Un uomo si immerge nell'acqua gelata reggendo in mano la fiamma olimpica dei Giochi di Sochi (Foto: Ricardo Marquina)
Il termometro segna 21 gradi sotto zero. A questa temperatura i telefoni cellulari smettono di funzionare. E sulle ciglia si forma un leggero strato di brina bianca.
Alcune mamme avanzano in mezzo agli alberi spingendo i passeggini sulla neve. Là, oltre la curva disegnata dalla Moscova, ci sono i morzhi, i trichechi, come vengono chiamati in russo coloro che si immergono nelle acque gelide di un fiume. Nel giorno del battesimo di Cristo quest’anno a Mosca se ne sono contati 100mila. Un sessantina, invece, gli iordan, i buchi a forma di croce scavati per l’Epifania.
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A Serebryanyj Bor, il bosco a Est della capitale, in poche ore si sono immersi oltre duemila fedeli. “I primi sono arrivati questa notte. Poi il rito è proseguito senza sosta per tutta la mattina”. Senza staccare gli occhi dai fonti battesimali, dove si alternano uomini e donne in costume, un vigile del fuoco spiega una delle tradizioni più popolari e suggestive di tutta la Russia: “I cristiani ortodossi ricordano in questa maniera il battesimo di Gesù. Vengono scavati dei buchi nel ghiaccio. E nella notte tra il 18 e il 19 gennaio il sacerdote benedice l’acqua, dove poi si immergono i fedeli”.
Lo shock termico può essere pericoloso. E i medici sconsigliano alle persone affette da patologie cardiache di immergersi. “In passato è capitato che qualcuno si sentisse male. Ma oggi non ci sono stati problemi”, racconta.
I consigli degli esperti per tuffarsi nell'acqua ghiacciata |
Aiutata da due addetti alla sicurezza, una donna scende lentamente lungo la scala di legno che conduce allo iordan. Si fa il segno della croce. Poi trattiene il respiro e immerge la testa. Tre volte. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Uscendo dall’acqua, dal suo corpo si alza una nuvola di vapore. Si copre con un asciugamano e lentamente, in silenzio, si avvia verso le due tende riscaldate dove i fedeli si svestono e bevono il tè.
Dentro le tende la gente si scambia consigli, ridendo e offrendo tazze fumanti a chi rientra infreddolito dall’acqua.
Così come prevede la tradizione, i fedeli ortodossi celebrano l’Epifania immergendosi in fonti battesimali ricavati nel ghiaccio, chiamati iordan, dal nome del fiume Giordano dove Gesù venne battezzato. Le celebrazioni iniziano nella notte tra il 18 e il 19 gennaio in chiesa. Il sacerdote benedice l’acqua, che viene poi conservata dai fedeli.
“Lascia qui la pelliccia. Vai solo in costume da bagno e copriti con un asciugamano”, dice una signora a una ragazza più giovane. Insieme a lei, un bambino di circa sei anni, in accappatoio, saltella battendo i piedi per terra. Per lui è la prima volta. “Se lo ricorderà per tutta la vita”, dice la signora.
Dall’ingresso della tenda entra una ragazza, intirizzita e gocciolante. Sul viso, del trucco nero le è colato dagli occhi. “Lo faccio tutti gli anni. Non sono credente. Non mi immergo per motivi religiosi ma perché fa molto bene alla salute - spiega -. Non mi preparo fisicamente. Solo psicologicamente”.
Fuori la gente continua a calarsi in acqua, mentre i familiari riprendono la scena. Per via del freddo, più di qualche macchina fotografica si spegne.
Anche due italiani, a Mosca per lavoro, hanno deciso di provare l’emozione dello iordan. “Non sento più i piedi", commenta Federico Fanti, dopo il bagno.
"In realtà non è così terribile come sembra”, aggiunge Marco Minoretti, sfregandosi le mani nel tentativo di scaldarle. E conclude: "Il freddo pesante lo si percepisce quando ci si spoglia. Poi, entrando in acqua, la sensazione è quasi piacevole. Infatti mi sono immerso due volte. Rientrando nella tenda, dopo il bagno, i russi ci hanno fatti i complimenti. E ci hanno offerto del tè per riscaldarci”.
In totale, così come riporta Ria Novosti, per vigilare sui bagnanti in tutta Mosca sono stati impiegati 116 uomini addetti alla sicurezza e 2.500 tra poliziotti e forze dell’ordine.
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