Morto l’ex primo ministro Evgeny Primakov

L’ex primo ministro russo Evgeny Primakov (Foto: Artem Korotaev / TASS)

L’ex primo ministro russo Evgeny Primakov (Foto: Artem Korotaev / TASS)

Si è spento a Mosca, dopo una lunga malattia, il politico che “segnò la storia della Russia”. Aveva 85 anni

Dopo una lunga malattia, il 26 giugno si è spento a Mosca Evgeny Primakov, ministro degli Esteri dal 1996 al 1998, primo ministro dal 1998 al 1999. Lo ha comunicato a Interfax una fonte all’interno dell’entourage del politico. La morte di Primakov è stata confermata dal nipote Sandro. Primakov aveva 85 anni.

“Ha fatto la storia della Russia”

Della morte di Primakov è stato informato il Presidente Vladimir Putin. "Il Presidente esprime profonde condoglianze ai parenti e agli amici di Evgeny Maksimovich, e a tutti coloro che lo conoscevano”, ha riferito il portavoce del presidente, Dmitri Peskov. Secondo le sue parole, Putin conosceva Primakov ed era stato suo compagno politico. "Era un uomo di Stato, uno scienziato, un politico, e lascia dietro di sé una grande eredità”, ha aggiunto Peskov.

"Se ne è andato un politico prominente. Ha fatto la storia della Russia", ha scritto nel suo account Twitter Alexei Kudrin, ministro delle finanze della Russia dal 2000 al 2011.

"Per me, Evgeny Maksimovich era una figura di grande autorità. Conosco il suo lavoro nel governo, dopodiché siamo stati insieme in Parlamento. (…) È stato un grande saggio con tanta esperienza, molto onesto, un uomo di veri principi. Non è mai entrato in un partito di opposizione, ma ha portato avanti la sua verità. Sono profondamente dispiaciuto che ci abbia lasciato. Era una roccia d’uomo”, ha commentato a RBTH l’ex vice-presidente della Duma di Stato Irina Khakamada. Secondo lei, Primakov, pur essendo un esperto uomo dell’intelligence e un "diplomatico che girava sempre in aereo e conduceva i negoziati”, “si era sempre interessato all'economia e sapeva sempre quali erano i punti dolenti da trattare”.

"Ha guidato il governo dopo la catastrofe del default del 1998, e nel vero senso della parola ha salvato la Russia", ha detto a RBTH l’assistente di Primakov nel 1999, Mikhail Delyagin. Lavorò a fianco di Primakov anche il vice Presidente della Duma di Stato della terza convocazione (1999-2003) Gennady Semigin, che in un’intervista a RBTH ha espresso le proprie condoglianze. "Primakov è stato uno dei più rispettabili, onesti, ed altamente qualificati leader del paese. Ha fatto molto per sviluppare la Russia, ed è stato un vero patriota”, ha detto Semigin.

In memoria del defunto ex primo ministro è stato osservato un minuto di silenzio nella Duma di Stato. Il vice-presidente della Duma di Stato Nikolai Levichev ha proposto di commemorare Primakov con un monumento in piazza Lubjanka a Mosca.

Quella retromarcia sull’Atlantico

Dal 1977 al 1985 l’ orientalista-arabista Evgeny Primakov fu direttore dell'Istituto di Studi Orientali dell'URSS. Alla fine degli anni 1980 è stato presidente del Soviet Supremo dell'URSS, e negli anni dal 1991 al 1996 è stato direttore del servizio di intelligence straniera russo.

Nel 1999, quando era primo ministro, compì una retromarica che divenne leggendaria e passò alla storia come "l’inversione a U sull’Atlantico". Dopo aver appreso la notizia dell’inizio dei bombardamenti sulla Jugoslavia da parte della NATO, Primakov cancellò la sua visita negli Stati Uniti e ordinò di invertire verso Mosca la rotta dell’aereo su cui volava in direzione di Washington sopra l’Oceano Atlantico.

In seguito si espresse più volte sulle relazioni tra la Russia e gli Stati Uniti. "Perdono tutti, se le relazioni russo-americane scivolano verso una nuova edizione della Guerra Fredda. Per evitare ciò, è necessario prima di tutto rifiutare la forza della retorica da ambo i lati”, disse Primakov.

Primakov segnò una rottura nella politica estera russa. Dopo l’incarico da primo ministro è stato per breve tempo deputato della Duma di Stato, dal 2000 al 2001. Successivamente, per 10 anni ha diretto la Camera di commercio della Russia.

Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie