E i nonni? Sono su Skype

Nonni sempre più tecnologici (Foto: Aleksandr Kozhokhin / Ria Novosti)

Nonni sempre più tecnologici (Foto: Aleksandr Kozhokhin / Ria Novosti)

Colmare le distanze, continuare a "vedere" figli e nipoti nonostante migliaia di chilometri. Poi la cultura, gli interessi personali. Un reportage per capire l'approccio alla tecnologia della "parte più saggia" della società

Nella biblioteca è in corso una lezione di alfabetizzazione informatica per pensionati. I volontari del progetto sociale "V.N.U.K." si avvicinano ora a questo, ora a quell'allievo, cercando di spiegare loro passo per passo ciò che essi ormai da tempo fanno quasi per riflesso, senza neanche dover pensare. L'obiettivo di questa lezione è creare una casella di posta elettronica. Le nonnine annotano diligentemente ogni cosa nei loro quaderni. Sono vestite in maniera impeccabile, con pettinature curate e collane, e lo stesso vale per i nonni.

Per Ljudmila Dmitrievna, la mia interlocutrice, questa non è la prima lezione. Ljudmila ha una casella di posta elettronica attiva, anche se non sa ancora bene come controllare la posta in arrivo, soprattutto se le mail contengono dei file allegati. Ljudmila Dmitrievna è una cardiologa. È in pensione ormai da molti anni. I suoi figli sono adulti e vivono per conto loro. Il computer le serve soprattutto per guardare il canale televisivo "Kultura" e per studiare le lingue straniere. Cerchiamo insieme il sito web dell'emittente "Kultura", e le mostro come usare il sito Yandex.Afisha.

Internet per tutte le età

"Ho sempre sognato di studiare lingue: la mia insegnante era un'aristocratica, e teneva delle meravigliose lezioni di francese. Io sono portata per le lingue, sarei potuta riuscire... Ma è andata diversamente, sono diventata medico. Vorrei imparare anche l'inglese. C'è una trasmissione che si chiama "Il poliglotta", condotta da Dmitrij Petrov, è da lì che è cominciata la mia conoscenza del computer: ho capito che non era una scatola vuota", dice la Dmitrievna.

Mi sorprendo a pensare ai pregiudizi tecnologici che abbiamo nei confronti degli anziani: non sono capaci di inviare un Sms, non sanno usare la posta elettronica. Incapaci di usare Skype, chiusi nel loro piccolo mondo che è infinitamente lontano dal nostro, e dove restano solo grandi poltrone impolverate e scaffali di libri. E invece, è vero il contrario. "Ah, ecco, un'altra cosa che mi fa terribilmente arrabbiare è che non capisco neanche la metà delle parole che usano i giovani d'oggi. Tutti quei "blog", "tweet", "like", "nick". Io ero abituata a tenermi sempre aggiornata. E a sentirmi arretrata, di serie B, io non ci sto". Non le rispondo niente. Ci siamo quasi scordati del computer, e il monitor si è spento. "La mia generazione è fatta di persone terribilmente orgogliose: non vogliono chiedere favori. E i nipoti, lo sa come ci rispondono? Che non capiremmo niente, che è solo tempo perso".

Reinventarsi il concetto di "babushka"

Falso anche questo, tutto tempo guadagnato. Usufruire dei servizi bancari via internet e risparmiarsi le file, telefonare gratis ai figli e scrivere agli amici sui social network, seguire i telegiornali e altre trasmissioni, gli eventi culturali e il meteo. "Vorrei fare in tempo, riuscire a fare alcune cose importanti prima di andare all'altro mondo. Riuscire a concludere le cose che ho iniziato. Finire di studiare una lingua, di leggere dei libri, di ascoltare la musica".

E sui social network? "Innanzitutto bisogna avere qualcosa da dire", continua la Dmitrievna. "Il computer è un ottimo strumento, è utile, ma bisogna avere un atteggiamento ragionevole nei suoi confronti. Ad esempio, è venuto a trovarmi un mio nipote alla lontana, che non era mai stato a Mosca. È bravo con il computer, ma non sa chi sia Lomonosov. E dire che studia all'università, è al secondo anno". Ancora: "L'ho portato alla Galleria Tretjakovskij: l'ha visitata di gran fretta, per poter tornare subito al suo computer. Ha conosciuto una ragazza su internet. Ah! È scoppiato subito un amore celestiale! Poi si sono incontrati, ma da allora lei non ha più voluto rivederlo. Mio nipote soffre davanti al computer. Un amore folle. Beh, mi scusi, ma io queste cose non le capisco".

Naturalmente, per la maggior parte dei partecipanti al corso, tenersi in contatto con i figli è il primo obiettivo che il computer può aiutare a raggiungere. "Mia figlia si è trasferita in Canada, mi ha già partorito tre nipotini laggiù", racconta un'altra allieva. "Almeno su Skype posso vedere i piccoli! E anche loro vedono me: sanno di avere una nonna".

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