Internet come il Grande Fratello?

Foto: Itar Tass

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Un nuovo decreto obbligherebbe i cittadini russi a fornire i propri dati personali, così come indicati sul passaporto, per connettersi alle reti Wi-Fi. Scattano le polemiche. Pronta la risposta del Ministero delle Comunicazioni

D’ora in avanti gli utenti che vorranno connettersi alle reti pubbliche Wi-Fi dovranno identificarsi, fornendo al gestore del servizio i propri dati personali, così come indicati sul passaporto. Questo il nuovo decreto firmato dal premier Dmitri Medvedev, che ha suscitato non poche polemiche. 

Chiarimenti e confutazioni

Poche ore dopo l’annuncio del nuovo decreto, l’ufficio stampa del sindaco di Mosca ha subito precisato che la nuova misura verrà applicata solo per quanto riguarda le postazioni di lavoro opportunamente attrezzate degli uffici del monopolio statale "Pochta Rossii", le poste russe. "Il decreto non riguarderà i punti d’accesso Wi-Fi nei parchi, nella metropolitana, nelle università, nelle scuole o negli ospedali della città di Mosca. Utilizzate tranquillamente le reti Wi-Fi e godete di Internet", ha dichiarato all'agenzia ITAR-TASS Artem Yermolaev, responsabile del dipartimento per le tecnologie dell’informazione di Mosca.

Un'ora più tardi, anche il Ministero delle Comunicazioni russo è intervenuto sul tanto discusso decreto, precisando che gli operatori di telecomunicazioni dovranno in ogni caso richiedere i dati personali degli utenti e che saranno loro stessi a scegliere come farlo. "Potranno farlo, ad esempio, rivolgendosi alle autorità competenti", si legge nella nota esplicativa rilasciata dall’istituzione. Il Ministero delle Comunicazioni ha chiarito, inoltre, che l'utente sarà tenuto a fornire all'operatore tutte le informazioni necessarie per la sua identificazione, quali nome, cognome, patronimico, numero di patente di guida, e così via.

Dal punto di vista tecnico, secondo quanto si legge nella nota del Ministero delle Comunicazioni, la richiesta dei dati personali da parte dell'operatore giungerà all'utente via SMS o verrà visualizzata su una pagina speciale quando quest’ultimo cercherà di accedere alla rete. Sempre secondo quanto si legge nella nota del Ministero delle Comunicazioni, qualora il punto di accesso alla rete Wi-Fi sia gestito da un privato, quest’ultimo non si vedrà obbligato ad applicare i cambiamenti introdotti dal nuovo decreto.

Dalla nota del Ministero delle Comunicazioni non si capisce, tuttavia, molto bene se sarà concesso l'accesso alla rete Wi-Fi anche a quegli utenti che ignorano la richiesta di inserimento dei dati personali o forniscono all’operatore informazioni false.

Il Grande Fratello 

A poche ore dall’annuncio del decreto e dalla pubblicazione delle relative spiegazioni da parte dell’ufficio stampa del sindaco di Mosca e del Ministero russo delle Comunicazioni, gli utenti Internet e alcuni personaggi pubblici hanno commentato negativamente la notizia. "Ai nostri occhi, ci stiamo dirigendo verso un autentico “Grande Fratello", sul quale fino ad ora avevamo tutti solo scherzato: un sistema che sa esattamente chi ha scritto cosa, quando, dove e con quale dispositivo", ha denunciato sul suo blog il leader dell'opposizione Alexei Navalny, attualmente agli arresti domiciliari. Dopo la pubblicazione della rettifica, Navalny ha aggiornato il suo post, sottolineando che tutta la situazione gli sembra "piuttosto strana". "Prima l’annuncio di massa, poi un paio d'ore di silenzio e ora una ritrattazione. Sembra un classico test di opinione pubblica”, osserva l’oppositore sul suo blog.

Alcuni utenti hanno reagito alla notizia con un pizzico di umorismo e hanno preso in giro la dipendenza della società moderna dalle tecnologie wireless. "Ho sognato che scoppiava una guerra nucleare ma mi rifiutavo di scendere al rifugio perché lì il Wi-Fi non funziona bene", ha scritto su Twitter un utente di Interesno_Vsem.

Il decreto firmato da Medvedev è stato emesso in seguito all’applicazione della legge "Sull’informazione, le tecnologie dell'informazione e la protezione delle informazioni", entrata in vigore a maggio 2014 all’interno di un pacchetto di disegni di legge che mirano a un inasprimento delle misure contro il terrorismo.

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