‏Leggete e invidiatemi: i versi rivoluzionari di Majakovskij

"‏Ehi voi! Cielo! Toglietevi il cappello! Sto arrivando! Non un rumore. L’universo ‏dorme, con la grossa sua zampa poggiata su un orecchio infestato di stelle”

‏"Non c’è nella mia anima nessun capello canuto, e neppure senile tenerezza! ‏Scuoto il mondo con la possanza della mia voce, e cammino – avvenente, ‏ventiduenne”, (“La nuvola in calzoni”). Majakovskij a 17 anni, 1910

‏"Ascolta! Se le stelle brillano significa che qualcuno ne ha bisogno, significa ‏che qualcuno vuole che lo siano”, (“Ascolta”) Aleksandr Rodchenko, Victor ‏Shklovsky e Vladimir Majakovskij, 1926

"‏Sono stato in tutto il mondo, pressappoco, e la vita è bella ed è bello essere ‏vivi e in questo nostro fremente sconvolto caos è ancora meglio", (“Molto bene”) ‏Majakovskij in vacanza, 1923, Isola di Norderney, Germania

‏"Se vuoi, diverrò irreprensibilmente tenero: non un uomo, ma una nuvola in ‏calzoni!”. (“La nuvola in calzoni”) Majakovskij e Scotti, 1924

"‏Estraggo dalle mie ampie brache questa piccola cosa, a me sì cara. Leggete ‏e invidiatemi: si dà il caso che io sia un cittadino dell’Unione Sovietica”, (“Versi sul ‏passaporto sovietico”)

"‏Mi piacerebbe vivere e morire a Parigi, se non esistesse un posto come ‏Mosca”, (“Addio”) Majakovskij mentre fuma una sigaretta, 1924

"‏Non mi butterò dalla tromba delle scale, non berrò veleno, non oserò ‏puntarmi una pistola alla tempia. Su di me, fuorché il tuo sguardo, non ha ‏potere lama d’alcun coltello”, (“A Lilichka”) Majakovskij e Lylia Brik a Yalta 1926

"‏La nave dell’amore è affondata sugli scogli della vita. Siamo pari: è stupido ‏stilare un elenco di reciproci dolori e dispiaceri", (Poema incompiuto senza titolo, ‏trovato dopo la sua morte) 1930

"‏Voglio essere capito dal mio paese, ma se non sarò capito – che fare? ‏Attraverserò la mia terra nativa di sghembo, come fa uno scroscio di pioggia ‏sbieca”, Majakovskij alla Mostra del ventennale della sua opera, 1930