gli addetti alle public relation, visto che per promuovere un evento si ricorre soltanto alle risorse dei social media. Tenuto conto però che la qualità della musica è davvero eccellente, questi club attirano pubblico semplicemente con il passaparola.
Al momento due club Igor Butman sono considerati allo stesso livello del Durov Club di Max Timoshin. Il prezzo del biglietto dipende dalle possibilità di spesa dei fan dell’artista, e arriva al massimo a 40 dollari. Ma quando all’inizio degli anni Novanta Igor Butman aprì questi locali, pubblicizzò il locale allora denominato Le Club come un posto nel quale potevano darsi appuntamento amici danarosi. Il biglietto d’ingresso era infatti di circa 200 dollari a persona e il club era tra i cinquanta migliori al mondo, a giudicare dalla notorietà degli artisti di musica jazz che arrivavano a Mosca dagli Stati Uniti. Oggi, quando vi suonano artisti stranieri, il Butman Club in piazza Taganskaya arriva a chiedere 125 dollari.
Scambio di musicisti jazz tra Russia e Stati Uniti
“I musicisti jazz americani sono molto più amati in Europa e in Russia che nella propria terra. Negli Stati Uniti infatti alcuni di loro non arrivano a ricevere più di un centinaio di dollari a concerto, mentre in Russia possono guadagnare un migliaio di dollari”, dice Danier Kramer, 54 anni, pianista jazz e produttore, che ha avviato la sua attività alla fine degli anni Ottanta. La cantante jazz americana Sharon Clark aggiunge: “Gli Stati Uniti sono un po’ come un marito, nel senso che mi usa e talvolta mi tratta come fossi un pezzo d’arredamento. Mentre la Russia è il mio boyfriend! Lì ricevo attenzione continua e sono considerata un tesoro”. Ci sono più musicisti jazz americani che fanno tournée e concerti in Russia di quanti jazzisti russi ci siano in America. Nel complesso è soltanto l’Orchestra statale jazz russa di Igor Butman a esibirsi abbastanza regolarmente negli Stati Uniti e in Europa. Alcuni strumentisti, come il pianista Evgeny Lebedev, che quest’anno ha vinto il terzo premio al festival del jazz di Montreux, sono famosi a livello internazionale, ma per lo più lavorano ancora quasi sempre in Russia. I vocalist russi invece non sono famosi a livello internazionale, a causa della loro inadeguata pronuncia della lingua inglese e perché talvolta adottano un modo di cantare definito da “saloon jazz”.
Sessioni jamming in Russia: i festival russi di jazz
Per quanto riguarda i festival jazz in Russia, i promotori spesso credono che il pubblico che ama questo genere musicale sia restio a spostarsi e, a differenza degli appassionati di rock, esiti a prendere un treno o un aereo per spostarsi di migliaia di chilometri per partecipare a un festival jazz. In verità, spesso i fan di musica jazz attendono che un evento giunga fino alla loro città. Il tentativo degli organizzatori del Koktebel Jazz Party in Crimea di indurre gli appassionati a comprare un biglietto aereo e prendere parte al festival non ha raccolto fino a questo momento molti ammiratori. Per i russi poter abbinare una vacanza di famiglia con la possibilità di partecipare a un concerto jazz è ancora un concetto nuovo. Daniel Kramer, che si occupa di questioni di budget e di invitare gli artisti ai festival del jazz di Ekaterinburg, Samarra, Omsk, Surgut, e altre città, dice che i gusti musicali jazz del pubblico cambiano da città a città. In parte ciò si spiega con la politica dei promotori locali, che portano di anno in anno sempre gli stessi artisti nelle stesse città, mentre i moscoviti sono onnivori, e gradirebbero di tutto. Promuovere il jazz in Russia è dunque difficile, perché la cultura di massa sfrutta i canali televisivi su scala federale. “Sono un pianista e quando mi esibisco dal vivo di fronte al pubblico in un anno suono davanti a un milione di persone, facendo la somma di tutti i concerti in Russia. Mentre un unico programma musicale di massa sul Canale uno russo raggiunge ben dodici milioni di ascoltatori per 45 minuti”, dice.
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