Lavrov: "Solo uniti si può combattere il terrorismo"

Il ministro russo degli Esteri Sergej Lavrov.

Il ministro russo degli Esteri Sergej Lavrov.

AP
Durante la sua visita ufficiale in Italia nell'ambito della conferenza per il dialogo Mediterraneo a Roma, il capo della diplomazia russa ha rinnovato l'invito a creare una coalizione per sconfiggere l'Is. "Dovremmo usare lo stesso approccio utilizzato durante la Seconda guerra mondiale contro il nazismo"

Uniti contro il terrorismo. Questo il messaggio lanciato dal ministro russo degli Esteri Sergej Lavrov durante la sua visita ufficiale in Italia nell'ambito della conferenza per il dialogo Mediterraneo a Roma, Forum Med "Mediterranean Dialogues”. Buona parte del suo discorso, durato circa un quarto d'ora, è stato dedicato al tema scottante del terrorismo. Lavrov è infatti convinto che i jihadisti dell'Is tendano a esagerare le informazioni relative alla loro espansione in Libia. "Credo che l'Is - ha detto Lavrov -, stia esagerando le informazioni sulla sua attuale espansione. L'instabilità della zona è stata sfruttata dai gruppi terroristici per destabilizzare i governi legittimi. A differenza di altri gruppi terroristici in Siria e in Iraq, l'Is occupa un vasto territorio creando quasi uno stato, un califfato che pretende di estendersi dal Portogallo all’Oriente. E deve mettere in mostra i propri successi per tenere viva l'immagine ideologica finalizzata a reclutare nuovi sostenitori”. E ha aggiunto: "Non bisogna fare l'errore di credere che i terroristi possano essere usati per scopi politici, magari per un cambio del regime di Damasco. Certo, vorranno l’aiuto finanziario ma poi si rivolteranno contro i loro finanziatori quando lo riterranno opportuno. È uno scenario che abbiamo già visto in Afghanistan con Al Quaeda". Lavrov ha quindi fatto appello alla comunità internazionale per unire gli sforzi e combattere "lo spietato nemico". 

Secondo il capo della diplomazia russa, bisogna creare una coalizione com'è avvenuto durante la Seconda guerra mondiale contro il nazismo. Lavrov ha ricordato che a quell'epoca le grandi differenze ideologiche tra l'Occidente e l'Unione Sovietica erano state superate e messe da parte per combattere insieme un nemico comune. 

“Abbiamo bisogno dello stesso approccio che abbiamo utilizzato durante la Seconda guerra mondiale ", ha affermato Lavrov, suggerendo di mettere da parte "le questioni secondarie". "Niente deve ostacolare quello che noi possiamo fare per distruggere il terrorismo". 

Parlando del futuro della Siria, il ministro ha ribadito la propria posizione: “La Russia è sempre stata tra i primi a cercare una soluzione negoziata per la crisi siriana. Questo è scritto nel comunicato di Ginevra appoggiato dal consiglio di sicurezza dell’ONU e poi da due documenti di Vienna. Noi vogliamo vedere la Siria come uno stato laico, dove qualsiasi gruppo etnico o religioso goda degli stessi diritti e opportunità. Il futuro della Siria può essere decisa dal popolo siriano stesso”. Il capo della diplomazia russa ha quindi aggiunto che sarebbe "irresponsabile" dire che Assad deve andarsene perché rappresenta un ostacolo alla lotta all'Is.

“Dicono che la maggioranza sunnita in Siria odi Assad. Se così fosse, organizziamo elezioni anticipate, battiamolo alle elezioni se si candida. Ma dire che se ne deve andare altrimenti alcuni Paesi non combatteranno l'Is sarebbe irresponsabile. Restiamo convinti che indebolire sia i terroristi sia il governo siriano sarebbe una strategia dubbia. L’esercito siriano è una forza importante che andrebbe inclusa nella battaglia contro il califfato”.

In merito alla decisione di inviare aerei russi per aiutare Damasco, Lavrov ha spiegato che la Russia agisce “legalmente con il consenso del governo siriano”, sottolineando che per combattere i terroristi “l’azione militare deve andare di pari passo con il processo politico”.

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