Un quartiere di Aleppo distrutto dai bombardamenti.
: Mikhail Voskresenskij/RIA NovostiIl primo ministro della Siria Wael Al-Halqi ha annunciato che Mosca e Damasco hanno siglato un accordo del valore di 960 milioni di dollari per la ricostruzione delle infrastrutture nel Paese arabo. Fra i compiti più urgenti, ripristinare le infrastrutture elettriche e petrolifere.
“La parte russa ha risposto all’idea di ricostruire le infrastrutture e per questo sono stati firmati diversi accordi”, ha spiegato Al-Halqi in un’intervista a Ria Novosti.
L’obiettivo principale sarà la ricostruzione della rete elettrica, degli impianti di produzione del petrolio e delle raffinerie. “In questo momento oltre il 60% degli impianti non funzionano e c’è bisogno di petrolio per poter avviare i lavori. La rete elettrica invece non è stata completamente distrutta”.“C’è una rete che collega il nord al sud, da Qamishli a Deraa – ha aggiunto -. Continuiamo a rifornire l’elettricità, anche se la produzione dipende dal combustibile e il settore petrolifero ha sofferto di più rispetto a quello elettrico, a causa del terrorismo".
Le raffinerie rimaste sotto il controllo del governo sono al limite, ha spiegato Al-Halqi, commentando che il Paese ha bisogno di 35.000 tonnellate di petrolio al giorno.
“Attualmente raffiniamo questi volumi che servono per 24 ore per un mese, così il processo non viene interrotto”, ha detto.
Damasco vorrebbe inoltre riallacciare le operazioni delle istituzioni finanziarie del Paese. Una cosa che comporterebbe lo stop alle sanzioni imposte all’inizio della guerra civile nel 2011-2012.
“Visto che la Siria non era isolata dal mondo e manteneva importanti rapporti finanziari con la maggior parte dei Paesi, oltre a vantare una buona reputazione finanziaria, speriamo che si avvii presto il processo per togliere le ingiuste sanzioni sui trasferimenti finanziari con il mondo esterno”, ha concluso.
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