Così nel Centro Gogol nasce il nuovo teatro

“Chi vive bene in Russia”. Il poema, composto da Nekrasov subito l’abolizione della servitù della gleba, s’interroga su questioni quali la conquista della libertà e l’agio della schiavitù

“Chi vive bene in Russia”. Il poema, composto da Nekrasov subito l’abolizione della servitù della gleba, s’interroga su questioni quali la conquista della libertà e l’agio della schiavitù

Alex Yocu/Gogol Center
Diretto dal celebre regista Kirill Serebrennikov e considerato uno dei teatri più all’avanguardia in Russia, nel 2017 festeggia cinque anni. Rbth vi porta dietro le quinte, per svelarvi la vita degli attori
Nel 2017 il Centro Gogol di Mosca celebrerà i suoi primi cinque anni di vita. Il suo direttore è il celebre regista Kirill Serebrennikov che con la sua vulcanica energia riesce a presentare una dozzina di prime all’anno, allestire i suoi spettacoli in diversi teatri russi (Bolshoj incluso) e all’estero (l’ultimo spettacolo, “Il barbiere di Siberia” è andato in scena alla Komische Oper di Berlino), a partecipare a festival importanti, come quello di Avignone del 2015-16, e anche a girare dei film (la sua pellicola “Uchenik” è stata presentata lo scorso anno a Cannes). In occasione del suo “breve” anniversario il teatro proporrà una decina di lavori di giovani registi e drammaturghi esordienti, e di altri già famosi per i loro spettacoli, tra cui Vladislav Nastavshev, Elmars Senkovs e Filipp Grigorjan. Il regista e i suoi attori hanno affidato al fotografo Alex Yocu l’incarico di ritrarre la quotidianità del teatro dietro le quinte e gli scatti dal backstage delle prove e degli spettacoli sono confluiti in un nuovo libro sulla vita del Centro Gogol
Kirill Serebrennikov, direttore artistico del teatro, racconta: “Al mattino cominciano le prove e apre il nostro caffè. Arrivano gli attori ancora assonnati, bevono una tazza di caffè insieme, scherzano, parlano e poi vanno alle prove. In questo modo prende forma la creazione di un nuovo spettacolo e di una nuova vita e forse è questa l’essenza della vita teatrale. Un mistero, che si svolge lontano dagli sguardi altrui, dietro porte chiuse e che agli estranei non è dato di conoscere”
“Kafka”. Nella messinscena di Kirill Serebrennikov momenti della biografia dello scrittore s’intrecciano con soggetti creati dalla sua immaginazione, mentre i personaggi del bestiario kafkiano agiscono accanto a persone reali
“Chi vive bene in Russia”. L’adattamento del poema di Nikolaj Nekrasov si compone di tre atti tutti diversi tra loro dove trovano spazio i generi topici della narrazione teatrale, dalla farsa popolare al dialogo diretto con lo spettatore
“Kafka”. Rispettando l’intento del drammaturgo Valerij Pechejkin sulla scena sono presenti gli eroi della “biografia interiore” kafkiana, dai cani volanti a Gregor Samsa trasformato in scarafaggio, a Odradek e ai personaggi generati dai suoi sogni
“Mandelshtam-L’epoca dei lupi”. È il secondo spettacolo del ciclo “Zvezda” (Stella), dedicato al destino e alla creazione letteraria di cinque poeti russi: Boris Pasternak, Osip Mandelshtam, Anna Akhmatova, Vladimir Majakovskij e Mikhail Kuzmin. Alla base dello spettacolo la ricerca artistica di Mandelshtam, il suo arresto in seguito a una delazione anonima, la deportazione e la morte
“La macchina Müller”. Lo spettacolo è basato sulle pièce del drammaturgo tedesco Heiner Müller, “La macchina Amleto” e  “Quartetto”, e sul suo epistolario e i suoi diari. La messinscena si focalizza sul tema del corpo e sull’ineluttabilità dell’amore
“Kafka”. Valerij Pechejkin, drammaturgo: “L’assurdo in Kafka ha una sua logica interna rigorosa e quella di portarla alla luce è uno degli obiettivi che mi sono prefisso. Anche oggi viviamo in un mondo in cui l’assurdo sembra essere la misura di tutto e non ci resta che ripetere con Kafka: ‘Vorrei restituire al mondo la sua purezza, la verità e l’incorruttibilità’”
“Mandelshtam-L’epoca dei lupi”. “La prego, non mi consideri un fantasma. Lascio ancora la mia ombra, ma negli ultimi tempi cerco di diventare chiaro e comprensibile a tutti. Suona come una minaccia. Da un quarto di secolo ormai sono in collisione con la poesia russa, combinando inezie a cose importanti; ma presto i miei versi si fonderanno in essa fino a dissolversi, modificando qualcosa nella sua struttura e nella sua composizione” (da una lettera di Osip Mandelshtam a Jurij Tynjanov del 21 gennaio 1937)
Durante questa stagione al Teatro Gogol è stata inaugurata la “Mediateca teatrale”, l’unica del suo genere in Russia. L’obiettivo è quello di ospitare in un solo spazio un videoarchivio di tutti i materiali teatrali e renderlo accessibile a un vasto pubblico di utenti

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