Cirillo e Metodio, "inventori" del popolo slavo

Nel portico della basilica di San Clemente, Roma (Foto: Natalia Stepanova)

Nel portico della basilica di San Clemente, Roma (Foto: Natalia Stepanova)

La celebrazione a Roma in memoria dei santi che accomunano i popoli di cultura e lingua slava

Il 24 maggio i popoli di cultura e lingua slava celebrano i santi Cirillo e Metodio, i patroni di tutti gli slavi. Costantino, meglio noto come Cirillo (Tessalonica, 826 – Roma, 14 febbraio 869), evangelizzò Pannonia e Moravia e inventò l'alfabeto glagolitico. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa assieme al fratello Metodio (Tessalonica, 815 – Velehrad, 6 aprile 885) anch'egli evangelizzatore bizantino dei popoli Slavi. I due fratelli nacquero a Tessalonica (Salonicco oggi, Grecia). La città a quell'epoca contava una forte presenza slava. I fratelli Cirillo e Metodio acquisirono così familiarità con la lingua dei popoli calati da nord. Cirillo fu battezzato con il nome di Costantino. Si trasferì, in giovane età, a Costantinopoli per perfezionare gli studi di teologia e filosofia, e vi fu consacrato sacerdote presso la basilica di Santa Sofia.

 
Cirillo e Metodio
e quel legame con l'Italia

Nell'867 i fratelli giunsero a Roma e vi ebbero il permesso del Papa Niccolò I di tradurre la Bibbia in lingua slava. Metodio fu presto consacrato prete presso la Basilica di Santa Maria Maggiore. I fratelli donarono al Pontefice le reliquie di San Clemente, martirizzato nel 97 in Crimea. Le reliquie furono traslate nella Basilica omonima. Cirillo e Metodio vissero nel monastero di Santa Prassede, e poco prima di morire Costantino assunse l'abito monastico, prendendo il nome di Cirillo. Alla sua morte fu inumato presso la basilica di San Clemente in Roma. E proprio a Roma, nella basilica di San Clemente assisto alla liturgia in memoria dei santi. Quest'anno la liturgia sulla tomba di Cirillo è officiata dal Metropolita Antonij della Chiesa Ortodossa Bulgara. Presenti le autorità diplomatiche e numerosi gruppi di fedeli bulgari.

Il Metropolita Antonij, Chiesa Ortodossa Bulgara, Roma (Foto: Natalia Stepanova)

Alla liturgia partecipa anche la comunità russa della Capitale con i nostri due parroci del Patriarcato Ortodosso di Mosca, l'Archimandrita Antonij e padre Viatcieslav. Per l'occasione, l'entrata alla Basilica inferiore del IV sec. dove si svolge la celebrazione, è gratis e si possono fare le foto. Gli antichi affreschi ci narrano le gesta dei fratelli. Ma è difficile fare una buona fotografia: il buio pressoché totale del sito archeologico non gioca a nostro favore, ma si è felici lo stesso. La lingua russa e bulgara si mischiano, la gente è emozionata - ci accomunano fede, cultura, radici slave. Destini e segni di civiltà cristiana. Come i santi fratelli, più di mille anni fa, anche noi oggi ci incontriamo a Roma - nel condividere la nostra fede, uniamo gli animi in un'unica preghiera alla memoria di Cirillo e Metodio.

 
In processione a Mosca
per i Santi Cirillo e Metodio

Al loro studio, impegno e fede dobbiamo la nostra scrittura. "Quest'atto di fede, di solidarietà linguistica e culturale slava nella comunanza culturale dei nostri popoli fa ben sperare ed è molto più importante delle molteplici questioni politiche ed economiche. I paesi slavi oggi hanno celebrato una grande ricorrenza, dedicata ai maestri di lingua slava nella stessa data, nello stesso luogo sacro e nella stessa città - la Città Eterna", così la coordinatrice dei programmi di lingua russa presso la FAO ONU, dottoressa Natalia Fefelova. Mi viene in mente l'Enciclica Slavorum Apostoli dove  Giovanni Paolo II afferma: "Cirillo e Metodio sono come gli anelli di congiunzione, o come un ponte spirituale tra la tradizione occidentale e quella orientale, che confluiscono entrambe nell'unica grande Tradizione della Chiesa Universale". Dopo la liturgia tutti s'affrettano a fare le foto con il Metropolita Antonij e gli altri sacerdoti nel bellissimo portico della basilica medievale. Chiedo una foto al Metropolita anch'io. Disponibile e sorridente acconsente; mi colpisce lo sguardo sereno e aperto. Bandiere bulgare, macchine fotografiche, sorrisi, auguri, sole e cielo di Roma.

Il pensiero va ad un altro sacerdote, mio padre spirituale, filologo e fine conoscitore di poesia e letteratura russe, l'Archimandrita Filipp, il Rappresentante del Patriarcato di Mosca a Sofia. Vorrei salutarvi con le sue parole, pronunciate alla Radio Nazionale Bulgara nell'occasione della festività del 24 maggio: "Non dobbiamo dimenticare che Cirillo e Metodio erano dei grandi eruditi, dei grandi filologi se vogliamo. Ma prima di tutto essi erano degli uomini dalla vita santa. E solo grazie alla loro fede illuminata e ad albergare in essi dello Spirito Santo ha potuto realizzarsi la loro grande missione. Quando non solo un singolo paese e un singolo popolo ma tutto il mondo slavo ha ricevuto un'unica lingua che tutt'ora ci unisce in molte cose. Noi crediamo nella Santa Apostolica Chiesa che in un certo qual modo è anche la chiesa cirillo - metodica poiché noi siamo eredi della tradizione spirituale di Cirillo e Metodio". Auguri, popolo Slavo! 

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