Greenpeace, Putin: "Non sono pirati ma hanno infranto la legge"

Il 19 settembre 2013 un gruppo di attivisti di Greenpeace è stato fermato mentre cercava di assalire una piattaforma petrolifera di Gazprom che dovrebbe avviare delle trivellazioni nell'Artico (Foto: Greenpeace Russia)

Il 19 settembre 2013 un gruppo di attivisti di Greenpeace è stato fermato mentre cercava di assalire una piattaforma petrolifera di Gazprom che dovrebbe avviare delle trivellazioni nell'Artico (Foto: Greenpeace Russia)

Il capo del Cremlino parla dal forum sull'Artico e punta il dito contro gli attivisti: "Sarebbe stato meglio se avessero partecipato a questo incontro per esporre le loro perplessità"

“Non sono pirati. Ma hanno comunque infranto le leggi internazionali”. A parlare, dal palco del forum sull'Artico a Salekhard, è il Presidente russo Vladimir Putin, intervenuto a quasi una settimana dal blitz degli attivisti di Greenpeace, fermati dalla Guardia Costiera russa a bordo della Arctic Sunrise per un'azione di protesta contro una piattaforma petrolifera di Gazprom, e inizialmente accusati di pirateria. Reato per il quale in Russia si possono scontare fino a quindici anni di carcere.

Tra loro, anche un italiano: Cristian D'Alessandro, 33enne di Napoli, raggiunto dal viceconsole italiano a San Pietroburgo, Francesco Cimellaro, che si è recato personalmente a Murmansk per accertarsi delle condizioni del connazionale, che “sta bene ed è in ottime condizioni fisiche e psicologiche”. Le accuse nei suoi confronti “non sono ancora state formalizzate”.

“I dettagli di quanto accaduto non li conosco. Ma è evidente che non si tratta di pirati – ha affermato il capo del Cremlino, ripreso da Ria Novosti -. È però vero che hanno cercato di assaltare la piattaforma, e i nostri organi di vigilanza non potevano sapere chi stava compiendo questo gesto. Ci si poteva aspettare di tutto”.

Putin ha quindi aggiunto che l’azione degli attivisti poteva essere una minaccia non solo per la vita di quanti stavano operando sulla piattaforma, ma anche per la sicurezza ecologica: “Nel caso in cui ci siano in atto lavori sottomarini, potrebbe accadere di tutto: potevano esserci errori umani, imprevisti tecnici. Vale veramente la pena condurre simili azioni, sapendo che ne possono derivare gravi conseguenze?”.

Il Presidente della Federazione Russa ha quindi aggiunto che, invece di gesti così eclatanti, “sarebbe stato meglio se gli attivisti di Greenpeace avessero partecipato direttamente al forum sull’Artico, per esporre le proprie preoccupazioni e i propri dubbi”.

Parla di "accuse assurde" invece Tatiana Lokshina, vice capo dell'ufficio moscovita di Human Rights Watch, che dalle colonne del Kommersant interviene a favore degli attivisti di Greenpeace: "C'è un'enorme differenza tra la provocazione, che non ha niente a che vedere con il diritto penale, e le accuse per un reato. La pirateria prevede azioni di forza, il sequestro delle persone. Non è assolutamente il nostro caso".

Nel frattempo il comitato investigativo russo ha comunque aperto un'inchiesta per pirateria contro i militanti, tre dei quali sono già stati interrogati, mente per gli altri – gli stranieri – si attende l’arrivo degli interpreti. Oltre all’italiano, ad aver partecipato al blitz dell’organizzazione ambientalista c’erano altri 29 attivisti, perlopiù stranieri.

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