Presentazione de "La ruggine e il giallo" di Sergej Gandlevskij nella Casa delle letterature a Roma (Foto: Natalia Stepanova)
Sta per piovere. O quasi. Il cielo è di un grigio basso e uniforme. Piera tarda di 3 minuti esatti. Ma eccola! Mi saluta dall'altra parte della via, ferma a un semaforo rosso. Dopo i saluti saliamo al primo piano di una nota libreria nel centro di Roma: per un caffè, per parlare e per scambiarci gli auguri di Natale. Ci sediamo in fondo alla sala. Dalla finestra si vedono i resti di alcuni templi repubblicani. Qui, qualche metro più o meno in là, nel 44 a. C. fu ucciso Giulio Cesare. Sono passati più di duemila anni ma a me sembra l'altro ieri. Sarà perché il suo spirito fa parte di Roma e ripara questa città da tutte le meschine interpretazioni ed "edizioni". Allietati da una vista mozzafiato, ci gustiamo il nostro caffè. E parliamo di poesia.
E ora permettetemi di presentarvi Piera Mattei, edizioni Gattomerlino Superstripes. Una piccola e giovane casa editrice romana. Siamo a dicembre 2014 e, giusto a dicembre di quattro anni fa, nasceva la Gattomerlino. Titoli di poesia e testi scientifici. Un connubio felice, dice Piera: "Due modi di guardare la realtà e le cose con gli occhi nuovi, quando la spiritualità e l'uso dell'intelligenza s'incontrano". La parola spiritualità mi piace, ed è giusto farla tornare tra noi. Sorrido, contenta: è come quando si incontra un amico. Chiedo se dal punto di vista economico la casa riesce ad andare avanti e come mai ha deciso di aprire una casa editrice in un periodo così poco propizio per la cultura. Sorride anche Piera: "Ho lavorato per vent'anni nella redazione della rivista internazionale Pagine, da non confondere con l'omonima casa editrice - ci tiene a precisare - e dopo vent'anni di attività nel campo della poesia ho deciso di tentare una mia strada".
La vera poesia di un poeta inesistente |
La linea editoriale della Gattomerlino si discosta dalla politica editoriale di piccole e medie case editrici. Specialmente nel settore della poesia che, al dispetto del solito dire "la poesia non si compra, non si legge, non si paga", contribuisce comunque all'esistenza delle varie case. Essendo, di fatto, l'autore stesso, quello che spesso è anche un malcapitato, a corrispondere alle spese di tipografia, presentazioni, eccetera; cosicché il costo di pubblicazione per una casa editrice viene calcolato al minimo. Un autore di poesia oggi si stampa, si compra e si legge da sé. Il libro di un poeta anonimo non va in libreria. Si vende, sempre se si vende, online. In un'offerta spaventevole di nomi sconosciuti, destinati a rimanere tali. Oggi per un poeta provetto è d'obbligo diventare un promoter di se stesso, questo sempre se la sua poesia vale qualcosa.
La Gattomerlino ha quattro collane rivolte al lettore italiano: Serie Blu per la poesia in traduzione, Serie Verde, per la divulgazione scientifica, Serie Amaranto per documenti, diari, memorie e Quaderni di Pagine Nuove con proposte di poesia italiana o in lingua italiana. Per ora nella Gattomerlino hanno la meglio i poeti stranieri in traduzione - sono i poeti presentati in Italia per la prima volta, l'eccezione fatta per Emily Dickinson, in traduzione di Piera Mattei, che è il trentesimo titolo edito dalla casa. La Gattomerlino pubblica 9 titoli di poesia all'anno. Tra questi troviamo, fresco di stampa, il russo Sergei Gandlevskij. Un piccolo, elegante libretto, una raccolta poetica di un autore tra più conosciuti e meno prolifici in Russia. Ed è il primo autore, in traduzione italiana, della collana "I poeti della Fondazione Brodskij". Di questo progetto ci parla, alla presentazione della raccolta, tenutasi nella Casa delle letterature a Roma, la vedova di Brondskij, Maria Sozzani Brodskij: "La collana "I poeti della Fondazione Iosif Brodskij" segna una nuova fase per la Fondazione, il cui scopo è di realizzare uno dei ultimi sogni di Brodskij: lo scambio culturale tra Russia e Italia, una tradizione troncata dalla rivoluzione e che, per un poeta nato a San Pietroburgo, città dalla forte impronta artistica italiana, era sicuramente una tradizione da riscoprire. Secondo le parole di Brodskij, l'Italia era stata una rivelazione per i russi: ora avrebbe potuto diventare la fonte del loro rinascimento".
