La benedizione dei dolci pasquali (Foto: AFP/East News)
Le solennità pasquali iniziano con la Messa notturna nelle chiese, accompagnata dalla Via Crucis. Alla fine della celebrazione si può dire concluso il Grande digiuno quaresimale e si può mangiare quello che si vuole.
I piatti fondamentali della Pasqua ortodossa sono le uova dipinte, il kulich (dolce di uvetta e frutta fresca, ndr) e la pashka, un dolce a base di formaggio fresco e uvetta, che vengono benedetti durante la funzione religiosa.
Nonostante nell’Urss la religione fosse proibita, non c’era casa che non dipingesse le uova. Non si dava un particolare senso religioso all’usanza, ma la Pasqua si festeggiava lo stesso.
“Avevamo il nostro gioco preferito per il quale aspettavamo la Pasqua - racconta Natalja, pensionata. - Due persone prendevano un uovo ciascuno e lo sbattevano uno contro l’altro. Chi rimaneva con l’uovo intatto prendeva l’uovo incrinato. Così, girando il paese e passando di casa in casa, si potevano far su abbastanza uova. Dopo, non era obbligatorio mangiare tutto il bottino. Quando eri pieno distribuivi le uova rimaste a chiunque le chiedesse”.
Anche l’usanza di andare a Pasqua al cimitero a visitare i parenti defunti e a mettere a posto le tombe è legata al divieto ufficiale delle feste religiose. “La tradizione di visitare a Pasqua il cimitero e lasciarci le uova pasquali e i kulich è un rito pagano nato durante l’Unione Sovietica - racconta padre Aleksandr. - Quando si perseguita una fede giusta nascono sempre forti superstizioni. A Pasqua è obbligatorio andare in chiesa”.
Dopo la funzione è prevista la fine del digiuno, si organizza un pranzo di festa per celebrare la conclusione del Grande digiuno e l’arrivo del giorno più luminoso dell’anno.
Bisogna ricordare che il digiuno, soprattutto se seguito in modo rigoroso, è un serio stress per l’organismo e per tale motivo bisogna uscirne in modo graduale. I medici raccomandano di non mangiare subito carne grassa e qualsiasi combinazione di carne e pane. Il primo giorno la cosa migliore da fare è mangiare un po’ di carne lessata con le verdure, insalata o erbette, e introdurre gradualmente nella dieta i latticini.
“Io e la mia famiglia festeggiamo la Pasqua a casa dei suoceri - dice Sergei, programmatore. - Per loro non è tanto una festa religiosa, quanto familiare. È una scusa per riunire a casa tutti i figli e i nipoti e stare insieme intorno al tavolo”.
Nella notte di Pasqua tutte le chiese sono effettivamente piene di gente, anche se sempre con qualche distinguo: “Ogni anno vado alla Messa di Pasqua, a dire il vero non tanto come credente, ma per dovere di servizio”, afferma Roman, ispettore del servizio antincendio. “Verifico che non si creino situazioni di emergenza. Purtroppo però non accadono così di rado. Ho già salvato più volte donne che avevano preso fuoco per colpa delle candele: se una vecchina ha il foulard lungo e la candelina in mano, si inchina e il fazzoletto si incendia. Ora se vedo qualcuno con un foulard simile durante la funzione, mi avvicino subito e lo avviso perché faccia attenzione”.
La Settimana Santa è singolare anche perché è l’unico momento dell’anno in cui chiunque lo desideri può suonare le campane. Per avere il permesso ed entrare nella cella campanaria è sufficiente chiedere il beneplacito del parroco della chiesa. Di norma i sacerdoti non dicono di no. Così per tutta la settimana di Pasqua si può sentire un lungo e scoordinato suono di campane: sono gli allegri parrocchiani, di solito i bambini, che suonano le campane, felici del fatto che Cristo è risorto.
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