Il leader dell’opposizione siriana Ahmad al-Jarba
ReutersLa Russia potrebbe intervenire come intermediaria nelle trattative tra il governo di Assad e l’opposizione moderata, nel tentativo di unire le forze contro un nemico comune? È questa la domanda che si sono posti gli esperti russi all’indomani dell’incontra tra l’inviato speciale del Presidente, il vice-ministro degli affari esteri Mikhail Bogdanov, e uno dei leader dell'opposizione siriana Ahmed al-Jarba.
Assad più flessibile?
Damasco non può più evitare di fare i conti con l'opposizione siriana e nemmeno cercare disperatamente di annientarla. "È troppo debole per poter condurre la guerra su più fronti contemporaneamente, e la battaglia contro l'opposizione impedisce di schierare un fronte unico contro lo Stato Islamico", ha detto a RBTH il direttore dell'Istituto politico-umanitario di ricerca, Vjacheslav Irgunov. Inoltre, l'opposizione riceve l'appoggio da parte di Arabia Saudita, Turchia, USA, elemento che non fa che accrescere la tensione. In tale situazione, una via d'uscita ragionevole sarebbe quella di unirsi contro il nemico comune, per far questo però, occorre innanzitutto accordarsi sullo stato dell'opposizione siriana, ritiene l'esperto. La Russia nel frattempo è già pronta ad esercitare il ruolo di intermediario chiave.
La versione dei siriani |
Il problema principale, come in precedenza, è la capacità di accettare il compromesso. Per quanto possa sembrare strano, Assad si è rivelato essere più flessibile, fa notare Irgunov, avendo persino dichiarato di essere disponibile a interrompere il proprio mandato. La stessa cosa non si può dire invece per le forze di opposizione: “Da parte loro, simili ragionevoli proposte, sulla lotta comune contro l'ISIS, non sono pervenute”.
La ricerca di un dialogo
Tuttavia, gli incontri fra i diplomatici russi con l'opposizione siriana si sono già svolti in diversi formati. Secondo le parole del professore VshE, esperto di diritto islamico, Leonid Sjukijanen “l'unica cosa che è cambiata ora è la situazione sul territorio della Siria. L'obiettivo invece è sempre lo stesso: stabilire un dialogo”. Finora non esiste uno sguardo univoco sulla questione dell'identità dell'opposizione moderata. Si ritiene che chiunque combatta con le armi sia un terrorista. “Probabilmente, all'incontro è stato discusso proprio il fatto dell'esistenza di strutture e organizzazioni non connesse al terrorismo, a differenza di quanto invece la Russia supponga”, dice Sjukijanen. Non è da escludere che la Russia abbia posto la domanda in questo senso: “Se non siete terroristi, dimostrate iniziativa nella regolazione politica del conflitto”. Se davvero sono guidati dagli interessi della Siria e non dagli ordini provenienti dall'estero, allora scenderanno al compromesso. In caso contrario, bisogna concludere che non si tratta di patrioti siriani. “Questo è l'obiettivo che sta dietro gli incontri dei nostri diplomatici”, dice un altro orientalista, Konstantin Dudarev.
L'idea di una coalizione anti-terrorismo
L'operazione di coinvolgimento dell'opposizione siriana moderata nel processo di pacificazione guidato dalla Russia è in corso da tempo, così ritiene il direttore del Centro di ricerche nel Medio Oriente MGIMO, Andrei Fedorchenko. “Dall'inizio dell'anno, Mosca ha già condotto due incontri inter-siriani, mentre nell'aprile di quest'anno sono stati stabiliti, da parte russa, otto punti con le proposte per uscire dalla situazione attuale. Fra questi, l'invito ad aumentare la pressione sui giocatori regionali e internazionali allo scopo di interrompere ogni azione promossa dai terroristi” nonché l'ordine di liberare i territori occupati e via dicendo. E questa dichiarazione è stata accolta dall'opposizione moderata, come sottolinea Fedorchenko. Tutto quanto avviene ora è il tentativo di creare una larga coalizione anti-terrorismo con la partecipazione delle forze regionali e dei diversi gruppi siriani.
Fino a che punto ciò sia realizzabile, resta domanda aperta. “Il fatto è che l'opposizione siriana non intende disobbedire all'Arabia Saudita, il suo principale sponsor. E i sauditi, al momento, non sono pronti a scendere a compromessi con il regime di Assad. Senza l'Arabia Saudita la Russia non otterrà progressi in questa situazione. Cosicché nel futuro attendono ancora difficili trattative”, ritiene Irgunov.
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