La Fondazione, con la sede principale a New York, ha anche una sede in Italia: l'Associazione Joseph Brodsky. I borsisti della Fondazione hanno soggiornato, per lo più a Roma, presso le "istituzioni amiche, una specie di accademia volante". Un soggiorno studio di tre mesi presso l'Accademia francese a Villa Medici, l'Accademia Americana, villa Mirafiori de La Sapienza, poi a Genova presso l'Istituto Avanzati dell'Università di Bologna e a Venezia, dalla Emily Harvey Foudation. Dei ventotto borsisti che finora hanno soggiornato nel Belpaese, e cioè, hanno intrapreso "il viaggio europeo fondamentale - il viaggio in Italia", quattordici sono poeti poco e male tradotti in Italia. Così nasce, da una serie di incontri e visioni felici di poesia e cultura, il progetto di una collana: "I poeti della Fondazione Brodskij".
"Per Josif, le nozioni di arte e viaggio erano inseparabili: l'artista è colui che cerca sensazioni nuove, che tenta di sbarazzarsi delle cose troppo famigliari e comode - che segue i sentieri delle idee attraverso gli spazi geografici”, così Maria Brodskij alla presentazione de "La ruggine e il giallo" di S. Gandlevskij. Si dice emozionata della realizzazione di questa idea editoriale. Sembra una ragazza. Alta, snella, gentile, bella e delicata nei modi e nei tratti del viso. Seduto accanto a lei c'è l'autore. Lo presentano Piera Mattei, l'editrice, Elio Pecora, poeta e critico e la traduttrice: professoressa di lingua e letteratura russa a La Sapienza, Claudia Scandura. Giunti alla lettura delle poesie, l'autore si alza e declama in russo, a memoria. Claudia Scandura legge la traduzione in italiano.
Dopo la lettura iniziano le domande. “Ècambiata la sua poesia nell'arco di trent'anni in seguito ai cambiamenti politici nel paese (la raccolta presentata è del 1980- 2011, ndr)? E se sì, come è cambiata?”, chiede una persona in sala. “Certo che ècambiata. Ora le mie poesie sono più corte. Ma se lei mi chiede se scrivo poesie di protesta le rispondo: no, non scrivo poesie di protesta”.
"Sappiamo che in Russia la poesia ha sempre avuto un ruolo e una partecipazione straordinari. È ancora così? Viene sempre tanta gente ad ascoltare la poesia? Si organizzano ancora le letture?"
"Le letture e la partecipazione di cui lei parla fanno parte del passato - risponde -. La poesia di allora era una poesia di protesta ed era naturale che radunasse le piazze. Certo, lei oggi in Russia può organizzare una lettura anche tutti i giorni ma le grandi partecipazioni oramai sono un ricordo, anche in Russia”.
"Esule visse e morì. E ora
se ne sta al buio e con gli occhi umidi
segue i funambolismi del gatto,
che, in forza delle nuove circostanze,
non costituisce più un pericolo
per passeri e rondini”.
(S. Gandlevskij, 2007)
Il tempo passa in fretta. Fuori si fa buio. La presentazione è finita. Maria Brodskij ci saluta - torna a Milano, dove vive e insegna. Ci saluta anche il poeta, ringraziandoci dell'attenzione e ognuno di noi se ne va, si disperde nelle vie di Roma, illuminate dalle fioche luci dei lampioni; con i suoi vicoli, le memorie, la sua poesia. Roma, la città su cui oggi grava lo scandalo della mafia, Roma, ch'è la capitale dell'Italia, un paese così amato dai russi, ci accompagna benevola. Da sempre. Sono contenta di avere partecipato a questo incontro di culture che, nonostante la non facile situazione politica oggi nel mondo, continuano a incontrarsi, completandosi, con stima e ammirazione. E mi piace il progetto editoriale di una piccola casa editrice romana: elegante, con stile e poesia, che porta il nome di un gatto.
"Siamo molto grati ai nostri amici, vecchi e nuovi, di averci aiutato a rinnovare e alimentare un'idea, che riteniamo di grande importanza per la cultura. Sono tante le persone che vorrei ringraziare personalmente: Evgenij Solonovic, Claudia Scandura e soprattutto Piera Mattei, direttrice della casa Gattomerlino, che ha subito creduto in questo bellissimo progetto.
Che la casa editrice dei poeti della Fondazione Brodskij porti il nome di un gatto, è un puro caso - ma forse non proprio. Chiunque conoscesse Iosif Brodskij, sapeva anche della sua passione per i gatti - quanti gatti sono stati disegnati da lui come dediche ad amici! A me sembra davvero un buon augurio".
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