La tradizione del cin-cin alla russa

(Foto: Kommersant)

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Mosca vista dal basso di un'italiana
Credit: Niyaz Karim
Credit: Niyaz Karim

3 ottobre 2013

Cosa c’è di più russo della vodka? Poco o nulla, e se pensate che sia solo uno dei tanti stereotipi su questo grande Paese venite pure qui a ricredervi.

La vodka, di cui Russia e Polonia si contendono la paternità storica, è una bevanda antica quanto il popolo slavo: si ottiene distillando patate e cereali almeno tre volte e ha di norma un tasso alcolico intorno ai 40 gradi.

Cosa bevono i russi?
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I russi di ogni età amano moltissimo la loro bevanda nazionale, sebbene la birra e i vari alcolici e superalcolici “stranieri”, dal vino allo spumante al whisky, gli facciano oggi molta più concorrenza che in passato.

Alla fine della settimana lavorativa, al termine di una buona cena con gli amici, un bicchierino di vodka è quasi d’obbligo, proprio come l’”ammazzacaffè” in Italia.

Un momento conviviale che si accompagna a una serie di riti, anche se in circostanze normali non esiste - come a volte si domandano gli amici italiani - la curiosa usanza di rompere i bicchieri subito dopo aver bevuto: al padrone di casa non farebbe molto piacere, non vi pare?

È vero, invece, che i russi bevono la vodka tutta d’un fiato, come se fosse acqua. D’altra parte il termine russo водка (vodka) letteralmente significa proprio “acquetta”!

Non preoccupatevi, comunque, di ubriacarvi al primo brindisi con i vostri amici russi, perché la tradizione impone di servire, insieme alla bevanda, un bel po’ di stuzzichini, a volte così tanti da farvi rimpiangere di non esservi tenuti più leggeri a cena!

Tra gli “spuntini da vodka” più diffusi e facili da preparare ci sono i cetrioli, le olive e i pomodorini marinati, una tipica ricetta di queste parti. I russi apprezzano molto anche i contorni di pesce, come le aringhe tagliate a pezzi, meglio se accompagnate da patate e pane nero. C’è poi un’altra specialità ittica ancora più comune sulle tavole: è lo spratto o papalina, un pesce della stessa famiglia delle aringhe e delle sardine pescato soprattutto nel Baltico. Negli scaffali dei negozi alimentari lo troverete in scatole contrassegnate dal nome шпрот (shprot).

Foto: Kommersant

Al supermercato tutte le marche e tutti i prezzi di vodka (Foto: Kommersant)

Quando si brinda ci si alza in piedi e si può dire “Za zdorovie!” (alla salute!), o più di rado “Hurrà”. Naturalmente ci sono brindisi per ogni occasione e specialmente nel Caucaso e nelle regioni del Sud è d’uso fare lunghi discorsi di benvenuto e di auguri quando si accolgono gli ospiti.

Se volete portare una bottiglia in regalo agli amici, in qualsiasi supermercato avrete l’imbarazzo della scelta: dagli storici brand sovietici Stolichnaya o Moskovskaya alla diffusissima Russkiy Standart, ce n’è per tutti i gusti e le tasche. I marchi meno pregiati costano solo 200 rubli a bottiglia (4,50 euro), i migliori invece arrivano a 1.200-1.400 rubli (23-32 euro). C’è perfino una vodka chiamata Putinka, in onore del Presidente russo in carica, Vladimir Putin: è prodotta dalla distilleria di Stato Cristall e considerata di buona qualità.

La vodka è vecchia quanto la Russia, ma lo è altrettanto la lotta contro la piaga sociale dell’alcolismo. Contro questa realtà drammatica nel Paese non ha potuto granché nemmeno il ferreo sistema sovietico, che pure fece moltissime campagne propagandistiche per invitare l’”uomo nuovo” socialista a bere responsabilmente: alcuni dei più famosi poster dell’Urss, come quello del giovane a tavola che dice “Niet!” a un bicchiere offertogli da un ignoto commensale, lo testimoniano ancora adesso.

Il politico russo Viktor Chernomyrdin, conosciuto per i suoi motti di spirito, provava a sdrammatizzare la questione con questa battuta, riferitami da un amico russo: “Noi beviamo vino per restare in salute, e restiamo in salute per poter bere vodka!”.

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