La lotta alla corruzione è diventata una priorità per molti politici, usata come cavallo di battaglia nelle elezioni amministrative (Foto: Itar-Tass)
Dmitri Bykov, il carismatico leader dell’opposizione spesso ospite della televisione russa, salì sul palco nel centro di Mosca, osservando la folla. La vista di tanta gente fronte a lui rappresentava un evento raro da un punto di vista storico: migliaia di russi si erano raccolti sotto la pioggia ghiacciata per protestare contro le accuse di brogli nelle elezioni parlamentari.
“In Russia si è venuta a creare una vera società civile e non sparirà”, gridò Bykov alla folla che applaudiva e che rappresentava una sorpresa per i commentatori politici che da lungo tempo parlavano di apatia degli elettori russi. “Mai prima d’ora a Mosca si era creato un tale sentimento di unità e determinazione”.
Quasi due anni dopo quel freddo pomeriggio, Bykov e i suoi alleati ritengono che il momento per loro sia ancora positivo. Anche se il Presidente Vladimir Putin continua a godere di ampio consenso nei sondaggi d'opinione, gli analisti affermano che gli esponenti dell'opposizione stanno beneficiando della crescente importanza che sta assumendo una questione in particolare: il malcontento verso la corruzione.
Le piattaforme anticorruzione e pro-business hanno contribuito a far sì che gli esponenti dell'opposizione ottenessero un riconoscimento e un peso precedentemente inimmaginabile nelle elezioni regionali che si sono svolte l'8 settembre 2013, tra cui un risultato significativo nella corsa a sindaco della capitale.
"La crescita economica della Russia e lo sviluppo della società negli ultimi dieci anni hanno ridotto la tolleranza verso la corruzione", ha sottolineato Dmitri Butrin, economista del quotidiano Kommersant.
"I risultati elettorali stimoleranno il Cremlino a mantenere in salute l’economia russa", ha sottolineato Chris Weafer, senior partner di Macro Advisory, società di consulenza con sede a Mosca.
"Le proteste di fine 2011 e inizio 2012 stanno finalmente iniziando a dare i loro frutti, - ha aggiunto Weafer. - Gli investitori, anziché temere che le tendenze in atto da un punto di vista politico siano foriere di instabilità, dovrebbero essere maggiormente rinfrancati circa il fatto che questo processo di cambiamento potrebbe presto portare a una maggior attenzione verso le riforme da tempo promesse, ma la cui attuazione procede ancora lentamente".
A Mosca, l’avvocato e attivista anticorruzione Alexei Navalny si è inizialmente messo in luce dopo aver denunciato che miliardi di dollari erano stati sottratti a grandi aziende di proprietà statale. A settembre 2013 si è affermato come il leader di fatto della frammentata opposizione russa, dopo aver ottenuto un impressionante 27 per cento di voti alle elezioni a sindaco della capitale, piazzandosi al secondo posto.
Navalny ha denunciato brogli elettorali. Ma molti analisti critici verso il Cremlino hanno affermato che le elezioni sembrano essersi svolte in maniera più trasparente del previsto e che l'aver ottenuto più di un quarto dei voti nella città più importante del Paese abbia già rappresentato una vittoria simbolica.
"Sono rimasta impressionata. A Mosca sono tornate a svolgersi elezioni libere”, ha scritto Yulia Latynina, importante commentatore dei fatti del Cremlino per il quotidiano moscovita in lingua inglese The Moscow Times.
A Ekaterinburg, quarta città più grande della Russia, Evgeny Roizman, importante attivista antidroga ed esponente del partito Piattaforma Civica del miliardario Mikhail Prokhorov, ha battuto il candidato filogovernativo nella corsa a sindaco.
Un candidato dell'opposizione ha vinto anche le elezioni per il sindaco di Petrozavodsk, capitale della regione russa della Carelia.
Il partito repubblicano russo, che sta lottando da quasi un decennio per guadagnare consensi per la sua piattaforma pro-business, ha ottenuto dei seggi nella legislatura di Yaroslavl.
A Mosca, Navalny ha condotto una campagna portata avanti dalla gente comune, tenendo più di 100 comizi il mese prima del voto nei distretti di Mosca. Il suo slogan era: “Cambieremo la Russia. Inizieremo da Mosca”.
A dire il vero, le proteste di strada non hanno ribaltato la leadership nazionale, com’è invece avvenuto nella vicina Ucraina e in Medio Oriente. Il Centro Levada, società russa specializzata in sondaggi indipendenti, ha rivelato che a luglio 2013 l’indice di gradimento di Putin era al 65 per cento.
Leonid Polyakov, capo del Dipartimento di Scienze Politiche della Scuola Superiore di Economia, sostiene che il crescente scontento generale verso la corruzione in Russia potrebbe avere benefici economici a lungo termine.
Amministrative di Mosca, in piazza i sostenitori di Navalny
“La lotta alla corruzione è una priorità per molti politici che hanno ottenuto il sostegno degli elettori, per questo la pressione sui funzionari corrotti è destinata ad aumentare, - ha sottolineato Polyakov. - Il fatto che le elezioni si siano svolte in maniera corretta e trasparente accresce anche la legittimità dell’intero sistema politico. Nulla verrà ribaltato durante la notte. Ma entrambi questi fattori avranno un effetto positivo e porteranno nuove opportunità di business”.
Butrin di Kommersant concorda, ricordando che il cambiamento richiede tempo. “Nel lungo termine si potrebbero avere risultati positivi, - ha sottolineato Butrin, - come nel caso dello scontro elettorale in Italia negli anni Ottanta che ha portato a miglioramenti tangibili nel clima imprenditoriale a partire dagli anni Novanta”.
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