Disegno di Natalia Mikhaylenko
Esiste persino una leggenda, stando alla quale Mikhail Lomonosov sarebbe figlio illegittimo di Pietro il Grande. In effetti quest’ultimo soggiornò sul Mar Bianco, dove nacque Lomonosov, durante i lavori al cantiere navale. Teoricamente, tutto è possibile. Nella biografia di Lomonosov vi sono non pochi punti oscuri. Suo padre era un uomo benestante. Possedeva una tenuta, una nave, mentre il figlio se ne andò a Mosca al seguito di un gruppo di pescatori e viveva nella capitale con pochi copechi. Il dyak locale aveva spiegato a Lomonosov, che “per acquisire la conoscenza è indispensabile conoscere la lingua latina, e studiare il latino è possibile soltanto a Mosca”.
E così giunse a Mosca. Si iscrisse all’accademia greco-latina. Dall’accademia fu inviato all’estero a studiare le scienze europee. In Germania Lomonosov creò un grande scompiglio. Quando gli trattennero la borsa di studio, in segno di protesta scappò dall’università e per un anno intero girovagò per l’Europa. Le avventure furono tante. Tentarono di attirarlo nell’esercito prussiano, lo rinchiusero in una fortezza dalla quale riusciì a fuggire proprio come il conte di Montecristo. Sempre in Germania si sposò con una tedesca di rito protestante, sebbene lui stesso fosse, naturalmente, di confessione ortodossa. Tutta la vita nascose questo fatto. In Russia non lo avrebbero capito.
Lomonosov non era affatto il prototipo dello studioso accademico. Era una persona forte e molto sicura di sé. Quando una volta tentarono di derubarlo Lomonosov prese le teste di due dei rapinatori e le sbattè talmente forte l’una contro l’altra che questi immediatamente si accasciarono al suolo privi di sensi. Il terzo si mise a correre. Lomonosov lo raggiunse e gli chiese : “Cosa volevate farmi?” , “Spogliarti”. “Ah, ecco cosa! E allora io spoglierò te. Levati tutto quello che hai addosso!» Il ladro si spogliò. Lomonosov afferrò i suoi vestiti, andò al fiume e li tirò in acqua. Quasi una scena da film d’azione americano...
Lomonosov era di indole dura e di temperamento irascibile. Diceva: “Non voglio essere considerato uno sciocco non solo al tavolo dei notabili, ma neanche a quello dello stesso Signore Dio”. L’ennesimo scandalo avvenne a Pietroburgo, presso l’Accademia delle Scienze. Come poi fu riportato nel resoconto: “Ingiuriò i professori con tali insulti, dando loro dei ladri e usando altri termini, che persino scriverli sarebbe vergognoso, e contro di loro con le mani fece segni nella maniera più vile”.
Li chiamò ladri a ragione. Il ladrocinio in Accademia era fatto piuttosto diffuso. Inoltre, Lomonosov era molto infastidito dal fatto che tutti i professori fossero tedeschi. In particolare, reagiva molto male nei confronti dello storico Miller. Miller riteneva che la storia fosse una scienza obiettiva. I fatti dovevano essere riportati così come erano andati. Lomonosov, invece, diceva che prima di consentire ad una persona di dedicarsi alla storia, bisognava che questi avesse fatto giuramento di scrivere solo di quei fatti che rappresentano la gloria della Patria e non toccare le pagine nere. In generale riteneva che uno storico russo dovesse essere di nazionalità russa.
Lo interessava letteralmente tutto. Dalla storia passò con facilità alla fisica e all’astronomia. Scoprì la legge della conservazione dell’energia, la famosa legge Lomonosov- Lavoisier: “Tutto ciò che viene tolto ad un corpo, viene aggiunto ad un altro...”. Costruì il telescopio e attraverso di questo osservò il pianeta Venere. In realtà tutto ciò rimase inutilizzato. In Europa le scoperte di Lomonosov non erano conosciute e fu necessario aspettare che venissero fatte da qualcun altro. Ma per la Russia, Lomonosov fu una figura più rilevante di Einstein o di Newton. Da solo diede un enorme contributo alla scienza. E, tra l’altro, anche alla letteratura. Scrisse odi, tragedie. Forse non erano particolarmente armoniose e in alcuni punti erano persino contorte, ma Lomonosov fu il primo a scrivere in lingua russa e non in slavo ecclesiastico. In sostanza con le sue odi ebbe inizio la letteratura profana. Prima di lui esisteva solo la letteratura ecclesiastica.
In generale, Lomonosov guardava ai propri versi da un punto di vista pratico. Lui non si occupava puramente di arte, in ciascuna ode ricorre sempre la stessa idea: la Russia ha bisogno della scienza, dell’istruzione, del progresso. Oggi sembra una banalità, ma allora non era affatto scontato. Gli scienziati erano considerati nullafacenti, ingiustamente foraggiati dallo stato. Per questo a Lomonosov riuscì con fatica di realizzare il progetto dell’Università di Mosca. Dovette discutere, litigare, dimostrare le proprie teorie, supplicare. E adesso provate a immaginare che l’Università non ci fosse. Sarebbe decisamente un’altro paese.
Era una persona ossessiva. Quando scriveva, dimenticava di mangiare, per settimane beveva acqua e mangiava pane. Lui si interessava di tutto. Quale che sia l’ambito considerato, viene sempre fuori che il primo fu Lomonosov. Inventò le previsioni del tempo, preparò le navi alle spedizioni nell’oceano Artico, si occupò persino di demografia. Propose una serie di misure volte alla crescita della popolazione. Tra queste propose di abrogare la legge che proibiva alle donne di sposarsi più di tre volte, di attrarre nel paese un maggior numero di stranieri, come direbbero oggi, di immigrati, di combattere l’alcolismo, di diminuire il periodo di servizio nell’esercito, perchè per evitare il servizio militare molti fuggivano all’estero.
Per il governo di allora tutto questo era dissennato. I burocrati non conoscevano affatto la vita russa. Lomonosov sì. Ancora una volta tutto questo sembra scontato. Ma, in effetti qualcuno doveva pur arrivarci per primo. É sorprendente solo, che di fatto sia stato il primo praticamente in tutto. In Francia, ad esempio, il lavoro svolto da Lomonosov, fu eseguito da un intero gruppo di enciclopedisti – civilizzatori. Filosofi, scienziati, economisti. In Russia nel XVIII non vi era alcun gruppo di studiosi. Soltanto Michail Lomonosov.
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