Mosca in marcia per Nemtsov

La marcia in memoria di Boris Nemtsov, organizzata a Mosca a poche ore dall’uccisione dell’esponente politico (Foto: AP)

La marcia in memoria di Boris Nemtsov, organizzata a Mosca a poche ore dall’uccisione dell’esponente politico (Foto: AP)

Migliaia di persone sono scese in strada per ricordare l’esponente politico, ucciso la notte prima nel cuore della capitale. Molti manifestanti hanno definito l’omicidio “una tragedia personale”. E, secondo i politologi, per l’opposizione adesso sarà ancora più difficile consolidarsi

Domenica 1° marzo, nel centro di Mosca si è svolta la marcia di cordoglio in memoria di Boris Nemtsov, leader dell’opposizione ed ex primo vice-premier, ucciso nella notte di sabato 28 febbraio. La tragedia ha cambiato i piani dell’opposizione: si è dovuta annullare la marcia anticrisi “Primavera”, prevista per questo stesso giorno nel quartiere di Marino (periferia di Mosca) e concordare con le autorità un nuovo itinerario nel centro. Secondo la questura di Mosca alla marcia hanno preso parte 16.500 persone, secondo gli organizzatori, 70mila.

 
L'assassinio di Nemtsov

“La tragedia di Nemtsov è la mia tragedia”

Già prima della partenza della marcia, al chiosco del fioraio vicino piazza Smolenskaya si assembla una lunga coda di persone desiderose di acquistare un mazzetto di fiori. All’acceso sulla piazza sono disposti molti metal-detector e dopo averli oltrepassati la polizia effettua scrupolose perquisizioni. Lungo il percorso, di poliziotti non vi è quasi l'ombra. Questa non è stata una marcia politica. La gente si è mossa lentamente, in silenzio, innalzando sopra le proprie teste bandiere russe listate a lutto e cartelli con scritto “È morto per il futuro della Russia”, “Avevano paura di te”, Boris, “La Propaganda uccide” e “Io non ho paura”.

“Per me sarà molto difficile superare questa morte – dice la pensionata Evgeniya Ipatova -. La Russia perde i suoi figli migliori. Lui era un grande studioso (Nemtsov scrisse più di 60 trattati di fisica, ndr), ma aveva deciso di dedicarsi al popolo, che purtroppo non lo ha capito”.

“Io voglio vivere in un paese libero, non voglio che ci sparino, che ci facciano saltare in aria. Voglio poter dichiarare in pubblico ciò che mi piace e ciò che non mi piace. Per questo la tragedia di Nemtsov è la mia tragedia”, racconta Viktor Artamonov, che ha lavorato insieme a Nemtsov dal 1992.

Le ipotesi

Alla marcia prevalgono due versioni su chi è stato ad uccidere Nemtsov: o qualcuno al potere, oppure una terza forza, che tifa per la dissoluzione nel paese. I sostenitori della prima sono in netta maggioranza, tutti però concordano su un aspetto: l’omicido è stato preordinato. “Boris Nemtsov era un personaggio scomodo per il nostro potere. La sua figura destabilizzava in quanto stimolava l’attivismo dei cittadini. Smascherava schemi di corruzione, preparava una relazione sul coinvolgimento del potere russo nel conflitto ucraino”, ritiene l’imprenditrice Lyudmila Koch.

“A qualcuno nelle nostre stutture di sicurezza non va bene il fatto che Putin abbia iniziato ad accarezzare il pedale del freno sulla questione ucraina”, dice il cinquantaseienne Vitaly Gorskiy. È d’accordo con lui Viktor Artamonov: “Sono sicuro che per Putin questo è un grosso problema. Un omicidio così violento, a due passi dalle mura del Cremlino. Questo lascia pensare che qualcuno cerchi di manipolare la situazione in maniera molto forte”.
 
Una morte che unisce?

 
Offerta ricompensa
a chi fornirà "informazioni utili"

All’improvviso nella folla qualcuno inizia a scandire l’urlo “Russia senza Putin”. “Non urlate, è una provocazione”, rispondono altri. I provocatori stanno nelle prime file del corteo, dove sono presenti gli attivisti dell’opposizione guidati da Mikhail Kasyanov. Tuttavia, poco dopo viene osservato un minuto di silenzio e subito dopo la prima parte del corteo avanza sul ponte, verso la fine del percorso. Gli oppositori hanno la possibilità di muoversi liberamente. Cosa ne pensi l’opposizione di questo omicidio lo racconta ai giornalisti Ilya Yashin, amico vicino e compagno politico di Nemtsov: “Per l’opinione pubblica russa e l’opposizione, la morte di Nemtsov è un evento significativo, un punto di non ritorno. Voglio credere che ora ci sarà un’unificazione dei democratici e che questa morte unisca i leader dell’opposizione che fino ad oggi non si parlavano neanche fra di loro.

Conflitti interni

Eppure i politologhi, interpellati da RBTH, sono scettici riguardo alle possibilità che l'opposizione riesca a consolidarsi. Come ritiene il vice-direttore dell’Istituto di indagini sociali economiche e politiche, Aleksandr Pozhalov –vicino al Cremlino- proprio Nemtsov era quella persona che “appianava i conflitti interni all’eterogeneo movimento di protesta e fissava la strategia dell’Opposizione". Il politologo ricorda che fu lui, a fine 2014, ad annunciare la necessità di unire tutta l’opposizione nella coalizione

“Per una scelta europea”

"È evidente che ora nel movimento dell’opposizione crescerà il ruolo di Alexei Navalny e dei suoi collaboratori più vicini, che tireranno la coperta verso di sè, finendo per provocare altri nuovi conflitti interni all’opposizione", aggiunge Pozhalov. “La nostra opposizione si può consolidare solo in questi eventi tragici”, sostiene il direttore del Gruppo di Analisi politica indipedente, Konstantin kalachev: “Questo è un problema serio: intorno a chi e che cosa consolidarsi”. Secondo lui, dal punto di vista organizzativo e dal punto di vista della leadership morale, l’opposizione è assai debole. “In questo caso non ha senso aspettarsi che nasca un bambino un mese dopo la fecondazione. In Russia potrebbe formarsi una nuova opposizione, ma soltanto quando nel paese si scatenerà una vera e seria crisi economica. E questa sarà un’opposizione che imposterà il suo programma in primo luogo su un piano sociale ed economico”, dice Kalachev.

Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie