Gli ostacoli da superare per rilanciare lo sviluppo

Disegno di Dmitri Divin

Disegno di Dmitri Divin

Secondo le stime, nel primo semestre il pil russo dovrebbe aver fatto segnare una crescita di poco superiore allo zero. Alcuni economisti interpretano questo dato come una conseguenza della crisi ucraina, anche se non è esattamente così

Le sanzioni reciproche sono sempre state una cosa estremamente sgradevole e la loro adozione non porterà a nulla di buono. Ma in realtà il mondo sta attraversando una crisi sistemica globale paragonabile a quelle degli anni ’30 e ’70. Si tratta di una situazione molto complessa che potrebbe aggravare il quadro economico tanto in Russia, quanto in Europa. Ad ogni modo, va sottolineato che le rappresaglie non sono la causa principale dei problemi economici russi e neppure di quelli europei: le difficoltà sono sorte decisamente prima.

Lo scenario macro europeo negli ultimi anni è stato caratterizzato da una crescita bassa o nulla; a sua volta, quello della Russia si è mantenuto in bilico, sul limite della recessione. Questa è anche la situazione attuale della Federazione, per una serie di ragioni: innanzitutto pesa la congiuntura nei principali partner commerciali, Europa in testa. In secondo luogo, l’inibizione degli investimenti da parte di grosse compagnie (quelle statali in particolare), che hanno concluso nel 2012-2013 il loro giro di investimenti (la preparazione alle Olimpiadi di Sochi, per esempio) e non ne hanno avviato uno nuovo. In terzo luogo, va sottolineato che già verso il 2008 si era esaurita la riserva del fondo di ricostruzione: nel 2009, per via della crisi, si è verificato un crollo netto dell’economia, al quale ha fatto seguito un recupero che ha permesso di mantenere ritmi di crescita moderata.

Ma la causa principale del rallentamento consiste nel fatto che il modello stesso alla base della crescita negli anni Duemila, calcolato su una costante espansione della domanda, si è rotto. Ciò è avvenuto tanto in forza di circostanze esterne, perché avevano cessato di crescere i prezzi del petrolio, quanto per cause interne: alcuni analisti hanno definito questo fenomeno “trappola del reddito medio”. La Russia si è trasformata in un paese con un alto costo del lavoro e un livello del pil pro-capite al livello delle realtà sviluppate, ma senza crescere nelle classifiche per capacità attrattiva del business (come dimostra il rating Doing Business). per recuperare appeal sul fronte degli investitori occorre un contesto con regole del gioco stabili e prevedibili, con crediti accessibili (cosa che richiede bassa inflazione), tasse sostenibili e stimoli per lo sviluppo della produzione.

Realizzare un percorso di crescita non è semplice, del resto. Una spinta importante potrebbe arrivare dalla liberalizzazione dell'economia, secondo una strada già seguita con successo dalla Cina. Occorre poi affrontare i nodi strutturali, a cominciare dalla necessità di modernizzazione dello stato sociale: in particolare l’educazione, la sanità, il sistema pensionistico, che in Russia - come in molti paesi sviluppati - sono venuti a formarsi in epoca industriale e rispondono in tutto e per tutto alle esigenze di quel periodo. Ora la situazione è radicalmente diversa: seguire i percorsi tradizionali di studio non è più sufficiente per raggiungere, e poi mantenere, posizioni importanti nel mercato del lavoro. Occorre l'apprendimento continuo, distribuito su vari ambiti di approfondimento. Le persone vanno dal medico non solo per necessità, ma anche per profilassi, cosa che fa crescere il carico sul sistema sanitario.

Tutte questioni che impongono nuove sfide alla Federazione. Senza dimenticare l'importanza di mantenere il più rilevante risultato raggiunto negli ultimi 10-15 anni, vale a dire la stabilità macro-economica. Un requisito fondamentale che è facile da perdere, ma non altrettanto da costruire.

L'autore è rettore dell’Accademia russa di economia nazionale e pubblica amministrazione (RANEPA)

L'articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Russia Beyond the Headlines del 17 settembre 2014

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