Elezioni Francia: è così scontata la vittoria di Macron?

A man reads the local newspaper near a rack which displays copies of French daily newspapers with front pages about the results in France's Presidential election in Nice, France, April 24, 2017.

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Reuters
A poche ore dallo spoglio delle schede, gli analisti russi si pronunciano su quale sarà il risultato del ballottaggio. E avvertono che, in caso di vittoria, Macron potrebbe inaugurare nei confronti di Mosca una politica di chiusura ancora maggiore rispetto a quella di Hollande

Giornali locali in Francia il giorno dopo le votazioni. Fonte: ReutersGiornali locali in Francia il giorno dopo le votazioni. Fonte: Reuters

In caso di vittoria al ballottaggio, Macron inaugurerà nei confronti della Russia una politica di chiusura ancora maggiore rispetto all’attuale presidente François Hollande: è questa la convinzione degli analisti russi, intervistati da Rbth a poche ore dalla chiusura dei seggi per l'elezione del nuovo Presidente francese.

Al ballottaggio infatti sono finiti il centrista Emmanuel Macron (23,75%) e il leader del Fronte nazionale Marine Le Pen (21,53%). Nonostante il vantaggio di Macron, candidato meno disponibile al dialogo con Mosca, secondo gli esperti la vittoria non è così ovvia e all’Eliseo potrebbe approdare Marine Le Pen che sembra più aperta nei confronti della Cremlino.

Macron e il pugno duro con Mosca

Nonostante si sia presentato come un volto nuovo della politica, lontano dalle tradizionali opposizioni tra destra e sinistra, Emmanuel Macron è il candidato mainstream dell’establishment francese: così lo definisce Yurij Rubinskij, direttore del Centro di ricerche francesi dell'Istituto europeo dell'Accademia russa delle Scienze, intervistato da Rbth. Lo dimostrerebbe, secondo l’esperto, il fatto che alcuni candidati come il socialista Benoît Hamon e il repubblicano François Fillon, abbiano deciso, dopo la sconfitta nel primo turno, di supportare Macron. Il centrista è un candidato di sintesi appoggiato da varie fazioni politiche. Sembra una sorta di costruzione Lego, secondo Andrej Suzdaltsev, vicedirettore del Dipartimento di politica ed economia mondiale dell’Alta Scuola di Economia di Mosca. In Francia mette d’accordo i socialisti e i centristi e in quanto globalista è orientato ai centri del potere più consolidati: Washington e Berlino.

L’esperto non ha dubbi che Macron sarà in linea con la politica estera tedesca, che non è di certo tenera con la Russia. Pertanto ci sono buone probabilità che il Presidente Macron sia ancora più ostile verso Mosca del suo predecessore Hollande. Allo stesso tempo gli esperti affermano che Macron è sostanzialmente un pragmatico tecnocrate che dovrà fare i conti con le sue reali possibilità e pertanto difficilmente estremizzerà i rapporti con il Cremlino.

Emmanuel Macron. Fonte: ReutersEmmanuel Macron. Fonte: Reuters

Le Pen e la Francia come grande potenza

I rapporti con la Russia non sono comunque al primo posto nell’agenda dei politici francesi. Secondo Rubinskij la linea di demarcazione tra Macron e Le Pen passa per le categorie di “globalismo/patriottismo”, “progressismo/conservatorismo”.

Per Suzdaltsev invece ci sono differenze radicali tra i due candidati: “Le Pen offre la possibilità di far riemergere la Francia dal 'vortice che la sta risucchiando come grande potenza'. Secondo l’esperto infatti negli anni l’Eliseo ha svolto un ruolo sempre meno rilevante nello scenario internazionale.

Le chance di vittoria di Le Pen

Gli analisti ritengono che nonostante Macron sia il favorito al ballottaggio non si può escludere del tutto un colpo di coda della leader del Fronte Nazionale. Per tutti è ancora fresco il ricordo dell’elezione di Donald Trump alle presidenziali americane, quando la stragrande maggioranza degli osservatori era già sicura della vittoria di Hillary Clinton.

Marine Le Pen. Fonte: ReutersMarine Le Pen. Fonte: Reuters

In caso di vittoria, Le Pen sarebbe ben disposta nei confronti della Russia, affermano gli esperti, ricordando la sua recente visita a Mosca e l’incontro con il Presidente Vladimir Putin. Allo stesso tempo, aggiungono, Le Pen non diventerebbe un’emanazione della volontà del Cremlino, ma perseguirebbe una politica autonoma. Ci sono alcuni fattori che potrebbero contribuire a un esito positivo per la leader del Fronte Nazionale: secondo Rubinskij è determinante il fatto che uno dei candidati principali al primo turno, il radicale Jean-Luc Mélenchon, leader del movimento “La France Insoumise” che ha ottenuto quasi il 20% dei voti, non abbia intenzione, almeno pubblicamente, di appoggiare uno dei due candidati. I suoi elettori invece potrebbero sostenere Le Pen come politico fuori dal sistema. Rubinskij osserva che la leader otterrà di sicuro una parte dei voti destinata agli altri candidati sconfitti, sia di destra che di sinistra. Per quanto riguarda questi ultimi si tratta della sinistra radicale, le persone degli strati più popolari. “Una parte significativa dei gruppi socialmente a rischio e degli elettori delusi voterà per il Fronte Nazionale in segno di protesta”, conclude l’analista.

Anche Suzdaltsev concorda sulla riserva di voti elettorali di Le Pen e punta anche l’attenzione sul 20% di elettori che non è andato alle urne per votare domenica scorsa. Tra coloro che non hanno dato il proprio contributo elettorale ci sono anche sostenitori del Fronte Nazionale e secondo l’esperto molti potrebbero mobilitarsi per il ballottaggio. È un comportamento elettorale particolare, dettato dall’esigenza di non proclamare le proprie simpatie politiche a causa della reputazione del partito di Le Pen all’interno della società francese. Al secondo turno però, quando gli animi politici saranno ancora più infervorati, potrebbero decidere di esercitare il proprio diritto di voto. Igor Bunin, presidente del fondo “Centro delle tecnologie politiche” ritiene che a favore di Le Pen potrebbe giocare l’astensione degli elettori di destra che non voteranno per il centrista Macron.

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