La Moldavia e l’incognita della Transnistria

Vignetta di Konstantin Maler

Vignetta di Konstantin Maler

Sulla Moldavia incombe davvero la minaccia di una guerra con la Russia? In che misura i conflitti in Ucraina influenzano la situazione in Transnistria? Ce ne parla Vladimir Lorchenkov, scrittore russo che vive a Chişinǎu, il cui romanzo “Italia, mon amour” è stato tradotto anche in italiano

Attualmente la Transnistria non è una “zona calda”, parlerei piuttosto di un “conflitto congelato” dato che la crisi è esplosa nel 1992, durante la guerra civile in Moldavia. Tra l'altro, rispetto ai conflitti avvenuti in Urss alla fine degli anni '80 e all'inizio degli anni '90, la si può considerare quasi una passeggiata. Il bilancio è di sole 1.500-2.000 vittime in 3-4 mesi di scontri. So che potrà suonare blasfemo,  ma significa che tutto si è svolto in tempi relativamente brevi e su scala ridotta, in confronto a quanto è avvenuto in Armenia, Azerbaigian, Abcasia e Georgia.

Oggi la Transnistria è un luogo assolutamente tranquillo, partendo da Chişinǎu la si può raggiungere in taxi in circa 40 minuti, spendendo non più di 3-4 dollari. Si compra del cognac “Kvint”, a Tiraspol si passeggia lungo il fiume e poi a bordo di un altro taxi si torna lì da dove si è venuti. Oltretutto hanno un ministro degli Esteri, Shtanski, che è semplicemente fantastico, almeno quanto il procuratore della Crimea e vi consiglio caldamente di dare un'occhiata alle sue foto su Facebook.

Moldavia e Transnistria,
nuovi volti destano vecchi nemici

I motivi che hanno portato alla guerra civile in Moldavia nel 1992 sono molteplici, a partire dal divampare del nazionalismo nella vita di tutti i giorni fino all'intransigenza delle autorità di Chişinǎu e alle scelte industriali nella regione mirate alla distribuzione nel mercato russo. Gli avvenimenti ucraini provocheranno il ripetersi di un’altra guerra in Transnistria? È poco probabile visto che la Moldavia non sembra attratta dall’idea di una guerra: qui hanno rubato e rivenduto tutto, incluso ciò che rimaneva dell’esercito. Mi chiede se la Transnistria entrerà a far parte della Federazione Russa? È difficile dirlo. Se la Russia si prenderà l’intera costa ucraina del Mar Nero, allora è probabile che vi entrerà a far parte. Lì passa la linea di confine con la Transnistria. Ma a quel punto la Romania si prenderà la Bessarabia. Se l'Ucraina non verrà divisa, molto probabilmente verrà mantenuto lo status quo: la Moldavia sarà de iure unita e divisa de facto.

In ogni caso non vedo futuro per una guerra logorante e infinita nella regione. Si arrenderebbero presto. All'arrivo del primo carro armato russo o romeno, gli si lancerebbero tutti incontro con i fiori. E i più veloci sarebbero proprio quelli che avevano giurato di accoglierli con le granate. Secondo la migliore tradizione locale.

Quando ho cominciato a scrivere il mio primo romanzo, “L'accampamento se ne va”, un libro che racconta di come i moldavi, in preda alla disperazione, una notte abbandonano la patria insieme a tutto il popolo, reclamando dall'Onu il diritto ad avere una nuova terra in cui vivere, all'inizio pensavo che il libro avrebbe avuto un lieto fine, ma un'opera letteraria segue sempre una propria logica, a volte ferrea, e per questo ai miei protagonisti nel romanzo non succede nulla di buono. La Moldavia a ben vedere non è solo una porzione di territorio, ma soprattutto una metafora mentale, e pertanto la posizione geografica non porterà ad alcun cambiamento né nel destino dei russi, né in quello dei moldavi.

In Moldavia non esiste alcun tipo di discriminazione etnica. Mettiamola così: ci hanno sempre depredato e ingannato tutti, indipendentemente dal gruppo etnico al quale appartenevamo. Per un moldavo, proprio come per tutti gli altri, qui non c'è alcun tipo di futuro ed è per questo che i moldavi emigrano in massa.

Per cortesia, non facciamo finta che non esistano istinti primordiali come quello dell'autoconservazione. È difficile colpevolizzare una persona per il suo desiderio di voler lasciare l'Afghanistan, un paese dove ogni giorno si viene uccisi, o la Moldavia, un paese dove il livello di diffusione della tubercolosi è oltre ogni limite. A me, per esempio, non importa dove vivo perché dovunque mi trovi a vivere cercherò rifugio nella mia mente, nel mio mondo, ma ho dei figli che non devono diventare ostaggi del mio stile di vita.

Intervista raccolta da Yan Shenkman

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