Quando il freddo tarda ad arrivare

Foto: Vladimir Fedorenko / RIA Novosti

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In alcune regioni l’autunno inizia a farsi sentire. Ma l’Estremo Oriente russo continua a godere di temperature miti, che talvolta si protraggono sino a ottobre inoltrato

La primavera e l’estate arrivano tardi nell’Estremo Oriente russo, soprattutto rispetto a Mosca e ad altre zone della Russia europea. Avendo trascorso molti inverni freddissimi in alcune delle zona più fredde del Paese, non sono mai riuscito ad abituarmi alla vista di persone che indossano maglioni e capi di lana sino ad aprile, così come ai cieli grigi e alla presenza di cumuli di neve. Nel maggio del 2013 ricordo di aver lasciato Mosca, dove le temperature toccavano i trentaquattro gradi, e di essere atterrato a Yuzhno-Sakhalinsk, dove di gradi ve n’erano cinque (ero felice di notare che almeno non c’era la neve!).

Chi vive nelle regioni così remote della Russia può godere di una prolungata “Babje Leto”, che compensa in parte il lungo inverno. Il termine “babje leto” significa, letteralmente, “estate delle donne”, e risale a un’epoca in cui la Russia era un’economia agricola, e indicava quel breve periodo nel quale le donne dopo aver finito di lavorare nei campi si godevano un breve momento di riposo. Si tratta, per certi versi, di un periodo velato di malinconia: le giornate sono visibilmente più brevi e nell’aria c’è la costante minaccia dei freddi venti autunnali. Tuttavia le giornate sono meravigliosamente calde in tutta la regione, e perfette per avventurarsi in passeggiate lungo molte di queste catena montuose, alcune delle quali confinano con la provincia cinese di Heillongjiang.

Questo rappresenta anche il periodo migliore per nuotare nelle acque delle famose isole Russky e Popov, di fronte a Vladivostok o dell’isola di Moneron, nei pressi di Sakhalin, che con i suoi trenta metri quadri di superficie è stata decretata primo parco nazionale marino della Russia. Grazie alla temperatura delle sue acque, intiepidite dalla corrente di Tsushima, l’isola offre riparo a grandi colonie di specie marine.

Su Moneron che è disabitata, esiste un’unica abitazione. Circostanza, questa, che insieme alla ridicola quantità di permessi necessari a visitarla rappresenta un buon deterrente per il turismo di massa. Le regole per visitare l’isola cambiano di continuo, ma stando alle ultime informazioni i permessi vengono rilasciati dall’amministrazione di Sakhalin. Se desiderate qualcosa di più di un’avventura, questo prolungamento dell’estate rappresenta il momento migliore per visitare il territorio di Khabarovsk, una delle più vaste provincie della Russia.

La città di Khabarovsk, con il suo lungofiume e la sua architettura che risale a un’epoca precedente alla guerra civile, ma ancora oggi ben conservata, vanta nei mesi più caldi un clima spiccatamente mediterraneo. Le regioni circostanti sono un paradiso per gli amanti della natura. È qui ad esempio che vive la specie di tigre più grande al mondo: la tigre di Amur (o di Ussuriiski): un felino tendenzialmente timido, in cui però è facile imbattersi prima che le foglie inizino a cambiare colore. È raro che le tigri e il leopardo delle nevi di Amur uccidano l’uomo, mentre ogni anno gli orsi che popolano questa regione fanno qualche vittima.

L’arcipelago di Shantarsky, situato nel mare di Okhotsk conta la maggiore densità di orsi di qualsiasi altra zona dell’Estremo oriente russo. E anche se ogni anno giungono notizie di nuovi attacchi, in questo periodo, dopo le scorpacciate di bacche e salmone, gli orsi sono meno irritabili. Alla vigilia di Capodanno dell’anno scorso un decreto del governo russo ha stabilito la creazione del Parco nazionale dei Shantar, che si estende su un territorio di 515.000 ettari. Le su isole remote ospitano popolose colonie di uccelli marini, cuccioli di foca e nidi di acquile marine. Nelle loro acque si possono anche avvistano esemplari di balene della Groenlandia. Adesso che il turismo commerciale si è spinto sino alla penisola della Kamchatka, l’arcipelago di Shantarsky rimane una delle ultime frontiere del turismo ambientalista e d’avventura.

Non solo foreste isolate

"L’estate delle donne" offre diversi tipi di svago anche a coloro che non cercano avventure nei remoti parchi nazionali isolati. I russi amano dedicarsi alla raccolta dei funghi, che offre un’ottima scusa per fare una bella passeggiata nei boschi in questo ultimo scorcio d’estate. Vi è poi una tradizione squisitamente sovietica, secondo la quale le università mandano i propri studenti ad aiutare i contadini a raccogliere le patate nei campi. Qualche anno fa molte università statali avevano rinunciato a questa consuetudine, mentre a settembre alcuni atenei privati insistevano nel trasformare per un breve periodo i propri studenti in contadini. La maggior parte degli studenti universitari che conosco odiano questi “lavori forzati”, ma quest’ anno ho visto diversi “selfie” in cui giovani dall’aria felice posano accanto alle patate da loro raccolte.

Quando le temperature cominciano a diminuire inizia la stagione culturale, con concerti e rappresentazioni teatrali, e le persone lentamente si spostano nei locali al chiuso.

Il triangolo d’oro

Da anni le autorità dell’Estremo Oriente russo parlano di voler sviluppare un “triangolo d’oro” del turismo, che comprenderebbe Vladivostok, Sakhalin e Khabarovsk. E benché i tre poli dispongano delle infrastrutture sufficienti, i collegamenti verso questa regione rimangono scarsi e costosi. Questa zona, che potrebbe attrarre molti turisti da tutta la regione dell’Asia-Pacifico, non viene sufficientemente valorizzata, e la sua bellezza naturale e i suoi siti di interesse storico non sono ancora molto conosciuti. Aprire queste zone al turismo si tradurrebbe in un boom economico senza precedenti, e contribuirebbe all’affermazione della Russia in Asia, integrando al tempo stesso questa regione in nuovo centro di potere economico.

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