"Al lavoro per i diritti umani"

Maria Alekhina è stata liberata grazie all'amnistia concessa dal Cremlino (Foto: Itar Tass)

Maria Alekhina è stata liberata grazie all'amnistia concessa dal Cremlino (Foto: Itar Tass)

Pussy Riot, Maria e Nadia liberate oggi a seguito dell'amnistia concessa dalla Duma. Le prime dichiarazioni: "Continueremo a lavorare insieme"

"Se avessi potuto, avrei rifiutato la misericordia di Putin". Sono queste le prime parole pronunciate dalla Pussy Riot Maria Alekhina, liberata questa mattina dopo aver ricevuto la grazia dal Presidente russo. "Non la ritengo un atto umanitario, bensì una trovata pubblicitaria", ha detto. In carcere dopo la preghiera punk intonata nella Cattedrale di Cristo Salvatore, l'attivista avrebbe dovuto uscire dal carcere nel marzo 2014. Insieme a lei, è stata rilasciata anche l'altra componente del gruppo, Nadia Tolokonnikova.

Intervistata dal canale televisivo Dozhd, Maria Alekhina ha detto di voler incontrare il prima possibile la Tolokonnikova. E che l'intenzione sarà quella di lavorare insieme per la difesa per i diritti umani.

Il primo passo, ha riferito l'avvocato Petr Zaikin, sarà quello di incontrare un gruppo di difensori dei diritti umani direttamente nella città di Nizhny Novgorod. 

"Continuerò a seguire la situazione nella colonia penale di Nizhny Novgorod (dove era detenuta, ndr). Le donne che hanno espresso la loro opinione in merito alle condizioni lavorative di questo carcere dovranno essere ascoltate", ha dichiarato, così come riporta Interfax.

La liberazione di Maria Alekhina deriva dell'amnistia approvata dalla Duma di Stato russa il 18 dicembre, della quale ha beneficiato anche l'ex oligarca Mikhail Khodorkovsky.

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