Nell’immagine, Boris Eltis (a sinistra) e Gennadij Zyuganov con le rispettive percentuali dei voti ottenuti alle elezioni del 1996.
: APC’era una domanda che ronzava nella testa dell’élite russa nei primi mesi del 1996: chi guiderà il Paese nei prossimi anni? Boris Eltis godeva di un rating terribilmente basso. A influire, la crisi economica, la crisi delle istituzioni, la guerra in Cecenia. Senza contare quel suo aspetto di persona gravemente malata.
E ciò che remava contro Eltsin nella corsa alla carica di Presidente, aiutava ovviamente il suo primo rivale: il leader comunista Gennadij Zyuganov.
Nel dicembre 1995 il partito comunista vinse le elezioni parlamentari. In questo contesto, nell'entourage del Presidente si iniziò a pensare alla necessità di eliminare o rimandare di qualche anno le elezioni: la paura era quella di perdere. Nonostante tutto, Eltsin partecipò alle elezioni e vinse in entrambi i turni.
Seppure nel corso degli ultimi 20 anni non siano uscite conferme ufficiali di una falsificazione, molti credono che in tali circostanze Eltsin non potesse vincere onestamente. Nel 2012 questi sospetti pare siano stati confermati ai vertici del Paese. L'allora presidente Dmitrij Medvedev, in una riunione con i politici russi, tornò sul tema delle elezioni del 1996: secondo testimoni oculari, il leader russo avrebbe affermato che a quelle elezioni non fu Eltsin a vincere. Poi, però, una fonte del Cremlino pubblicò la smentita.
Del fatto che la vittoria di Eltsin fosse fasulla sono certi molti famosi politici e personaggi pubblici russi. Così crede, per esempio, Gennadij Seleznev, ex membro del Partito Comunista nel 1996 e speaker della Duma di Stato. Dello stesso parere è anche una delle colonne portanti del giornalismo russo, l'editore e fondatore del celebre giornale, influente in quegli anni, Nezavisimaya Gazeta, Vitalij Tretyakov. "Per mia convinzione e per alcuni fatti che conosco, al primo turno vinse Zyuganov. Lui lo sapeva, ma non si decise a dichiarare la vittoria".Zyuganov aveva motivo di lasciare taciuta la sua vittoria. "Ci sono le parole di persone che allora erano intorno a Eltsin – racconta Tretyakov –. Dicevano chiaramente che Eltsin non avrebbe lasciato il potere. Se Zyuganov avesse dichiarato la sua vittoria, sarebbe avvenuto qualcosa che non gli avrebbe permesso di salire in carica. Chiaramente si tratta di un colpo di Stato, con l'uso della forza".
L'entourage di Eltsin presentava i comunisti come una grave minaccia per i passi in avanti fatti negli anni '90, come l'economia di mercato e un sistema politico all'apparenza democratico. "Arriveranno i comunisti e spareranno a tutti!”, così Tretyakov esprime il senso della campagna pre-elettorale di Eltsin.
L'anti-comunismo era uno dei principali punti della campagna di Eltsin. Cominciò a essere pubblicato e distribuito gratuitamente in milioni di copie il giornale "Dio non voglia!", che riportava le pagine buie del recente passato sovietico e gli orrori spaventosi che avrebbe portato la vittoria Zyuganov.
Oltre all'anti-comunismo, si faceva leva sulla nuova immagine di Eltsin “vivace, agguerrito e attivo; non come lo descrivevano in passato”. La campagna elettorale venne organizzata proprio intorno a questi aspetti che, secondo Andreev, si distinguevano per il livello "fenomenale di tecnologie politiche coinvolte, senza precedenti nella storia recente". Molti analisti, infatti, attribuiscono il successo di Eltsin all'efficienza della strategia pre-elettorale e non alla frode.
Il famoso ballo di Etsin. Durante la campagna elettorale del 1996 cercò di catturare voti a ritmo di twist, nonostante apparisse evidentemente debole e malato
Poi a metà maggio avvenne il punto di svolta della campagna elettorale: Boris Eltsin superò il suo rivale. Al secondo turno, a influenzare il predominio su Zyuganov, furono le parole del celebre militare e personaggio pubblico, il generale Aleksandr Lebed, che esortò a votare per il Presidente in carica.
Dopo la vittoria, Eltsin si dovette sottoporre a un’operazione al cuore seguita da una lunga degenza. In Russia, nel frattempo, gli oligarchi si stavano facendo sempre più influenti, l'economia si muoveva lentamente ma inesorabilmente verso il default e nell'indomata Cecenia le forze militari stavano diventando sempre più forti. Secondo molti esperti, se anche avesse vinto Zyuganov, difficilmente la Russia sarebbe potuta tornare al passato sovietico
Continua a leggere:
Quel film che rovesciò l'Unione Sovietica
La metà dei russi valuta positivamente la figura di Lenin
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email